Il cavaliere dai cento volti - Film (1960)

Cappa e spada che tiene bene per circa metà, ma che poi cala vistosamente alla ricerca di una soluzione finale che passa per errori (la lebbra malattia fulminante!), illogicità e comportamenti improbabili. Peccato, perché l’inizio pareva permettere un distacco dalla mediocrità, grazie pure a recitazioni interessanti: Lorenzon sempre perfetto nei ruoli di nobile cattivo, la grande Tina Lattanzi, la zingaresca Liana Orfei. Da notare la presenza di Piccardi, all’epoca celeberrimo perché era stato Jim ne L'isola del tesoro della RAI.

Il cavaliere ritorna dalla guerra e deve vedersela con l'usurpatore. Buon ritmo, ma situazioni inverosimili (la lebbra che ti piglia e ti uccide in pochi minuti), ottima caratterizzazione al solito da parte dei cattivi (in particolare di Livio Lorenzon). Tina Lattanzi, per una volta, appare di persona e non soltanto come voce. Lex Barker aveva appena girato La dolce vita e qui torna al suo genere più abituale.

Non proprio da cento volti questo cavaliere di bella presenza e buone maniere che vive tra gli zingari e sogna una nobile fanciulla appartenente a una famiglia a lui nemica. Lui è Lex Barker, un mix fra Tarzan e Robin Hood, protagonista di una storia che più prevedibile non poteva essere, movimentata appena da una picaresca Liana Orfei, maga e cartomante. Le ricostruzioni temporali sono accettabili e il filmetto va nella direzione verso cui si era prefissato di andare.