Julien e Sophie sono due bambini legati da un profondo rapporto di amicizia-amore. Insieme inventano un "gioco": quello di lanciarsi continuamente sfide a vicenda. Gioco che continuerà anche quando saranno adolescenti e adulti e che complicherà non di poco le loro esistenze. Gradevole commedia cinica francese girata e montata bene come da loro tradizione. Ha il difetto di venire dopo Amelie (tutta la parte dell'infanzia gli è debitrice) ma anche il merito di anticipare L'arte del sogno. Finale ambiguo e oscuro tra il nichilista e il romantico.
MEMORABILE: Notare come la canzone La vie en rose, che si sente spesso, sia stata premonitrice per la Cotillard, la quale interpreterà in futuro il ruolo della Piaf.
Ovvero come andare oltre il solito film d'amore dai temi iper-scontati! Si chiama Giochi di bimbi e mai titolo fu più apprezzato. Restituisce all'amore il suo senso, lo colloca fra le cose belle e senza condire il tutto di inutile melassa e migliaia di "ti amo!". La Cotillard è deliziosa, perché non buona, perché non leale, perché innamorata. Canet, nonostante la faccia da schiaffi, riesce a risultare, nel film, simpatico. Bello il duplice finale. Belle le varie rivisitazioni della "Vie en rose". Da vedere!
In un’atmosfera evidentemente derivativa (dall’immaginario di Jean-Pierre Jeunet e della sua Amélie Poulain) Yann Samuell innesta, però, una storia d’amore masochistica fino all’inverosimile (e chi non è d’accordo mi spieghi l’incredibile epilogo) che lascia spiazzati. Il divertissement nato da una sfida a colpi di “giochi?”, diventa per Julien e Sophie sempre più serio. Non posso continuare se non rivelandovi particolari determinanti, ma vi consiglierei di darci una sbirciata perché merita.
La prima parte è agghiacciante e pacchiana: il riferimento implicito ad Amelie è da voltastomaco, perché intriso di falsità e costruito a tavolino. La lungaggine del gioco fra i protagonisti risulta fastidiosa e decisamente poco genuina. L'opera difetta innanzitutto di freschezza e spontaneità, secondo il mio punto di vita necessarie per il genere. Il finale che si presta ad un duplice significato è la ciliegina sulla torta di una pellicola che non colpisce affatto. Si salvano solo la bellezza e la bravura della Cotillard.
Un film sulla falsariga del Favoloso mondo di Amelie ma molto meno "buono" e con una protagonista più simpatica che ha il bellissimo volto di Marion Cotillard. La storia fatica a ingranare ma successivamente si rivela azzeccata e ben orchestrata. Peccato per una fotografia un po' banale e una regia piuttosto piatta, che se ben gestite potevano rendere molto di più al film, che si avvale di una buona sceneggiatura. Abuso della "Vie en Rose" in colonna sonora: a un certo punto iniziano a far male le orecchie...
Storia d'amore sui generis, affascinante sia per l'anticoncretezza dei caratteri rappresentati, sia per lo stile registico con cui sono rappresentati. L'aura di gioco si trasmette da subito allo spettatore, anche grazie a un montaggio vivace e ad alcune sequenze quasi oniriche. I due protagonisti sono perfetti (anche le loro controparti bambine) e "La vie en rose" funge da splendido leit motiv. Un film che per essere apprezzato richiede una grossa dose di disincanto.
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Nonostante la buona valutazione di altri davinottiani, non posso che esprimere un parere pesantemente negativo sull'opera in questione.
Innanzitutto premetto che nemmeno Il favoloso mondo di Amelie mi aveva fatto impazzire.
La prima parte di Amami se hai il coraggio possiede lo stesso stile visivo e narattivo di Amelie, poi con il passare del tempo si allontana mantendendo,comunque, gli stessi difetti: costruzione a tavolino,assenza di spontaneità e freschezza, eccessiva propensione per il zuccheroso.
Insomma,preferisco di gran lunga la commedia americana!
Mi accorgo solo ora di non aver mai commentato questo film. Comunque lo vidi un paio di anni fa, e lo trovai discreto (sui 2 pallini e mezzo). Personalmente detesto Il favoloso mondo di Amelie, e infatti i primi minuti di Amami se hai coraggio mi stavano abbastanza destabilizzando. Poi col passare dei minuti la storia diventava sempre più bizzarra e cattivella, fino al finale beffardo, riuscendo così ad ingranare. Quindi nel complesso non mi dispiacque.