Due - Film (2019)

L'idea di un amore saffico in età da pensione poteva risultare interessante, ma il tutto crolla sotto il peso di banali svolte drammatiche e forzature di varia natura. Se da un lato si apprezza il tentativo di non eccedere nel ricattatorio per far spazio a qualche riuscito momento sulla scia di Amour, dall'altro si arranca tra scontate nostalgie con canzoni ad effetto e soluzioni poco credibili. Tra queste, l'anacronistica reazione dal sapore ottocentesco di fronte alle due donne a letto: un modo come un altro per allungare il brodo? Estetica non sopraffina, ottime interpreti.

Una lunga storia di amicizia/amore tra due donne over viene messa a dura prova dalla malattia di Madeleine che costringe anche Nina ad uscire allo scoperto, scontrandosi con pregiudizi morali e ottusità dei benpensanti. A parte qualche eccesso di sentimentalismo sul ruolo dell'amore che vince su tutto, la vicenda conquista per la sua veridicità di fondo, sulle difficoltà oggettive familiari e sociali che costringono le protagoniste alla doppiezza e a una semiclandestinità. Ottimo esordio alla regia per Meneghetti e toccante l'interpretazione delle due attrici Sukowa e Chevallier.

Vicine di casa, due donne sono amanti da oltre vent'anni: Nina vorrebbe vivere la loro relazione apertamente, mentre la vedova Mado non ha il coraggio di rivelare la verità ai figli... Per l'esordio nel lungometraggio, il regista sceglie un tema impegnativo come il sesso in età avanzata, affrontato comunque con molto pudore. Dopo un inizio riflessivo, un evento invalidante imprime una volta ed il ritmo si fa più serrato assumendo cadenze quasi da thriller con alcuni snodi poco convincenti, ma la dolcezza di questo amore lesbico e le buone prove attoriali giustificano la visione. 

Da un regista italiano giovane, un film intimista molto europeo che racconta dell'amore maturo fra due donne, così differenti caratterialmente. Lo stigma sociale e culturale è ancora molto forte ai giorni nostri, specie se sono i figli a generarlo, ancorati a una falsa immagine della famiglia, tutta rose e fiori. La mano descrittiva è molto delicata, ma anche forte nelle risoluzioni narrative. Sempre senza mai scadere nel patetismo edulcorato.

Filippo Meneghetti esordisce alla regia con la una storia d'amore che coinvolge due donne non più giovani che tengono per anni segreta la loro relazione fino a un evento che segna una svolta nella loro vicenda. Sebbene con qualche non necessaria spettacolarizzazione drammatica, la storia è ben raccontata, in un crescendo che la porta su versanti quasi da thriller nella contrapposizione tra i personaggi. Molto contribuiscono alla riuscita del film le due carismatiche attrici protagoniste, con particolare riferimento alla Chevalier, alle prese con il ruolo più difficile.