Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 19

26 Ottobre 2009

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1999 (STAGIONE 19):


207. GLI AMICI MORTI DI ISOLDE (Isoldes tote Freunde)
** Isolde è una pianista. Molto brava e molto gnocca. Il fatto che faccia parte della galleria dei rintronati della serie la aiuta a concedersi senza pensarci troppo e spinge chi la conosce ad approfittarne. Solo che poi questi amici vengono ammazzati brutalmente. Difatti Derrick fa presto a capire che ciò che lega le vittime è appunto la graziosa, apatica e silenziosa Isolde. "Era un tuo amico?" "No" "Hai avuto rapoporti intimi con lui?" "Sì, quattro volte" "Ha abusato di te?" "No". Strana ragazza, Isolde. Quando suona al piano incanta tutti, quando ti guarda pure, tanto che quando Harry deve salire a chiamarla per interrogarla e la trova seduta a suonare ne resta clamorosamente stregato. Ma il punto è un altro: chi ammazza coloro i quali s'approfittano del rimbambimento della giovane? La famiglia (piuttosto apatici e rintronati un po' tutti i componenti, da qualcuno avrà preso) sembra saperne qualcosa, forse, e di mezzo c'è pure un suo professore dalle idee balzane. Molti indiziati insomma. Una di quelle puntate dove non è così semplice beccare il colpevole, tra i tanti sospetti. La soluzione tuttavia delude alquanto e dell'episodio resta nella memoria solo la diafana figura di Isolde, con i suoi splendidi occhi e il corpo da silfide. (Zender)
 
*** Non è uno degli episodi più memorabili, ma la bellezza della protagonista e la galleria di personaggi bizzarri (su tutti il padre tonto e l'esaltato professore) rendono gradevole la visione. Memorabile un dialogo tra Stephan e Harry insolitamente scurrili (per Derrick credo sia l'unico caso in tutta la serie). (Kozincev)


208. VIAGGIO A MONACO (Die Reise nach München)
***! La disperazione: un cinquantenne che ne dimostra settanta parte per Monaco in cerca di lavoro (è disoccupato da un anno): la moglie spera che trovi qualcosa o è la fine. Arriva lì col giornale dove s'è segnato degli indirizzi, ma tutti gli rispondono picche. Prende alloggio in una pensione dove c'è un largo giro di mignotte e una l'ammazza il suo vicino di camera, un ricco rampollo che l'uomo aiuterà a salvarsi in cambio di un lavoro offertogli da un amico della madre. Un gioco di ricatti insomma, orchestrato da un uomo più fesso che ingenuo (appena torna in pensione dice ad Harry "non l'ho uccisa io" prima ancora che nessuno gli avesse detto che era morto qualcuno). Un episodio in cui l'importante non è l'intreccio giallo o la complessità organizzativa del raggiro della polizia ma la profondità che si riesce a dare ai personaggi. Il cinquantenne sa interpretare il ruolo con grande intensità, la madre dell'assassino pure, e la sceneggiatura è scritta in questo caso davvero bene. Derrick entra in scena tardissimo, a dimostrazione di quanto si sia puntato molto di più al disegno psicologico del protagonista e al suo modo di reagire di fronte a una situazione drammatica. Finale semplice quanto inevitabile, che però a sorpresa raggiunge il risultato attraverso l'indagine e non la confessione (per una volta si usano persino i risultati della solitamente inutile "scientifica"). Pregevole. (Zender)

**** L'affetto materno, la difficoltà di reinserimento nel lavoro di un uomo non più giovane, la paura del carcere: tre temi drammatici fusi in un episodio eccellente, con interpreti perfetti e una sceneggiatura ingegnosa e senza punti deboli. Neppure il finale delude, è anzi da annoverare tra i più incisivi e asciutti dell'intera serie. Derrick al suo meglio: paziente, riflessivo, psicologo finissimo. Da segnalare un dialogo con la madre del sospettato, in cui l'ispettore descrive in maniera esemplare il suo metodo per risolvere un caso di omicidio. Chapeau. (Kozincev)

