Holy Smoke - Fuoco sacro - Film (1999)

Holy Smoke - Fuoco sacro

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/04/08 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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Cotola 1/05/08 00:59 - 9052 commenti

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Cocente delusione visto che a dirigere è una regista come la Campion che in passato aveva dimostrato di possedere un talento non comune (e che in questo film spreca malamente con una storia francamente approssimativa ed a tratti risibile). Non un disastro ma nemmeno all'altezza dei lavori precedenti. Ed è un peccato sprecare così due bravi attori come Keitel e la Winslet.

Capannelle 29/04/08 16:15 - 4412 commenti

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La Winslet va in India e si invaghisce di un santone locale. I genitori ingaggiano allora Keitel, consulente specializzato in "riprogrammazioni dello spirito". Ma se poi è lui a rimanere stregato? Tema intrigante ma che poteva essere svolto con maggiore profondità. Keitel è bravo ma non eccelso, lei se la cava meglio del solito.

Redeyes 5/05/08 10:25 - 2449 commenti

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Film che non è un capolavoro ma possiede un suo fascino che cattura lo spettatore. La trama non brilla per originalità e, furbescamente, ci piazza un po' di misticismo che non guasta mai, ma non ne rimane soffocata. Bravo Keitel, anche se non nella sua migliore interpretazione, ottima la Winslet, che emana eros e di conseguenza emana ciò che il film voleva/doveva trasmettere. Piacevole la fotografia, merita una visione.
MEMORABILE: La Winslet che per ammaliare Keitel si fa la pipì addosso.

Homesick 27/10/11 18:17 - 5737 commenti

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Più il film procede, più sprofonda nel vuoto assoluto. Dove vuole andare a parare la Campion, con la lusinga antropologica della spiritualità e della manipolazione delle coscienze da parte delle sette? Ma al sesso naturalmente, zuccherandolo con cucchiaiate di sentimentalismo puerile e pedestre, psicologismi strappati dal diario di un’adolescente solitaria e frignona e una morale languida e superficiale. La regia è di routine, con affettate ricercatezze fotografiche; Keitel lercissimo, pure coinvolto in inguardabili momenti trash (v. sotto) cedendo alle floride carni della Winslet.
MEMORABILE: Le fantasie sessuali confessate dalla Lee; le urla di Keitel mentre si scopa la Winslet; Keitel vestito da donna e la sua dichiarazione di matrimonio.

Galbo 30/10/11 14:15 - 12399 commenti

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Sentimento, erotismo e misticismo. Dopo lo splendido Lezioni di piano, Jane Campion fa un film interessante sulla carta ma che mette troppa carne al fuoco ed ha il grande torto di non sapere sfruttare adeguatamente due attori bravi e fascinosi che infatti si perdono (lui sopratutto) e naufragano artisticamente con un film che non va da nessuna parte anche se con punti esteticamente apprezzabili. Deludente.

Rebis 26/12/11 21:39 - 2339 commenti

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In un mondo privo di autentica spiritualità e dominato dai conflitti – tra clan e individuo (l'ostracismo familiare), tra uomo e donna – l'illuminazione di Ruth si configura quale unica pulsione ancestrale, femminea e prevaricante. Jane Campion sceglie consapevolmente di catturarne solo gli effetti di superficie, di inseguire il gioco delle apparenze per enfatizzare il livore relazionale: ma ne ricava un film più sovraccarico che significativo, allettante nelle premesse e approssimativo nelle conclusioni. Indomabile e giunonica Kate Winslet; macchiettistico Keitel. Interessante, comunque.

Giacomovie 17/12/13 18:10 - 1398 commenti

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Film particolare nelle tematiche e nello svolgimento che richiede un po' di apertura mentale sul contrasto tra filosofie orientali e mondo occidentale. Affronta in modo anomalo ma pertinente argomenti esistenziali come la trasformazione interiore e la spiritualità. Jane Campion si conferma regista attenta ed è brava a evidenziare il lato passionale nella storia che sorge tra la splendida Kate Winslet e Harvey Keitel, il quale ha il compito di deprogrammare la mente di lei dalle influenze di un guru indiano; ma le vie dell'amore sono infinite. ***!

Maxx g 20/08/16 22:00 - 635 commenti

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L'idea, anche se semplice, era interessante: la redenzione di una ragazza persa profondamente nel misticismo indiano. Invece, man mano che si dipana il film, imperano il pressapochismo e un mix di generi, lasciando disorientato lo spettatore. Il grottesco (a questo punto involontario, direi) lo fa da padrone, con idee francamente discutibili. Keitel risulta sprecato, la Winslet appena sufficiente mentre gli altri sono solo figurine. Indiscusso, solo quello, il nudo della protagonista.

