Escrime au sabre japonais - Corto (1897)

Ottimo. La Società Lumière inaugura il cinema action orientale girando una scena di kendo di straordinaria potenza visiva che, inserita in un lungometraggio, farebbe ancora oggi la sua bella figura e avrebbe ancora molto da insegnare a tanti registi e maestri d'armi. Sorprende in particolar modo la concitazione della lotta, espressa dalla furia dei velocissimi colpi di sciabola.

Quasi un esordio del cinema di arti marziali questo brevissimo cortometraggio realizzato in Giappone. Si tratta della ripresa di combattimenti di Kendo che colpiscono per la loro concitazione, la rapidità dei movimenti ma anche la capacità di riprendere gli stessi da parte dei realizzatori.

All’epoca i costumi e i movimenti marziali degli sciabolatori nipponici dovevano impressionare il pubblico europeo in cerca di esotismi. Ma la breve pellicola si esaurisce in un confuso rutilare di lame, in uno scontro tutti-contro-tutti in cui non si capisce niente, come un carosello impazzito, al quale fanno da contorno suonatori e cerimonieri. Tanto frenetico l’agitarsi dei giapponesi in questo chiassoso incontro di kendo, quanto modesto (e caotico) il risultato.

Documentario girato nel lontano Oriente, a Kyoto, al quale diventa difficile attribuire un pallinaggio. Interessante il tema, ma non particolarmente acuto il modo di svilupparlo, peraltro tagliando l'immagine ideale ai lati, ma siamo solo nel 1897. Ne risulta un turbinio un po' troppo articolato e complesso. Constant Girel, nel suo giro in Oriente, ha sicuramente fatto di meglio.

Una marea di colpi vibrati nell'aria che arrivano a destra e a manca senza soluzione di continuità. Troppa confusione in questo cortometraggio, che non riesce a farsi apprezzare come dovrebbe. Lo spirito è sempre quello di voler documentare qualcosa di insolito da mostrare agli occhi degli occidentali, ma il ritmo frenetico non avrà aiutato gli spettatori dell'epoca a capirci molto.