**** Sembra di essere tornati agli anni '70 della serie: omicidi d'impeto, ricatti, dilemmi amletici e complicità tra colpevoli, oltre a un duo Derrick-Harry molto concentrato sulle indagini. Non viene però trascurata nemmeno la sfera psicologica del protagonista, che si scioglierà come neve al sole. Il tutto a confezionare un prodotto molto gradevole, anche grazie a una sceneggiatura puntuta ed efficace. Certo, il finale non è dei più entusiasmanti, ma l'assenza della solita confessione libera tutti e l'intervento, per quanto negletto, della scientifica danno un tocco di brio. (Gordon) 




209. UN INSOLITO UOMO D'ONORE (Ein seltsamer Ehrenmann)
** Un uomo finito viene avvicinato dal solito avvoltoio che gli propone il più classico degli omicidi dietro compenso: l'uomo quasi subito accetta, ma quando si ritrova faccia a faccia con lo studente che deve stendere non solo abbassa la pistola, ma ci beve un caffè insieme e se ne torna con la coda tra le gambe, con l'impressione di aver dato una svolta morale alla sua vita. Niente diecimila marchi? Ma no, tienteli pure, basta che non parli. E invece manco quello: l'uomo avverte Derrick e fa pure l'identikit di chi l'ha pagato (peggio di così non poteva scegliere, quest'ultimo); l'ispettore apprezza e lo fa proteggere, anche perché c'è chi vuol farlo fuori (beh, come minimo...). Episodio centrato su questo strano omicida mancato dall'aria da cane bastonato, stressato da una sorella che lo vorrebbe fuori di casa e che reagisce spesso in modo inatteso. Anche con Derrick ha un rapporto strano: pare malsopportarlo ma insieme lo apprezza, e l'ispettore finisce con l'affezionarcisi. Purtroppo, al di là della simpatia che può ispirare il personaggio, come giallo funziona poco e si capiscono presto moventi (deboli) e colpevoli. Finale inevitabilmente sbrigativo e delusione generale. (Zender)

*** Claude-Oliver Rudolph, con la faccia butterata e l'aria indifferente, è l'attore giusto per il ruolo del protagonista dell'episodio, che riprende uno spunto, quello dell'omicidio su commissione previo sicario arruolato per caso, già alla base di un episodio più riuscito, "Senza alcun rischio". La puntata non delude grazie al rilievo che assumono il protagonista e i suoi rapporti con gli altri personaggi: il povero studente, la sorella che sembra non sopportarlo ma gli è in realtà affezionata, l'acuto e comprensivo Derrick, che lo prende subito in simpatia. Ben caratterizzato anche lo zio della vittima. (Kozincev) 


210. ASSASSINIO SULLE SCALE (Mord im Treppenhaus)
**! Una bella donna viene trovata morta sulle scale condominiali. Derrick, in scena subito, comincia a interrogare quel bislacco del marito (fa un lavoro per cui non si capisce bene perché non guadagna nulla), il figlio che pare schifato dal mondo (anche perché viene a sapere che sua madre non era esattamente un angelo del focolare...), i vari amanti occasionali della donna che insomma, prima pare facesse l'accompagnatrice, poi l'amica e poi sappiamo tutti bene cosa faceva... Per una volta bravo lo sceneggiatore ad architettare l'episodio in modo da tenere nascosta a lungo l'identità dell'assassino (anche se per farlo cade in più scorrettezze nei confronti dello spettatore), peccato che il finale sia al solito sbrigativo e raffazzonato quando invece sarebbe stato più interessante arrivarci con uno straccio di indizio. Comunque la vicenda è intrigante e di non facile soluzione. Sul versante attori siamo nel discreto, con menzione d'onore per l'amante ufficiale, davvero bravo. Harry, con tutta la serietà che gli è propria, nel finale imbrocca clamorosamente una battuta azzeccata! (Zender)