Saintgifts 19/02/17 09:40 - 4098 commenti

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Dalle affollate e odorose strade delle città indiane agli azzurri silenzi del deserto australiano. Spiritualmente parlando, visto che il film parte da folgoranti illuminazioni, quali dei due luoghi sia il più adatto per meditare è difficile dirlo. Mi sembra che le intenzioni della Campion, anche sceneggiatrice assieme alla sorella Anna, siano di mostrare quanto l'attrazione fisica tra esseri umani, non importa il sesso, sia prevaricante rispetto a tutte le migliori (e fasulle) intenzioni di elevare lo spirito. Buttato un po' troppo in burla.
MEMORABILE: La famiglia di Ruth (Kate Winslet).

Fedeerra 27/02/20 06:19 - 770 commenti

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Jane Campion alle prese con un altro ritratto di signora. Nelle sconfinate terre australiane l’autrice racconta l’annichilamento, l’alienazione, il sesso e la perdita di sé. Dion Beebe regala colori lividi e sgargianti al tempo stesso, Angelo Badalamenti scrive uno spartito musicale dal gusto malinconico, Harvey Keitel da maschio alfa diventa uno schiavo ubbidiente e Kate Winslet, appena sbarcata dal Titanic, è una splendida bomba a orologeria. Un film folle e dal gusto primitivo.

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Spazio vuotoLocandina In the cutSpazio vuotoLocandina Lezioni di pianoSpazio vuotoLocandina Un angelo alla mia tavolaSpazio vuotoLocandina Ritratto di signora

Buiomega71 12/06/21 01:29 - 2913 commenti

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Terrificante inizio in India, smarrimento per come la Campion si dia al genere "comico" (la madre della Winslet, il bambino non preso al volo che casca rovinosamente a terra). Dopo l'imbarazzo iniziale, che faceva presupporre che la regista si fosse bevuta il cervello, si rientra in carreggiata, saltano fuori gli umori carnali e folli di Sweetie, con la Winslet che fa pipì, regala un nudo integrale, Keitel en travesti sopraffino "vecchio porco", tentati mezzi stupri fuori dal bar e deliziosa volgarità a iosa nei dialoghi. Sgangherato, imperfetto, pacchiano, ma di sincera vitalità.
MEMORABILE: L'apparizione, kitschissima, della Winslet come dea Kali stile la fatina di Cuore selvaggio; Il violento pugno in faccia; Il sari in fiamme.
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  • Discussione Buiomega71 • 12/06/21 10:23
    Consigliere - 26015 interventi
    All'inizio è stato dura e stavo quasi per stoppare il film dallo smarrimento e dall'imbarazzo, convinto che la regista di Lezioni di piano si fosse letteralmente bevuta il cervello, in un coacervo di stupidate degne di un film demenziale e di personaggi insopportabili che si parlano continuamente addosso cianciando di futilità come le unghie sulla lavagna.

    Terrificante incipit in India (niente di peggio), dialoghi snervanti, situazioni da film comico andato  a male e di rara idiozia di pagliacciate senza senso (la madre della Winslet e la bomboletta di ossigeno, le riprese in velocità di Yvonne che si veste per andare all'appuntamento con Keitel, Keitel che arriva all'aeroporto e fà il figo, le pacchianate visive lisergiche della Winslet toccata dal santone indiano, Yvonne che mentre fa l'amore con il marito , durante l'orgasmo, guarda le foto di Tom Cruise e di Brad Pitt, il bambino non preso al volo che cade rovinosamente a terra, il figlio gay, la famiglia sciroccata, il parrucchino di papà, le amiche sceme, i continui dialoghi su fede e misticismo, due perfetti imbecilli che continuano a fare i cerebrolesi -non manca la triste gag dell'andare a sbattere contro un palo, sai che risatone-), dove il solo mio pensiero era com'era possibile che la Campion abbia potuto buttare all'aria il suo talento con cotanto spreco di maestranze (la fotografia mozzafiato di Dion Beebe, la musica di Angelo Badalamenti), per una commediaccia rancida e inguardabile come questa.

