Mi è parso che la regìa di Mattoli sia più mirata sugli aspetti comico-folcloristici (formidabile il sacerdote che mercanteggia sul numero di galline in omaggio per metterci una buona preghiera) che quelli drammatici. Certo, quando ci sono in scena la verace Magnani o i due De Filippo è uno spettacolo. Ho trovato particolarmente centrata la prestazione di Titina, grandissima.
MEMORABILE: L'arringa del difensore e la testimonianza di Titina.
Melodramma napoletano nero, ancestrale, selvaggio e a tratti quasi caotico (di quel caos di certi vicoli di Napoli). Poderosa (nell'interpretazione e nella fisicità) la Magnani, che spicca il volo e lascia sotto tutti, compreso Eduardo. Regia corretta, qua e là vivace. Notevole sfoggio di facce, caratteri e situazioni in bilico tra il drammatico e il comico. Dialoghi cinici e ironici. Finale senza speranza. Da vedere.
Donna sfregiata dall’amante lo difenderà in tribunale. Sceneggiata dove l’impronta maschilista predomina e le femmine sono considerate una proprietà: l’uomo può dedicarsi al gioco e frequentare altre donne fuori dal matrimonio. La Magnani recita sommessa e, anche se vittima, è considerata una malafemmena. Eduardo ha gli sguardi truci e Titina De Filippo si fa apprezzare per un ruolo di connessione per la storia.
MEMORABILE: “Deve stare malata”; La confessione della Magnani con la bottiglia che rovescia vino.
"L'ho sfregiata io perché Assunta è mia e quando una cosa è vostra ne potete fare quello che volete": questo dichiara davanti al giudice l'amante geloso interpretato da De Filippo e l'idea distorta di amore inteso come possesso maschile e sottomissione femminile permea tutto il dramma rendendolo tosto da digerire, anche se il regista riesce ad alleggerire il contesto con piccoli tocchi umoristici e inoltre vivacizza la narrazione rendendola meno lineare di quella originaria. Il vero motivo che può indurre alla visione resta però l'istrionismo sublime di Magnani.
MEMORABILE: "Un paio di scarpe, sette paia di scarpe, un gelato, sette gelati, un amarito, sette mariti...."; Il volto immobile di Assunta solcato dalle lacrime.
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DiscussioneNeapolis • 10/06/12 10:04 Call center Davinotti - 3170 interventi
Nel film per le riprese del Duomo di Napoli, in occasione del miracolo di San Gennaro, viene utilizzata la Chiesa dei Santi Luca e Martina a Roma.
La mia ipotesi, a parziale giustificazione di questa enorme mistificazione, è che la facciata del Duomo di Napoli, dove nella realtà si celebra il miracolo, all'epoca delle riprese del film (1948) risultava ancora danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e che quindi si fosse optato per un altro posto (ma perchè Roma?). Il restauro in effetti avvenne nel 1951.
Anche in occasione delle riprese del film Operazione San Gennaro (1966) al posto del Duomo fu utilizzata l'adiacente Chiesa dei Girolamini in Via Tribunali a Napoli.
Nota: anno del restauro del Duomo di Napoli Fonte wikipedia