** Dopo una bella serata dei giovinastri rientrano a casa e trovano sulle scale del condominio una donna assassinata; pochi istanti dopo ci troviamo Derrick già in azione che interroga marito e figlio della donna. Si viene a scoprire che la signora è un’accompagnatrice, quindi alquanto propensa alle attività extraconiugali; insomma, moralmente infangata (soprattutto per il figlio che non ne sapeva nulla). La puntata è assai sorniona, ma ha il merito di tenere sulle spine lo spettatore fino all'ultimo per sapere chi ha commesso l'omicidio attraverso le solite e spesso sbrigative indagini del commissario, tra amanti e amici di letto della donna. (Markus)


211. MENU' DI FESTA PER IL SIGNOR BORGELT (Die Festmenüs des Herrn Borgelt)
**! Puntata completamente centrata sulla figura dell’anziano padre che vuole vendicarsi di chi ha portato la figlia al suicidio, il quale tuttavia pare essere non responsabile degli omicidi: l’alibi è sempre di ferro, visto che al momento degli stessi lui è immancabilmente nel ristorante dell’albergo in cui alloggia a consumare cenette prelibate e discorrere amabilmente col cameriere. Harry e Derrick non riescono a capire come sia possibile, visto che ogni volta che l’uomo va a trovare chi era coinvolto nella vita disgraziata della figlia quello, poche ore dopo, viene preso a pistolettate. Addirittura una vittima viene accoppata proprio mentre Derrick è a cena con l’uomo, il che fa letteralmente imbestialire l’ispettore capo (che si accorge di esser preso palesemente per i fondelli). Puntata decisamente ripetitiva ma valorizzata dalla buona sceneggiatura e dall’interpretazione del protagonista (pur se certi pistolotti interminabili sulla vita e la morte poteva anche risparmiarceli), che riesce a far dimenticare un finale squallido e tirato via. (Zender)

***** Uno dei migliori episodi della serie, a mio avviso. Il bravissimo Ernst Schroeder interpreta un padre che si vendica delle persone che hanno portato la figlia al suicidio .Episodio cupissimo, ben recitato, con numerose trovate (le cene tra Derrick e il padre al ristorante, il colpo di scena finale). Nel cast cito la brava Irene Clarin. Consigliato. (Ciavazzaro)
 
** Episodio spesso soporifero, che si trascina in linea retta, senza un guizzo e con un protagonista disperato per la morte della figlia, che definire ingenua e suggestionabile è un eufemismo (ne fa di cotte e di crude solo perchè glielo dicono gli altri. Per fortuna, nessuno le ha detto: "Ma lo sai che qui a Monaco è di moda mangiare i bambini?" o non si sarebbe lasciata sfuggire neanche questa esperienza). Tornando all'episodio, nel complesso si può anche vedere; basta solo non avere troppe pretese (chi fosse l'omicida l'avevo già intuito tempo addietro, andando per esclusione). Derrick non serve quasi a nulla, mentre Harry ha il suo solito ruolo di tappezzeria. (Puppigallo)

*** L'ottimo Ernst Schröder, già interprete di personaggi estremi, nobilita con una grande prova un episodio interessante ma imperfetto: i dialoghi sono molto raffinati ma l'asciuttezza e l'icasticità che di solito li caratterizzano, vengono un po' meno. Sono gli attori il vero punto di forza: oltre al protagonista una menzione speciale per la bellissima Svenja Pages, che impersona la sfortunata figlia. Derrick in buona forma, Harry si esprime con un linguaggio colorito e cinico ("Ha preferito chiudere", "una specie di comunità"...). Azzeccatissimo il tema musicale, che scandisce le visite e i banchetti dell'uomo in un curioso miscuglio di tensione e straniamento. (Kozincev)

*** Una buona puntata dal ritmo estremamente compassato, in linea con la malinconia di fondo impressa dalla trama e dai dialoghi esistenziali (di cui si abusa un po'). Per il resto la caratterizzazione del signor Borgelt è ottima, così come sono convincenti le prove di Derrick e Harry coinvolti nell'indagine e assai confusi dall'alibi di ferro del vendicativo omicida. Non delude nemmeno il resto del cast, al pari delle musiche e degli articolati flashback in videocassetta. Non memorabile ma comunque consigliata. (Gordon)


