Beautiful friend - Film (2023)

Com'è il serial killer alla luce del Covid? Ancor più disagiato alienato anaffettivo più incel che mai ma non binario, cospirazionista e semiluddista, equidistante da titanismo e vittimismo. Com'è il serial killer-movie post-covid? Freddamente sperimentale, banalmente filosofeggiante, hanekaro, metacognitivo, entomologico e con pretese sociobarometriche, fresato d'ogni graficità (rovesciatasi nella provocazione spicciola: la stuprata che quasi gode d'esser tale) e wannabe neoKorine-Van Sant-Araki-Wenders. Soluzioni? Una traversata sull'asse Austria-Belgio-Germania e torna la paura.

Il tema dello "psicopatico" è il più usurato. Metacitazione della colazione di Dexter, con lo sfibrante persistere del monologo interiore (incel-rabbioso-arrapato). Il lockdown c'entra poco, nell'impassibilità cadaverica del protagonista. Musica ambient estatica, scorci desolati made in U. S. A. (Bunny game colorato, Moan sterilizzato) e preparazione del crimine alla Capture kill release... Esclude i volti e premia gli oggetti. Non inquieta e non disturba. L'autore sogna il Dumont americano o le scorie dell'home video di Benny... ma è solo inconsistenza che mima autorialità.