70 Binladens - Le iene di Bilbao - Film (2018)

Come ben spiegato nella didascalia prima dei titoli di testa, binladen è il termine con cui viene chiamata nel gergo da strada la banconota da 500 euro, che come il noto terrorista tutti conoscevano ma nessuno aveva visto. Facile quindi il conto: 70 binladen corrispondono a 35000 euro, quelli di cui Raquel (Suárez), madre preoccupatissima, necessita per salvare la figlia dagli assistenti sociali che gliela vogliono sottrarre. Non è chiaro a cosa servano esattamente i soldi, ma il fine ultimo è quello e la donna si trova in banca a colloquio col direttore di filiale per ottenerli quando nella stessa entra, a sorpresa, una coppia di rapinatori con le armi spianate. Tutti al...Leggi tutto muro in attesa che la cassaforte si apra, i due prelevino e infine scappino. Ma qualcosa va storto e in breve l'operazione si trasforma in una rapina con ostaggi, con la polizia appostata fuori e il côté classico del genere. Tanto che, per quanto il film risulti comunque discretamente confezionato, nulla sembra sfuggire alle logiche consuete. I due criminali, Lola (Poza) e Jonan (Silva), sono il prototipo degli schizzati isterici con ampi precedenti penali: lui drogato, lei senza un occhio e selvaggia come il ruolo richiede. L'elemento "disturbatore" è Raquel, il cui comportamento fin da principio non sembra quello della vittima tipica: si propone anzi di dare una mano ai due se la aiuteranno a inoltrare via computer la pratica che stava concludendo per ottenere i famosi 35000 euro. E infatti, a una prima parte modesta, piuttosto anonima, ne fa seguito una seconda invece spiazzante, che segue il trend del moderno thriller spagnolo fitto di colpi di scena che sconquassano l'andamento lineare cui ci si aspettava di assistere. Il soggetto è ingegnoso, la protagonista ambigua e scaltra al punto giusto e fin da quando stabilisce un invisibile contatto privilegiato col detective (Pérez Prada) chiamato a seguire il caso capiamo che sarà lei il personaggio attorno a cui ruoterà il tutto. Se quindi dal punto di vista tecnico (e in parte delle interpretazioni) il film non offre nulla di memorabile, la sceneggiatura è invece molto ben studiata, al netto di qualche passaggio risolto sbrigativamente e di una discreta quantità di passaggi poco credibili. Ed è un peccato che lo sforzo creativo degli autori non sia supportato da una realizzazione altrettanto valida, perché anche così, comunque, il gioco si fa spesso coinvolgente; magari penalizzato da qualche pausa di troppo, ma interessante nel suo evolvere in direzioni tutte da scoprire. E più si procederà più si dovrà far attenzione a quanto accade in scena, perché soprattutto nell'ultima parte il rischio di perdere qualche momento chiave nella soluzione è alto. La capacità degli spagnoli di fondere tra loro parti complesse di storia per ottenere un labirinto da cui uscire (quasi) indenni solo prima dei titoli di coda è insomma confermata. Nel cast si segnala per una fredda ma sentita interpretazione Daniel Pérez Prada, il poliziotto deputato a negoziare coi rapinatori, mentre la Suárez (comunque discreta) dà alla protagonista un'aria fin troppo anonima e sciatta. Volutamente, certo, però... La regia tiene il passo, la storia procede e quel che ne esce è un noir con venature da thriller che con le iene tarantiniane richiamate dal titolo italiano poco ha a che vedere: qui si privilegia l'intreccio alla violenza, ai dialoghi ricercati, con il preciso obiettivo di stupire a ripetizione.

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