    Poi, per fortuna, dopo un trenta minuti di agonia spettatoriale, il film svolta (precisamente quando la Winslet rimane sola con Keitel nella casetta sperduta nel bel mezzo del deserto), e finalmente la Campion cambia inaspettatamente rotta, e salta finalmente fuori l'autrice carnale e sfacciata di Sweetie, diventa squisitamente sgradevole e si abbandona a deliziose volgarità (in primis i dialoghi quasi da film porno tra la Winslet e Keitel) facendo venire alla luce quel senso di sporco e di sana follia anticonvenzionale tipico della regista neozelandese (nonchè una larvata morbosità sulla disfunzione familiare, come quando il figlio gay si lascia scappare che da bambino, il padre, lo truccava e vestiva da donna per fargli imitare la sua cantante preferita)

    La Campion si appropria di immagini suggestive e bellissime (il sari che sventola in fiamme nella notte, la scritta HELP fatta con le pietre, i canguri, di notte, sulla strada abbagliati dai fari del pick up di Yvonne, Keitel che supplica la Winslet nel mezzo di un arido deserto, il tramonto rosso fuoco sulla strada), riprende gli assoli di Lezioni di piano (l'animalità di Keitel nei rapporti con la Winslet chiusi nella farm) e non mancano momenti che verranno, poi, ripresi in quel capolavoro che è In the cut (il sesso orale che Yvonne pratica a Keitel, la sequenza lesbo nel locale, la Winslet, ubriaca, che scampa per un soffio ad uno stupro a tre fuori dal bar).

    Il rigore formale e l'eleganza  di Ritratto di signora che fece amare la Campion al pubblico più raffinato , quì, va  a farsi benedire (e capisco perchè parecchi le hanno voltato le spalle all'uscita del film)  e la regista ritorna ai suoi esordi scomodi e politicamente scorretti, dove mostra la Winslet che si fa pipì addosso per eccitare Keitel, si lascia guardare, impudica, in un nudo integrale full frontal, il sesso diventa selvaggio e animalesco, Keitel en travesti con rossetto e sottoveste rossa che si prodiga in bukowskiane derive da "vecchio porco" che le piacciono le ragazze giovani, finendo per umiliarsi e smarrendo l'integrità mentale, la Campion che giocherella con il pulp tarantiniano (l'improvviso e violento pugno in faccia che Keitel molla alla Winslet, la Winslet chiusa nel baule dell'auto di Keitel con naso sanguinante) e omaggia la fatina buona di Cuore selvaggio che appare a Nicolas Cage con la kitschissima visione di Keitel che vede la Winslet palesarsi a forma di dea Kali nel bel mezzo dell'orizzonte australiano nel delirante pre finale.

    Inutile il "cameo" di Pam Grier, bruttissima la chiusa buonista (ma non meno peggio dei primi, insopportabili, 30 minuti iniziali), stravaganze autoriali che lasciano basiti, in un film sgangherato, pacchiano, imperfetto e volutamente eccentrico (tanto da scadere nel trash), ma innegabilmente coraggioso, per nulla convenzionale e a suo modo pregno di una sanguigna vitalità.

    Altro ritratto borderline femminile che si aggiunge alla galleria di eroine ribelli campioniane, in un improvvisa inversione di marcia nello stile (il manierismo di Ritratto di signora viene sconfessato e villipeso), tra polvere, cieli troppo azzurri,  turpiloquio, urina, vomito e umori femminili in libero sfogo, dove la Campion, già che c'è, ha tempo pure per strizzare l'occhio al George Miller di Mad Max (le due auto che sfrecciano sulla strada e il fesso vestito da cowboy sul tetto di una) flirtando, ogni tanto, con il cinema di genere.

    Da segnalare il filmato su Charles Manson e la family e il massacro della Guyana che Keitel proietta in tv, su vhs, alla famiglia della Winslet, con reazione sconcertante di lei.

    Irrita, infastidisce, fa scuotere il capo, riesce a sedurre e , a volte, anche a divertire, ma non lascia indifferenti (e non è cosa da poco).

    E come annunciava Ciak all'epoca della sua uscita sui nostri schermi, sono solo irrispettose Lezioni di plagio.
    Ultima modifica: 12/06/21 13:34 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 12/06/21 10:30
    Consigliere - 26015 interventi
    Chiedo a Capannelle (visto che ha inserito il film) perchè abbia messo avventura come genere prestabilito, visto che , alla fine, il film è una commedia (IMDB dà "comedy"e "drama", credo sia l'indicazione più consona). Mi sfugge il genere avventuroso sinceramente.
    Ultima modifica: 12/06/21 10:32 da Buiomega71
  • Discussione Capannelle • 12/06/21 14:42
    Scrivano - 3523 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Chiedo a Capannelle (visto che ha inserito il film) perchè abbia messo avventura come genere prestabilito, visto che , alla fine, il film è una commedia (IMDB dà "comedy"e "drama", credo sia l'indicazione più consona). Mi sfugge il genere avventuroso sinceramente.
    Ciao Buio, l'avrò messo per l'esotismo, le ambientazioni del film ma concordo che "drama" possa andar meglio.