Alla fine del 1899, un giovane medico giunge in una sperduta clinica per agiati malati di mente, diretta da un uomo illuminato che fortunatamente usa metodi meno crudeli di quelli del suo predecessore per curare i pazienti... Prometteva bene il ritorno del regista fra le mura di un manicomio, ma il film, dopo un'inizio brillante, indugia troppo sul versante sentimentale e si appiattisce sugli stereotipi freaks. Peccato, perché, considerato anche il cast di lusso, poteva sortirne un racconto gotico memorabile e non solo abbastanza un film abbastanza gustoso così come è.
MEMORABILE: "Perché farne un uomo infelice quando può essere un cavallo felice?"
Fotografia e scenografie di prim'ordine, confezione professionale e un valido cast non bastano a tenere su l'asticella per l'intera durata del film. Nella prima parte l'intreccio è costruito bene, l'introduzione dei personaggi segue l'ordine giusto e si raggiunge una certa ambiguità. Poi alcune sequenze appaiono superflue o comunque meno incisive. Non male il finale e l'epilogo per i personaggi principali.
Racconto gotico tratto da Edgar Allan Poe, convince per la raffinata ambientazione. La prima parte è riuscita per la buona caratterizzazione dei personaggi e una storia che promette interessanti sviluppi. Purtroppo nel prosieguo viene valorizzata una storia d’amore abbastanza banale e risaputa che danneggia il film nel suo complesso. Tra gli attori, Caine e Kingsley una spanna sopra gli altri. Non male ma poteva essere meglio.
Epopea amorosa alla Titanic, con un manicomio che affonda al posto del transatlantico. Patinatissimo, per carità. E con un inizio non male che sembrava presagire qualcosa di intrigante, anche perché le cliniche psichiatriche in lande desolate dalle atmosfere gotiche novecentesche hanno sempre il loro fascino. Eppure. In un regno anarchico, dove i folli divengono medici, ci si poteva aspettare una sceneggiatura più azzardata e innovativa. Ma la missione fallisce, ricorrendo a stereotipi banali (il gigante buono, per dirne uno). Epilogo altrettanto prevedibile.
MEMORABILE: Lamb: "Siamo tutti pazzi dottor Newgate. Qualcuno non lo è abbastanza per ammetterlo".
Non male, con una partenza molto promettente e un intro dei personaggi veloce e ben costruita. A metà perde leggermente pezzi fissandosi troppo sulla storia d'amore dei protagonisti, ma atmosfera e ambientazioni rimangono macabre e inquietanti quanto basta a restare vigili. Il cast poi aiuta, con le vecchie leve Kingsley e Caine una spanna sopra gli altri. Belli i molteplici finali.
Una volta ripulitoci dall’appicicume delle melliflue smancerie (va bene la liason e va bene il romanticismo, ma quando è troppo è troppo), c’è da esserne moderatamente soddisfatti visto che il racconto scorre arzillo tra sospiri gotici, la regia intriga (ma per Anderson avere un debole non è un delitto) e sia Kingsley che Thewlis incendiano il manicomio. I vari mini-twist si lasciano però intuire senza sforzi sovraumani e bastano pochi minuti per far svanire la parte centrale: magari non tutte le scene erano essenziali? Si candeggia da solo.
Ambientato sul nascere del XX secolo in un manicomio dove giunge un giovane medico e trova strane situazioni. Thriller storico dalle suggestive ambientazioni confezionate alla perfezione, con un soggetto piuttosto singolare che inverte e rende sottile il confine tra follia e normalità. La sceneggiatura non annoia nonostante la durata non esile: dotata di alcuni colpi di scena, riserva il twist nel beffardo finale. Ben Kingsley dopo Scorsese ormai è di casa nelle parti da manicomio, anche se qui interpreta un ruolo ambiguo e duplice; e la Beckinsale ha sempre il suo fascino.
Il racconto è di Poe quindi criticarlo è piuttosto difficile, i personaggi sono affascinanti, il plot twist geniale. Il film indugia qualche volta su una storia d'amore abbastanza secondaria ma tiene fino alla fine, di certo può contare su scenografie e costumi di ottima fattura. Kingsley sopra tutti ma anche gli altri non sfigurano. Molto interessante, come sempre in questi casi, il confronto fra i "pazzi" e coloro che vengono classificati come normodotati, Jack Nicholson insegna. Bel film.
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DiscussioneDaniela • 3/11/14 08:44 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Per Zender:
la scheda di IMDB è intestata "Eliza Graves", ma questo era il titolo di lavorazione. Il film è stato distribuito nelle sale statunitensi con il titolo definitivo "Stonehearst Asylum".
Ho inserito "aka: Eliza Graves" nella nota, vedi tu se è il caso di mantenerla :o)
CuriositàDaniela • 3/11/14 08:47 Gran Burattinaio - 5945 interventi
The System of Doctor Tarr and Professor Fether è un racconto breve di Poe, ispirato ad un fatto assai curioso a cui aveva personalmente assistito durante una visita in Francia meridionale.
Prima del film di Brad Anderson, il racconto è stato adattato per lo schermo nel 1913 ne Il sistema del dr. Gondron e del prof. Plume, un cortometraggio diretto da Maurice Tourneur.