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Tutti i commenti e le recensioni di Sankofa

TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/07/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 29/07/20 01:14 - 3117 commenti

I gusti di Buiomega71

Immagini potentissime (il falco, il piano sequenza che sorvola le piantagioni, Mona che si ritrova, nelle grotte, negli oscuri tempi dello schiavismo) sotto le percussioni ipnotiche di David White. Trattato sulla schiavitù visto da un africano tra frustate, stupri, esorcismi, matricidi e la religione che annebbia le menti. Di duro realismo quando Gerima mostra la brutalità e le condizioni disumane dei suoi fratelli, un po' più convenzionale la rivolta e certi luoghi comuni, che alla fine fan sembrare tutto una specie di Radici dai riverberi horror. Sincero ma non del tutto riuscito.
MEMORABILE: Il parto post mortem; L'esorcismo in chiesa con Mona nuda e frustata; L'avvelenamento; Gli abusi sessuali del padrone; Il matricidio al fiume.

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  • Discussione Buiomega71 • 29/07/20 13:05
    Consigliere - 27250 interventi
    Sankofa, ovvero, tornare alle proprie origini per prendere consapevolezza del proprio passato e del proprio presente.

    Gerima affronta il tema dello schiavismo (forse uno dei primi registi africani a trattare l'argomento), partendo dalla modella afroamericana Mona (Oyafunmike Ogunlano), che durante un servizio fotografico in Ghana, viene rapita dagli spiriti, e trasportata in una piantagione sulle sponde del Mississippi ai tempi della schiavitù, vivendo così una vita a ritroso (probabilmente incarnandosi in una sua antenata) nei panni di una schiava.

    Impreziosito da immagini potentissime che ricordano certo cinema jodorowskiano (il volo del falco, il piano sequenza che sorvola le piantagioni, Mona che esce dalle acque in pieno stile jessfranchiano, le grotte oscure zeppe di schiavi in catene, la marchiatura a fuoco di Mona denudata e umiliata), sottolineate dallo score ipnotico di David White con chiaroscuri jazz, dove Gerima non è esente da mostrare crudezze tipiche alla Addio zio Tom (le frustate a morte, il padrone bianco che abusa sessualmente, e continuamente, di Mona, il parto post mortem, i negri incatenati e imprigionati alla gogna, matricidi, una scena di esorcismo in chiesa degna del più truce "possession movie", con Mona incalzata dal prete che le mette sul seno la croce e le ordina di abbandonare il dio pagano dei negri, con lei nuda e presa a scudisciate, l'avvelenamento, la spietatezza dei padroni bianchi, la religione che annebbia e offusca le menti, dove Gerima mostra immagini cristologiche contrapposte alle crudeltà perpetrate sui neri), dove le ambientazioni scarne e spoglie ne aumentano l'atmosfera opprimente.

    Poi con la rivolta degli schiavi verso l'opressione del padrone bianco (che finirà nel sangue), l'opera perde mordente e scade nella convenzionalità, non aggiungendo nulla sul tema, con una banalizzazzione dei caratteri (i neri sono tutti buoni e sottomessi, i bianchi, compreso il prete, delle belve sanguinarie senza pietà) e momenti noiosi (i racconti intorno al fuoco sulle mitologie africane, il nero rivoluzionario dai capelli rasta), tra musiche tribali e tramonti rosso sangue, facendo apparire il tutto come una specie di Radici dalle sfumature horror.

    Certe volte ingenuo narrativamente, ma spezzettato da un fascino suggestivo innegabile, forse troppo lungo (quasi due ore), coraggiosamente ambizioso senza averne i mezzi e intinto in una spiritualità afro francamente eccessiva (la santificazione di Nunu), con chiusa finale pasoliniana sui primi piani di un popolo che cerca la sua rivendicazione nel mondo.

    Evidenti limiti cinematografici, in un racconto comunque sincero e , a tratti, doloroso, ma che non si discosta poi molto da altre pellicole sullo schiavismo raccontate dai bianchi.

    Notevole la fotografia di Augustin Cubano.

    Da riscoprire almeno per verificare la "vitalità" dell'oscuro, e lontano, cinema africano. Anche se, personalmente , nel genere, preferisco di gran lunga l'exploitation di Mandingo.

    Il film era tra le candidature per l' orso d'oro al 43 ° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
     




    Ultima modifica: 29/07/20 19:29 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 29/07/20 13:08
    Consigliere - 27250 interventi
    Ovviamente da noi (escluso alcuni festival dell'epoca) non è mai uscito.

    Ho una registrazione dal canale satellitare Cult Network (piattaforma Sky), datata luglio 2005, in una retrospettiva dedicata al regista etiope Haile Gerima.

    Versione in lingua inglese sottotitolata in italiano (durata effettiva 1h, 57m e 53s).