Il secondo film sul Bounty (ispirato a fatti realmente accaduti) è un kolossal vecchi tempi con tutti i pregi ed i difetti del caso: lunghezza "oceanica" (più di 3 ore) che porta inevitabilmente a spezzare eccessivamente la tensione emotiva nonostante qualche momento molto coinvolgente ed alcune parti piuttosto riuscite, grande spiegamento di mezzi, bel cast di attori e, ovviamente, parecchie ingenuità e facilonerie tipiche di questi film. A segno le stilettate ironiche. In ogni caso un prodotto godibile. Tuttavia meglio la prima versione.
Copione visitatissimo (e film replicatissimo in tv), qui reso con un bello sforzo produttivo ma anche con una certa, tediosa magniloquenza, che unita al peso dei decenni lo rende piuttosto barboso. Brando invade l'inquadratura e vi si insedia con le più gigionesche intenzioni, finendo per caricarsi sulle larghe spallone tutti o quasi i pregi e i difetti. Se non ci si ammutina prima, una visione canonica.
Al di là dell'oceanica durata, del colossale esborso economico, il film è Brando. La pellicola in sè e per sè non cattura mai, non avvince, sembra graffiare appena e, a mio giudizio, non vale poi granchè. Poi, però, c'è Marlon che domina, che lancia sguardi e mossettine ed allora arrivi alla fine non soddisfatto, ma inspiegabilmente ci sei riuscito. Film banalotto che si sorregge unicamente sul suo attore di punta.
A bordo di una nave del 700 scoppia l'ammutinamento contro un capitano dispotico: i marinai fanno così rotta verso le delizie delle isole tropicali. Filmone sontuoso (ed estenuante), costruito attorno all'appariscente Marlon Brando, ha tutti i crismi del grande film senza averne il pathos. In particolare, la tensione si squaglia nelle parti sull'isola, con una imbarazzante perdita di ritmo e di senso, pensando che per reggere basti vedere qualche bella ragazza in mezzo alle palme. Piuttosto noioso.
Pellicola invecchiata piuttosto male, che ha come principale punto debole una fumettosa e troppo lunga parte centrale sull'isola, che oltre ad annoiare, finisce solo per appesantire il tutto (si spera che salpino, ma bisogna aspettare parecchio). Per fortuna, quando sul veliero entrano in gioco, il comandante psicopatico (così carogna, che sfiora la macchietta) e Brando (il suo secondo dai modi gentili, quasi femminei), il tutto si rianima, dando almeno un perchè al film, che altrimenti risulterebbe solo un polpettone ormai ultradatato.
MEMORABILE: La borraccia sul pennone (chi la vuole deve arrampicarsi); Schiacciato dal barile; Il giro di chiglia (punizione equivalente alla pena di morte).
La storia (alquanto romanzata) di un celebre ammutinamento portato sul grande schermo da Milestone con un senso delle proporzioni un po' sballato e abissale nella durata. Sfarzoso ma vuoto, si sarebbe potuto ampiamente depurare delle parti a terra per concentrarsi sulla vita a bordo (la parte migliore). Ovviamente il trio Howard-Brando-Harris è quello che fa veleggiare la pellicola in maniera accettabile, ma resta pur sempre impossibilitato a navigare fra i marosi di un'opera ridondante ma squilibrata. Tra i tanti bravi caratteristi si segnalano Noel Purcell e Hugh Griffith.
Delle tre versioni del più celebre ammutinamento della marina inglese, questa è la più sfarzosa ma anche la meno riuscita. Il primo difetto è l'aver allungato il brodo con le riprese sull'isola con annessi risvolti sentimentali. Il secondo è l'impostazione brandocentica che mette in secondo piano il pur valido Howard, privando il film di quella contrapposizione caratteriale tra capitano e secondo in comando che aveva costituito l'asse portante del primo film e verrà riproposta anche nel terzo. Il risultato sono tre ore di noia patinata che riservano ben pochi momenti interessanti.
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Il film fu un disastro produttivo che, a detta del Mereghetti, è imputabile in gran parte allo strapotere concesso a Marlon Brando. Pare, infatti, che fu lui a volere il cambio della guardia in "cabina di regia" (dove inizialmente era "seduto" Carol Reed accusato di essere troppo "filoinglese") ed a modificare la sceneggiatura (cui, si dice, partecipò anche Billy Wilder) al punto da imporre una lettura del suo personaggio come "eroe incompreso condannato al calvario".
Sul set nacque la storia d'amore tra Brando e Tarita che divenne poi sua moglie.
Cotola ebbe a dire: lo strapotere concesso a Marlon Brando.
Chi l'avrebbe detto: eppure ci sono persino dei momenti in cui non viene inquadrato....
CuriositàDaniela • 7/06/20 01:44 Gran Burattinaio - 5946 interventi
Seconda trasposizione cinematografica del romanzo L'ammutinamento del Bounty di Charles Nordhoff e James Norman Hall, a sua volta ispirato all'episodio dell'ammutinamento del Bounty avvenuto nel 1789 nell'Oceano Pacifico.
La prima era stata Gli ammutinati del Bounty del 1935 diretto da Frank Lloyd con Clark Gable, Charles Laughton e Franchot Tone.
La terza versione è Il Bounty del 1984, regia di Roger Donaldson, con Mel Gibson, Anthony Hopkins e Daniel Day-Lewis.
DiscussioneRaremirko • 9/03/21 20:26 Call center Davinotti - 3863 interventi
Il film a me è piaciuto molto, a partire dallo sfavillante aspetto tecnico (sembra girato ieri il film, e non 60 anni fa).
Ottimo cast, tanti mezzi economici (il Bounty fu ricostruito davvero e quello che alal fine si vede bruciare non è la nave, ma bensì un modellino) in quella che è senza dubbio la più sfarzosa delle versioni filmiche dedicate alla celebre storia, già piena di suo di potenzialità.