Fuoco! - Film (1968)

Fuoco!

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/04/11 DAL BENEMERITO FAUNO
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Fauno 8/04/11 15:51 - 2208 commenti

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Se per altri film misteriosi stile Time ho fatto uno sforzo notevole a non parlarne dettagliatamente onde non azionare la solita arma a doppio taglio (suscitare interesse ma fare lo spoiler), su questo devo dire che se non è stato distribuito una ragione c'è. D'accordo la cinepresa a mano, ma qui non c'è nulla di artistico o di filosofico... solo un dissennato che si mette a sparare alla Madonna di una processione e si barrica in casa. Un altro paio di cose che sarebbero essenziali non si capiscono. Come si può apprezzarlo?
MEMORABILE: La scritta del regista di dedica ai suoi figli. Problemi suoi, ma la cosa mi stupisce

Kanon 29/09/11 13:49 - 604 commenti

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E se inforcassi un fucile ed iniziassi pur io a sparare? Mentre dall'altra parte della città riecheggiano ancora le pistolettate di Ferreri, qui in paese i moti del '68 si confondono nel più cronachistico realismo della disagiata realtà sociale, dove più che la noia del borghese la fa da padrone un urlo strozzato di ribellione verso lo status quo vigente. Come cantava Bobby Solo, "non serve bere una bibita se in fondo all'anima sogni l'oceano" (ma Piccoli ha già preso il largo, ormai). Il flower power del cambiamento è ben lungi da certi ambienti.

Pigro 19/03/12 10:40 - 9635 commenti

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Un uomo spara sulla processione, poi si barrica in casa con moglie, figlioletta e suocera (appena uccisa): inizia così un film crudo e impressionante, un vero pugno nello stomaco, non per la violenza, ma per l’impenetrabilità nelle motivazioni, secondo una scelta narrativa spiazzante e folgorante. Girato in 16mm, con camera a spalla, senza musica e con pochissime impacciate parole, il film rapisce nel vortice del suo stallo claustrofobico. E finisce come inizia: senza spiegazioni, nella pura contemplazione di accadimenti incomprensibili. Fulminante.

Myvincent 24/02/17 20:29 - 3727 commenti

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Il disperato grido di un uomo barricato nella sua misera casa dove tiene in ostaggio tre donne, moglie, suocera e figlioletta. Senza proferire parola, il protagonista comunica quasi esclusivamente con gli spari delle armi che, copiose, ha radunato a sé per realizzare il suo lucido, folle progetto. Non vengono spiegate le motivazioni e ognuno può avanzare le proprie ipotesi. Peccato per il tedio che fa continuamente capolino, nonostante i buoni propositi del regista.

Apoffaldin 26/03/24 22:39 - 9 commenti

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Un disoccupato spara su una statua della Madonna e si barrica in casa con moglie, figlio e suocera. Farà sentire la sua voce solo alla fine, poco prima di arrendersi. Memore della lezione del grande realismo d'autore, il punto di forza espressivo del film è la casa sprangata che, senza perdere nulla in concretezza, diventa metafora dell'isolamento della coscienza del protagonista dalla quotidianità esterna. Emblematici in questo senso anche i richiami che vengono dall'esterno, percepiti dal protagonista come dallo spettatore sempre più privi di senso e utilità.
MEMORABILE: La casa come metafora.

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  • Discussione Pigro • 12/10/12 09:52
    Consigliere - 1659 interventi
    Come diceva il Giangi, non serve arrotolare la corda quando puoi tagliarla (con buona pace di Bobby e Piccoli). ;-))
  • Discussione Il Dandi • 12/10/12 10:21
    Segretario - 1488 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    "Come diceva il Bobby, non serve bere una bibita se in fondo all'anima sogni l'oceano (ma Piccoli ha già preso il largo, ormai). Il flower power del cambiamento è ben lungi da certi ambienti".
    (Kanon)
    **********
    Chi è Bobby? Chi è Piccoli?
    Ammetto mia ignoranza. Mi spiegate cosa vuol dire?


    Piccoli non lo so, ma Bobby è questo:

    http://www.youtube.com/watch?v=0_dfJ2FwUIU
  • Discussione Caesars • 12/10/12 10:34
    Scrivano - 16800 interventi
    Credo che Piccoli sia Michel, interprete di "Dillinger è morto" (mi pare di capire che Kanon faccia riferimento a quel film, ma il suo commento è un po' "criptico", almeno per me)
  • Discussione Trivex • 12/10/12 10:45
    Archivista in seconda - 1316 interventi
    Mi fermo alla prima scena (quella disponibile sotto i commenti).

    C'è una bimba piccola (troppo piccola) che piange veramente (non si può essere attori consapevoli a quell'età).

    E' terrorizzata e trema!

    Scusate, sarò anche un vecchio (d'età) papà già un po' rimbambito, ma per me la visione finisce qui.