212. UNA SPECIE DI MORTE
(Der stille Mord)
** Ragazza stuprata e uccisa ritrovata nell'Isar. Era appena stata ad una festa aziendale e pare che gli ultimi tre che se ne sono andati dopo orge e bagordi possano sapere molto (i nomi dei tre li dà a Derrick il custode del locale). Il dinamico duo non perde tempo questa volta e alle tre della stessa notte piomba in casa dei tre sospetti a far saper che la polizia sa. Sa cosa? Nulla, in verità, ma intanto che non si sentan tranquilli! Già le facce dei tre fan capire che non ci son troppi dubbi sui colpevoli, ma intanto mancan le prove e in più arriva una madre con le sue due figlie (i classici vegetali derrickiani: non parlano, fissano il vuoto...) a perseguitarli. Perché? Che vuole la donna? Chi è? Qualcuno lo immaginerà facilmente, ma lo si saprà con certezza solo verso la fine. Intanto dobbiamo rassegnarci a vederla spuntar fuori ovunque, a tormentare i tre sospetti e le loro famiglie. Scarso come intreccio, povero come colpi di scena è se non altro recitato discretamente e si lascia seguire senza troppi problemi. Derrick ha un sussulto di vita e di orgoglio poliziesco quando rivive in flashback un caso di stupro mai risolto e decide che bisogna fargliela passare brutta, agli stupratori. (Zender)

** Una bella villa, una festa tra colleghi di lavoro e l'omicidio d'una donna. Nessuno sa niente e tutti sanno tutto: insomma un guazzabuglio dal quale difficilmente si può arrivare ad una rapida conclusione investigativa. Casualità, proprio questa volta, dove davvero il nostro Derrick avrebbe avuto tutte le buone ragioni per non capire chi è l'assassino (a dispetto di tutti gli altri episodi in cui la confessione è "regalata" dal carnefice), punta sin da subito il sospetto verso tre dipendenti dell'ufficio, e sembrerebbe azzeccarci. Anche Harry sostiene per una volta il suo "padrone" senza prendere il solito granchio. Ci sono anche tre graziose donne (vestite sempre di nero) che francamente non ho ancora capito cosa c'entrassero, ma queste "tre Marie" si vedono per tutta la puntata vicino a Derrick e ad Harry, forse ammaliate dall'irresistibile fascino del duo. Puntata un po’ troppo teatrale, senza molto piglio narrativo e orientata sul sornione. Solo le "tre Marie" risvegliano un certo lato pruriginoso... (Markus)

*** Tre donne e tre uomini, contrapposti in un simmetrico e apparentemente enigmatico schema teatrale: qual è il legame fra i tre sospettati di stupro e omicidio e la madre coraggio con le figlie silenziose al seguito che Derrick si trova sempre tra i piedi? Su questo interrogativo verte un episodio singolare e intenso, contrassegnato dalle ottime prove degli interpreti: su tutti il nostro ispettore, il cinico Dirk Galuba e l'ottima Sonja Sutter. Notevole la scena in cui Derrick rivive con potente immaginazione quella violenza sessuale che è la chiave di volta dell'intera vicenda. (Kozincev) 




213. UN'INSOLITA GIORNALISTA (Beatrice und der Tod)
Questa volta a Derrick appioppano una giornalista che deve fare un pezzo sulla polizia. Derrick accetta (non troppo convinto) di scarrozzarsela dietro e si comincia dal luogo del delitto: hanno ucciso una donna, e il colpevole pare già esserci. Tanto è vero che un omicidio non basta e nel giro di cinque minuti ne salta fuori un altro: un noto imprenditore dongiovanni ucciso nel suo studio. La giornalista pare quanto di più distante da quanto ci aspetteremmo di vedere da una del mestiere: è una palla al piede, che ammorba il povero Derrick con continue considerazioni filosfofiche, metafore, ragionamenti sulle azioni di un omicida e via discorrendo. L'ispettore sta al gioco (coi discorsi filosofici ci va a nozze, come noto) ma intanto non pare tirare fuori un ragno dal buco. Per tutto l'episodio infatti  sarà solo un gran parlare tra lui e la giornalista, che legnosa e pesante com'è (qualcuno le dia una svegliata, per carità!) trasforma anche il già non leggerissimo Derrick in un automa che va avanti per inerzia fino alla conclusione, a sorpresa per modo di dire. Il rapporto tra i due va avanti tra una cena e un invito a casa,  tra un discorso in salotto e uno in ufficio. Di una noia incommensurabile... (Zender)


