Che strano film, questo The Unholy. Sembra voler attingere alle atmosfere di Avati (il prete e la chiesa) ibridandole con un pizzico di esorcismo e thriller puro, sviluppato attorno alla manifestazione (sottoforma femminile) del Diavolo, che si accanisce (fisicamente) contro gli "uomini di Dio". L'idea è graziosa, il budget c'è, ma sul piano visivo gli effetti (tanti) di creature demoniache e di epifanie mostruose (il finale) non convincono essendo maldestramente realizzati. Un tardivo epigono del filone demoniaco, che non centra l'obiettivo sparando cartucce a salve nel vuoto.
Il diavolo è vivo e vegeto, risiede a New Orleans e veste panni muliebri. O forse no? Ecco l’assunto di base di questo filmaccio insulso e delirante in cui non si salva niente e nessuno: regia pessima, sceneggiatura ridicola dall’inizio alla fine, attori allo sbando e via dicendo. Il finale poi è una baracconata allo stato puro che potrebbe però mandare in visibilio gli amanti del trash. Talmente brutto e serioso da non risultare nemmeno divertente.
Partendo dalla fine, gli ultimi minuti sono una baraonda trashissima con effetti da baraccone e sproloqui mistici a cui è arduo resistere. Il sollazzo è così improvviso, però, da fare un frontale con il tono utilizzato fino a pochi istanti prima: serissimo, indolente, compassato, con un Ben Cross quasi inebetito e ben pochi guizzi (la buona fotografia di una New Orleans notturna, l’indefinito prete cieco). Almeno ci sono Hal Holbrook e una svenevole e sexy Nicole Fortier: anche per questo, in cuor mio, gli dò la sufficienza.
MEMORABILE: L'orrido demone dalla lingua lunga che si avvicina a Ben Cross e fa temere il blowjob...
Horror soprannaturale a sfondo religioso che può vantare quantomeno un'atmosfera abbastanza sulfurea; qualche momento riuscito c'è, anche grazie a SPFX non disprezzabili, pur se le creature mostruose nel finale risultano un po' troppo kitsch. Ci sono comunque simbologie blasfeme e momenti suggestivi, anche se dispiace che New Orleans sia sfruttata tutto sommato poco; non male invece il cast, tra cui un ineffabile Holbrook. Nel complesso, un horror un po' dimenticato ma che può valere una riscoperta, con tematiche all'epoca poco gettonate ma che sono poi tornate in auge nei 2000.
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Al pari di Angel Heart, Soprannaturale venne girato nel New Orleans da un ex stuntmen (Camilo Vila) convertitosi alla regia.
Pare che la sceneggiatura, opera del più sopra citato Philip Yordan, fosse un tantino invecchiata all'epoca della realizzazione, da cui il probabile anacronismo del tema - diabolico - trattato nel film, decisamente più in linea con pellicole horror degli anni Settanta.
Il finale venne imposto dalla casa di produzione, ossia la Vestron, che fece per l'occasione costruire una creatura meccanica (e mostruosa of course) all'effettista Bob Keen.