Caccia al mostro - Film (2014)

Horror con le tinte di una favola nera, complice la gelida e azzeccata fotografia che ben rende l'isolamento e la gelida atmosfera del paesino di montagna teatro della vicenda. La trama è prevedibile ma è proprio l'ambientazione (aiutata da una sceneggiatura che temporeggia nell'introduzione del mostro) a funzionare. La creatura una volta svelata delude per l'eccesso di effetti digitali, ma il film è dignitoso.

Il mostro in fin dei conti arriva solo nell’ultimo quarto d’ora, ma è una scelta corretta: oltre ad evitarci acidissimi rigurgiti da CGI, consente di focalizzarci su miserie e rimorsi di quella cittadina di montagna che pare la reale protagonista della pellicola, soffocata da lutti distruttivi e da scelte irreparabili. Funzionale l’accoppiata Durand/Haas, almeno quanto una fotografia cerulea e gelata che fa venir voglia di uno scialle caldo per il corpo e il cuore. B-Movie intimista che lascia un sapore amaro, e non solo a chi bramava frotte di creature e torrenti di sangue.

Monster-movie dagli echi kinghiani che propone un'origine più criptozoologica che demoniaca del noto wendigo. Niente di nuovo, cominciando dallo sceriffo protagonista in preda ai sensi di colpa per la morte del figlioletto (non mancano rimandi piuttosto espliciti al dicembre rosso shocking di Roeg) e proseguendo col subtext ecologista (il mostro disturbato dal disboscamento), ma lo script è strutturato correttamente e Heller azzecca qualche momento di tensione. Peccato per il climax conclusivo, con una CGI becera che svela le ristrettezze del budget. Simpatica la sorpresina finale.

In pellicole come questa è indispensabile riuscire a non scivolare nel ridicolo, soprattutto quando si utilizzano leggende come il Wendigo. E bisogna ammettere che qui tutto procede dignitosamente, seppur senza particolari guizzi (trauma dello sceriffo compreso) fino all'epilogo, dove il mistero viene svelato e un po' di delusione si disegna inevitabilmente sul volto di chi ha seguito la vicenda. Non è facile infatti digerire quello che viene proposto come conseguenza del disboscamento di vaste aree remote. Comunque resta vedibile, nonostante la breve data di scadenza nella memoria.