214. LA CASA DEI SOGNI (Billies schone, neue Welt)
*! Ennesima eroinomane accoppata a colpi di overdose in discoteca: sapeva troppo e ricattava i proprietari, finirà cadavere nelle toilette e abbandonata come uno stoccafisso nel bosco. La portano lì i due bellocci (lei davvero conturbante) figli dei proprietari della disco, che subito dopo vanno nella loro casa dei sogni, uno chalet nel quale cercano di isolarsi dal mondo. Ma salta fuori l'amica della morta, un'eroinomane all'ultimo stadio che pensa di poter ricattare tutti ereditando il ruolo della vittima. Derrick e Harry, che tra i drogati ci sguazzano da un pezzo, sanno come trattare gli sprezzanti proprietari della discoteca e pure i poveri tossicodipendenti, ma la soluzione non arriverà certo per merito della polizia. L'episodio analizza soprattutto i personaggi della drogata e della bella figlia dei proprietari, presto destinata a trasformarsi nel classico vegetale derrickiano: sguardo fisso nel vuoto e una parola al minuto! Che sappia qualcosa ce l'ha scritto in fronte. Zero indizi, solo il solito lavoro psicologico di Derrick e Harry (che in realtà vorrebbe torchiare la povera drogata fino alla morte o quasi per risolvere prima la questione, mentre Derrick cerca... la chiave). In discoteca suona dall'inizio alla fine una versione dance di "O' sole mio" agghiacciante, ripresa anche "a cappella" dalla tossica in auto. Ancora una volta veniamo associati a locali molto ben frequentati... (Zender) 
 
*! Episodio patetico (nel senso non elogiativo) dove, a sorpresa, si trovano delle brevi sequenze suggestive a inizio puntata; ovvero quando il cadavere della tossica viene portato nel bosco. Per il resto l'ho trovato stentato, approssimativo e assurdo, con musica da spazzatura e molti luoghi comuni fastidiosi. Ha, comunque, una bella protagonista femminile che lo salva dal monopallino. (Faggi)

*! La droga come fenomeno rivelatrice della pochezza spirituale della gioventù tedesca anni 80 e 90 è un tema caro a Reinecker e ricorrente in Derrick. Per cui, qui come in altri episodi, ritroviamo la discoteca decadente, clienti zombi, proprietari senza scrupoli e, nello specifico, una giovane morta di overdose. Se l'inizio è promettente, con i primi quindici minuti che possono ricordare alcune sequenze del primo Dario Argento, l'episodio non decolla, Derrick compare poco e riesce a fare ancora meno e il finale lascia una spiacevole sensazione di raffazzonato. Alcune scene girate in un bel paesaggio campestre e le buone performance delle due attrici protagoniste non riescono a salvare l'insieme. (Eresiarca)
 

215. IL PIACERE DELLA VENDETTA (Tage des Zorns)
** Begli amici ha Derrick... Si fan sentire solo nel momento del bisogno! Anche questo suo collega, un commissario di Augsburg, lo interpella perché sua moglie se la fa nientemeno che con un ex-galeotto da lui sbattuto in prigione anni prima ora trasferitosi con lei lì a Monaco. Per il commissario è solo una vendetta, per noi anche una sconfitta, visto che la moglie ha un gran fisico e l'ex galeotto la faccia da fesso, vive in un night (dove gira spesso "A groovy kind of love" di Phil Collins) e non pare avere alcuna qualità. Derrick gi dice di mollarla lì, se sua moglie è così demente da scappare con uno simile, ma il commissario si strugge e si trasforma nella classica larva umana (la moglie lo è già da tempo, lo sguardo fisso nel vuoto). Non c'è alcun omicidio, solo le rogne dell'amico da risolvere, e non si esce dai binari di psicologie standard tipicamente derrickiane. Diverte al massimo Harry, il quale al night si fa imbarcare da un mignottone che si rivelerà utile a risolvere il caso. Ci andrà pure a casa, e la speranza di tutti era di assistere a una copula tra i due. Invece niente, tutto si risolve in una bolla di sapone. Come il caso, d'altra parte. Speriamo che si ritorni presto ad ammazzare... (Zender)

