Bangkok, senza ritorno - Film (1999)

Due ingenue ragazze americane condannate per droga in un carcere thailandese, tra fregature e corruzioni mentre un avvocato cerca di tirarle fuori. Anche se l'idea non è nuova, perlomeno dopo Fuga di mezzanotte, la trama poteva concedere qualche interesse anche sul versante più intimo della crescita adolescenziale e della progressiva maturazione e responsabilizzazione. Ma tutto questo passa attraverso il giovanilismo modaiolo che rende tutto al tempo stesso patinato e superficiale. Un'occasione sprecata.

Film carcerario al femminile che prende spunto da un soggetto semplice (l'arresto per droga in terra straniera di due ragazze raggirate) e si fa seguire con alterno interesse nell'attesa, almeno, di un epilogo non scontato che esalta il legame d'amicizia (e che poteva essere ulteriormente prolungato dato che rimane un dubbio irrisolto). Di riflesso si tocca il tema della corruzione della giustizia che alimenta l'ingiustizia. Bene le due attrici principali con una prova che contribuisce a portare il film verso la sufficienza. **!

Pellicola che ci riporta alle atmosfere di "Fuga di mezzanotte", anche se con intensità sicuramente minore. Due amiche raggirate sprofondano nei meandri delle turpi carceri thailandesi, ove, nonostante l'intervento di un coriaceo avvocato, subiranno angherie. Uno spaccato reale che appare troppo patinato e giovanilistico.

Da altre pellicole del filone carcerario si distingue per la non insistenza sugli stereotipi del genere – scarse le nefandezze, modesta la figura della delatrice e solo rapidi accenni al lordume nelle celle – e per l’accento posto invece sui fattori, anche psicologici, che rischiano di intaccare l’amicizia tra le due prigioniere. Le due belle e giovani comprimarie s’impongono con la loro grinta interpretativa, così come Pullman, avvocato dapprima avido e ambiguo, poi sempre più risoluto lungo il cammino verso la giustizia. Epilogo aperto e non convenzionale.

Allettanti le premesse, ma purtroppo la sceneggiatura sceglie di soffermarsi molto sull'amicizia tra le due protagoniste (che emotivamente non va mai oltre un prodotto per teenager) ed edulcora un po' troppo l'ambientazione carceraria thailandese senza farcela mai sentire davvero. La Danes e la Beckinsale giovanissime ci mettono l'anima, si vede, Pullman nei panni dell'avvocato un po' meno. Scivola via senza intoppi ma non rimane nemmeno molto impresso.