Americano fino al midollo, nemmeno troppo originale nella sua condanna alla corruzione sportiva (e più in generale alla società americana), ma decisamente ben scritto, ottimamente interpretato e perfettamente diretto da un William Friedkin in gran spolvero. La storia fa perno sui disagi psicologici di un allenatore di basket della lega universitaria (Nick Nolte) che comincia a perdere e accetta di scendere a compromessi con l’irregolarità: al torneo sono ammessi solo giocatori non professionisti e non pagati, ma l'allenatore, pur di tornare a vincere come ai bei tempi, si affida a una losca organizzazione per convincere tre giovani talenti ad iscriversi all'università....Leggi tutto Loro accetteranno, ma per soldi e favori. Nick Nolte è strepitoso nel suo ruolo di protagonista assoluto e la scena è sua dal primo all'ultimo minuto. Favorito da una sceneggiatura davvero ben strutturata e sostenuta dal ritmo incalzante di un regista il cui talento non si scopre certo adesso, BLUE CHIPS è un film che si lascia vedere senza pause, appassionante e capace di penetrare a fondo nel marcio di una società che dietro al rigore di facciata nasconde truffe squallide per aggirare un sistema poco plausibile per la gestione di interessi troppo alti. Nella parte di uno dei tre “giovani” talenti troviamo la superstar dell’NBA Shaquille O'Neal (è Neon), 2 metri e 23 di muscoli peraltro poco sfruttati nella spettacolarità degli incontri (ben girati senza essere per forza esaltanti). Musiche del trio Nile Rodgers, Jeff Beck e Jed Leiber.
Un Nolte cazzuto e in grande forma permette a questo film sul basket giovanile e sul marcio delle scommesse che gli ruota attorno, di decollare. La storia in sè non è niente di particolare (un coach integerrimo che vede infangato lo sport che ama e per il quale vive), ma lo sviluppo è molto interessante (gli atleti che, pur essendo ancora giovani, pretendono soldi, o costosi regali). Non male anche la figura dell’atleta di colore (O’Neal) con un QI elevato (bello pensarlo, ma basta guardarlo…). Regge fino al giusto finale. Notevole.
MEMORABILE: Nolte, riguardando la cassetta di una vecchia partita, si accorge che il punteggio era stato pilotato. Se gli avessero sparato, avrebbe sofferto meno.
Discreto film di Friedkin sullo sport americano (quello del college, non quello pro). Inferiore a Hoosiers, forse il più bello nel genere, ma ad ogni modo godibile. Anche perché la tematica, nel paese a stars& stripes, è più seria di quanto sembra e vive su un cast interessante: Nolte regge un film da solo, la McDonnell è ottima spalla, Walsh è uno dei più incisivi caratteristi del cinema americano recente. Poi c'è Shaq (allora agli esordi) che, curiosamente, nella realtà è mooolto più forte, intelligente e simpatico di quanto non sia nel film.
Discreto film di Friedklin che, pur non essendo nulla di eccezionale e di originale, riesce a girare una solida e onesta pellicola in cui ha il coraggio di evitare il solito finale trionfalistico ed edulcorato come fanno di solito gli statunitensi. In Italia si fa fatica a capire il motivo della corruzione.
Nolte è un attore in grado di reggere un'intera pellicola e in questo film lo dimostra ancora. Il contorno è ben assortito ma non riesce a dare la stessa intensità, con Friedkin preoccupato di seguire troppo le partite di basket (sua grande passione) e meno impegnato nell'approfondimento dei caratteri o almeno nel conferire loro qualcosa di meno prevedibile.
Un bel film sul basket. Si respira aria di parquet e palla a spicchi: sia nel bene che nel male. L'ambiente è quello del college e dei campionati non professionistici, denunciando le pratiche illegali delle quali in Italia non frega una ceppa a nessuno. Molto bravo Nick Nolte che interpeta alla perfezione il suo personaggio di coach. Azzeccatissimo il finale il cui messaggio potrebbe essere: costruite tutti i business e le porcate che volete intorno allo sport, ma fintanto che ci saranno bambini e palloni la passione non morirà mai.
Meritevole nel denunciare l'ipocrisia del mondo NCAA (la lega sportiva universitaria), che pretende di far girare milioni di dollari senza però farne annusare ai protagonisti principali, gli atleti. La sceneggiatura, tuttavia, è tagliata con l'accetta, ed a farne le spese è soprattutto il bravissimo J. T. Walsh, uno dei migliori caratteristi degli anni '90, qui intrappolato in un ruolo da villain quasi macchiettistico. Le sequenze di pallacanestro sono al servizio delle star coinvolte, soprattutto O'Neal. Adrenalinico e ben ritmato.
MEMORABILE: Da segnalare alcuni cameo di notissimi personaggi del basket USA: Rick Pitino, Bobby Knight, Dick Vitale, Bob Cousy e Larry Bird tra gli altri.
Il basket fa da sottofondo a questa storia di intrallazzi e truffe. Nick Nolte offre un'interpretazione eccellente e coinvolgente. Film che mira a quegli agenti che coprono di dollari i giovani atleti non facendogli capire il vero valore dello sport. Ottimo Friedkin.
Tipico film sportivo Usa, migliore della media per la qualità degli interpreti e per le sequenze di gioco, davvero ben realizzate. La storia richiama fatti realmente avvenuti (più volte) nel basket universitario, ossia illeciti nel reclutamento dei giocatori liceali più promettenti. Nolte è un allenatore onesto che si sente costretto a barare per tornare a vincere. Come sempre ci mette l'anima (andando ogni tanto sopra le righe). Uno spasso vedere tanti volti che mi hanno riportato ai tempi in cui riuscivo a seguire anche l'NCAA.
Allenatore stanco di perdere va a caccia di nuovi talenti. Storia di basket nell’ambiente dei college Usa e degli ingaggi sottobanco vietati. Niente di particolarmente originale nella questione morale: si cerca di vincere onestamente contro gli interessi e le scommesse che ci stanno dietro. Nolte parte impetuoso e poi si scioglie con la ex moglie, con lieve deriva nel melodrammatico/sentimentale. La critica al sistema arriva in conclusione ma sembra una goccia nel mare. Buona prova di Shaquille O’Neal in campo e simpatico cameo di Larry Bird.
MEMORABILE: La scopa per stoppare durante gli allenamenti; I soldi nella borsa sportiva; L’ultimo schema.
La pallacanestro è sport nazionale in America e il lavoro svolto dagli autori consente di capire quanto ci sia dietro in termini di passione e seguito. Si intuisce ben presto quale sia il focus dell’opera, ovvero parlare della corruzione che affligge le competizioni sportive e delle regole che si è disposti a tradire pur di riuscire a vincere. Bravo Friedkin nel raccontare la vicenda, con semplicità e solidità, che arrivano sia dalla sceneggiatura sia da un Nick Nolte in gran spolvero, capace da solo di reggere buona parte del peso sulle spalle. Meritevole di considerazione.
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DiscussioneMagnetti • 21/01/10 12:33 Call center Davinotti - 210 interventi
Come ho scritto nel mio commento questo è indubbiamente un bel film sul basket, anche se segnalo un altro titolo che ha fatto ancora meglio: "Hoop dreams" di cui, se volete, potete vedere la scheda sul sacro data base.
- Piccolo errore di traduzione in italiano: quando Nolte e gli assistenti guardano la partita registrata, viene detto che un ragazzo ha avuto una media di "20 canestri a sera" anziché "20 points a game". Chi conosce la pallacanestro, sa che non è esattamente la stessa cosa.