    Insopportabile.
  • Discussione B. Legnani • 20/10/12 20:23
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Credo che Piccoli sia Michel, interprete di "Dillinger è morto" (mi pare di capire che Kanon faccia riferimento a quel film, ma il suo commento è un po' "criptico", almeno per me)

    Kanon non risponde alla chiamata, per cui ho modificato il meno possibile il suo testo nella parte di Bobby Solo. Per Piccoli/Dillinger lascio a Zender la scelta di cosa fare.
  • Discussione Zender • 20/10/12 20:30
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Se mi puoi richiamare quando ho modo di agire seriamente sul database ti ringrazio.
  • Discussione Zender • 21/10/12 09:05
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Lasciamo così.
  • Discussione B. Legnani • 22/10/12 21:52
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Si, i riferimenti son giusti: Bobby Solo e Michel Piccoli. Comprendo la cripticità del commento, cercherò d'esser più chiaro in futuro.

    Non ha cambiato una virgola, linkando le parole su Piccoli al film di Ferreri, in modo che sia chiaro il riferimento.
    Grazie.
  • Discussione Pigro • 24/03/15 15:49
    Consigliere - 1659 interventi
    E' morto Gian Vittorio Baldi.

    da "La Repubblica":

    Gian Vittorio Baldi si è spento ieri sera a Faenza a 84 anni. Nato a Bologna nel 1930 è stato un protagonista della stagione gloriosa del cinema italiano, regista e produttore coraggioso di opere come “Porcile” di Pier Paolo Pasolini e “L’amore coniugale”, pellicola di Dacia Maraini, girato negli anni più intensi delle lotte femministe.
    Dopo aver frequentato a Roma il Centro Speciale di Cinematografia, aveva esordito alla regia nel 1958 con “Il pianto delle zitelle”, vincendo il Leone d’Oro come miglior cortometraggio a Venezia. Ma aveva mantenuto sempre la doppia qualifica di “regista” e “produttore”, sempre con spirito ribelle e indipendente rispetto all’industria del cinema, soprattutto negli anni Sessanta, quando affascinato dall’esempio di Rossellini, sognava di dare l’assalto alla “città del cinema” disprezzando le leggi del mercato.

    Il suo film più importante è “Fuoco!” girato nel pieno della ribellione del 1968, racconto di una tragedia sociale e familiare che nasce dallo sparo di un disoccupato contro la statua della Madonna, durante una processione. La stessa attitudine anarchica l’ha dimostrata producendo film come “Cronaca di Anna Magdalena Bach” di Straub-Huillet, “Diario di una schizofrenica” di Nelo Risi, “Quattro notti di un sognatore” di Bresson e, di Pier Paolo Pasolini, oltre a “Porcile” anche “Appunti per un’Orestiade africana”. “Nonostante fosse vicino agli 85 anni non è mai entrato nella terza età – dice Roberto Chiesi della Cineteca di Bologna con cui ha lavorato a lungo - non ha mai voluto fermarsi, né andare in pensione A più di ottant’anni è andato a girare un film in Brasile fra mille difficoltà”. E fino all’ultimo ha lavorato ad organizzare seminari e lezioni di cinema per le giovani generazioni, in particolare attraverso l’International Film Academy da lui creata e capace di portare a Bologna docenti come Bernardo Bertolucci e Abbas Kiarostami.

    Il suo fondo di film è conservato alla Cineteca di Bologna che da sempre si occupa di valorizzare la sua opera. All’attività cinematografica aveva affiancato dagli anni Novanta quella di vignaiolo, antesignano, quando ancora non erano di moda, dei vini naturali, fondando “Castelluccio”, nelle colline fra Brisighella e Modigliana, a cavallo fra le province di Forlì e di Ravenna, dove ha prodotto vini famosi e premiati in tutto il mondo.
  • Curiosità Apoffaldin • 27/03/24 14:23
    Galoppino - 15 interventi
    Il 17 febbraio 1971 il Ministero del Turismo e dello Spettacolo comunica che "FUOCO!" è escluso dal Premio di Qualità. Non si fanno attendere le reazioni di cineasti, scrittori e critici, che firmano un telegramma indirizzato al ministro:

    "Abbiamo appreso dai giornali che la Commissione del Premio Qualità, presieduta dal critico cinematografico Gian Luigi Rondi, non ha concesso il riconoscimento al film prodotto dalla IDI Cinematografica 'FUOCO!' diretto da Gian Vittorio Baldi. Noi consideriamo il film una delle opere più degne e significative del cinema italiano degli ultimi anni".

    Firmato: Gianni Amico, Adriano Apra, Mino Argentieri, Luigi Chiarini, Ennio de Concini, Callisto Cosulich, Ennio Flaiano, Ettore Giannini, Tonino Guerra, Tullio Kezich, Dacia Maraini, Morando Morandini, Alberto Moravia, Giorgio Moscon, Pier Paolo Pasolini, Flavio Paulon, Guido Piovene e Francesco Savio".

    Fonte: "Fuoco! Il cinema di Gian Vittorio Baldi, Film+DVD (a cura di Roberto Chiesi), Edizioni Cineteca di Bologna, 2009, pagg 78-79.
    Qui sotto: telegramma di protesta di Pier Paolo Pasolini al ministero Turismo e Spettacolo. Stessa fonte. Retrocopertina.


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