Cities of last things - Film (2018)

Chi è Zhang, assassino a sangue freddo di tre persone nella Cina del 2056? Il film, articolato in tre episodi, segue il protagonista a ritroso nel tempo rivelando le ragioni della vendetta. Il primo segmento è il più coinvolgente perché alla distopia, pur non originale (i microchip, la droga per ringiovanire), si aggiunge un breve incontro d'amore che, alla luce del secondo, si ammanta di tragica nostalgia. Il resto della pellicola, nonostante la professionalità, si sgonfia progressivamente con una resa un po' distaccata della parabola umana di un uomo esacerbato dalla sconfitta.

La storia di un ex poliziotto, Zhang, narrata a ritroso a partire da un drammatico futuro prossimo in una Cina in preda a una sorta di dittatura digitale, per risalire a eventi e cause che hanno il protagonista a vendette e violenze. La struttura temporale di questa narrazione, a parte in inizio coinvolgente, mostra però molte debolezze e una de-escalation che nell'insieme risulta meccanica e perfino puntigliosa (in altalena con la mamma); in fondo non si tratta che di una banale storia di un uomo emarginato che cerca un suo riscatto nell'arco di tutta la sua vita.