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La nostra recensione di Diversamente

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Cinque episodi che, come suggerisce il titolo, analizzano la diversità contestualizzandola nel mondo di oggi, analizzando i tanti casi in cui emergono forti contrasti tra persone dalle opinioni profondamente differenti. Nel primo (LEI E L'ALTRA) una valente laureata in medicina (Zanella) sogna la cattedra da ricercatrice ma finisce sotto l'auto di Vanessa (Andreozzi), star del coattismo televisivo che l'accoglie in casa sbattendole in faccia la ricchezza da fenomeno del momento. Canta e danza in tv da Magalli, i fan la fermano per strada, straguadagna e provoca la triste invidia dell'altra, che vive di poco e forse non ha capito nulla di come gira il mondo. Ma ci sarà un...Leggi tutto riscatto, ovviamente, perché ogni storia ci lascia con un messaggio facile facile e positivo, in linea con le ambizioni non certo trascendentali del film. I mezzi son quelli che sono, la sceneggiatura non brilla granché e buona parte della riuscita è affidata a un cast ben scelto e a una regia sostenuta che permette di non annoiarsi troppo. Qui il confronto tra una Andreozzi versione romanesco-coatta piuttosto scatenata e una Zanella assai mogia (vista la situazione) non sortisce troppi fuochi d'artificio ma si lascia vedere, portandoci magari a riflettere sulle raccomandazioni in ambito lavorativo (anche se lo si faceva già ai tempi dei COMPLESSI...). In LUI E L'ALTRO ad essere centrale è il solito rapporto tra etero e gay. Pietro (Borghi), cacciato di casa dalla fidanzata (Wurth) sentitasi trascurata, va ad abitare con Omero (Bacchi), omosessuale con fidanzato spesso ospite in casa. Il primo insegnerà al secondo come agire dal lato pratico (come usare il trapano, sturare un lavandino...), il secondo ricambierà spiegando come riconquistare la ex. Anche qui soggetto abusato risollevato da qualche timida battuta all'interno di uno stereotipatissimo disegno dei caratteri (lui romanista sfegatato, l'altro intenditore di moda...). Si procede tra sfacciate banalità e si conclude con un finale che lascia il tempo che trova. Almeno c'è però la voglia di inserire qualche timida idea simpatica (graficamente con l'animazione dei simboli del WC, coreograficamente con il balletto gay sul campo da calcio). In NOI E GLI ALTRI una coppia si trasferisce a Roma in un condominio nel quale i vicini di casa sono (o sembrano essere) solo extracomunitari, prostitute, donne delle pulizie svergognate e via dicendo. Lei (Misasi), insegnante ossessionata da presenze tanto “diverse”, comincia ad andare fuori di testa e l'episodio non ne guadagna: è quello più sopra le righe, esagitato, più povero d'idee e nel complesso recitato con meno convinzione, nonostante la presenza di Fioretta Mari nel ruolo dell'attempata e gigionissima agente immibiliare e dell'ex miss Italia Denny Mendez tra i condòmini. Ripetitivo e chiuso malamente, non è proprio il fiore all'occhiello del film... Né si va molto meglio con L'AMORE NON HA RELIGIONE, in cui davanti al direttore d'un ospizio si ritrovano i figli di una coppia anziana da lì fuggita: quelli di lei musulmani, quelli di lui cristiani, si confrontano e si insultano per le rispettive mancanze non appena il direttore si assenta, mentre i nipotini, alle loro spalle, se la ridono. Lo scontro tra religioni diverse si fa pretesto per offese gratuite e gag ben poco divertenti. La figlia italiana (Pellini) è la più scatenata, gli altri abbozzano e fan da spalle, ma non si crea alcuna alchimia nel cast (tanto meno nei due ragazzini complici, insopportabili) e la chiusura consolatoria è rabbrividente, nella sua scontatezza. Con UNO DI NOI si rispolvera il tema del figlio adottivo di colore, accolto a braccia aperte dalla nuova madre (Axen) e con malcelata delusione dal padre (Montedoro), il quale già a sentire che “veniva dal Sud” storceva il naso, figurarsi alla vista di un Sud... tanto Sud. Eccellente la Axen nel ruolo della madre amorevole, più canonico Monteduro come padre incapace di affezionarsi al ragazzino (Iachini). Un episodio ancora una volta dalla trama facile facile ma che se non altro a suo modo commuove grazie all'umanità comunicata dal cast, bimbo compreso. Finale telefonatissimo a testimonianza di come non ci si sia certo rotti la testa, nell'ideare queste cinque storie lineari, prevedibili, utili a intrattenerci per una ventina di minuti ciascuna ricordandoci gli anni in cui lo stesso tipo di film veniva costruito da autori di ottimo livello con risultati spesso non troppo dissimili ma dalla confezione almeno in apparenza meno scialba. Brioso comunque, a bilanciare l'elementarità un po' misera dei (pur validi) messaggi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/11/21 DAL DAVINOTTI
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Gabrius79 8/01/22 18:53 - 1522 commenti

I gusti di Gabrius79

Film composto da cinque episodi non tutti riusciti. Il primo è forse il migliore, con la coppia Andreozzi-Zanella che riesce a far sorridere e riflettere in modo semplice; nel secondo abbiamo Borghi e il tema dell’omosessualità affrontato in punta di piedi senza strafare ma con esiti discreti; nel terzo una esagitata Misasi con una più tranquilla Mendez, ma i risultati sono troppo sopra le righe; nel quarto con la Pellini regna sovrana la noia e si passa al quinto con un’ottima Axen e un misurato Montedoro alle prese con un’adozione (con finale prevedibile). Passabile.

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