*** Un ex collega di Derrick scopre che la moglie lo tradisce con un poco di buono che la plagia. Lui cerca di indagare e scopre che l'amante della moglie è proprietario di un volgare localaccio di spogliarelli. Il marito chiede aiuto all'ex collega Derrick per far sì che lo aiuti e Derrick, per paura che lui faccia sciocchezze, lo aiuterà, ma il compito non gli sarà facile... Bell'episodio, più incentrato sulle psicologie umane che sul giallo (qui peraltro assente). La tensione permane per tutta la durata della puntata, complice anche il viso degli attori così glaciale ed inquietante, come deve essere per tradizione quello d'un tedesco. Divertente notare come il solerte Harry ci tenti con una ragazza del locale... altro "due di picche"! (Markus)

**! Non ci sono omicidi; è una torbida, anche meschina, storia di corna e di plagio, nobilitata (diciamo così) da sentimenti di vendetta, ambiguità psicologiche, atmosfere equivoche ed ellissi su un'avventura piccante di Harry. Derrick si comporta come al solito, più o meno, ovvero come se fosse morto qualcuno; ma sta solo aiutando un suo amico commissario a uscire da un labirinto di gelosia e conseguente rischio di alcolismo e follia. C'è da dire che all'ispettore non è esattamente simpatico il personaggio del cornificatore (un criminale da poco a piede libero): se potesse lo arresterebbe anche senza specificarne il motivo. L'episodio è curioso ma non eccezionale; la patina di morbosità è discretamente distribuita, il clima da decadenza novantiana c'è, gli occhi svuotati della moglie fedigrafa funzionano e il segmento con Harry e la prostituta è quasi imperdibile. (Faggi)

**! Un episodio anomalo, che combina però alcuni dei luoghi comuni della serie. Infatti assistiamo alla classica storia di corna perpetrata ai danni di un succube collega di Derrick da parte di un ex-galeotto in cerca di rivalsa su chi l'aveva arrestato, come da copione. Ciò che manca è però l'omicidio, il che comunque allevia un po' la tensione e lo sconforto dovuto alle atmosfere plumbee. Il ritmo non è sempre incalzante, ma in compenso Harry ci regala chicche deliziose con una "lavoratrice" del night-club. (Gordon)


216. LA MOGLIE DELL'ASSASSINO (Die Frau des Mörders)
***! Ma quale assassino? Il fratello di un avanzo di galera (con lui proprietario dell'immancabile night dove si sente sempre "Another one bites the dust" dei Queen, tormentone della puntata) vorrebbe appioppare il delitto del fratello a un povero cameriere in fin di vita. Questi, ormai al limite delle forze, su un letto d'ospedale, accetta di accollarsi l'omicidio in cambio di 300.000 marchi, che verranno passati sottobanco a sua moglie e a suo figlio. Gli "eredi", poveri in canna, accettano senza troppi problemi, e quando il poveruomo schiatta dopo aver confessato il crimine che non ha commesso tutti felici a comprar vestitini nuovi. Ma a Derrick non la si fa: nonostante la solita (e stolta) insistenza di Harry per chiudere la faccenda in fretta e furia, l'ispettore tampina la moglie del (non)assassino definendola continuamente "la moglie dell'assassino". Nel frattempo l'omicida vero, che stava scontando il carcere, viene liberato grazie ai soldi pagati alla donna da suo fratello. Fuori il vero assassino e infangato il nome di un povero cameriere che per aiutare i suoi prima di morire s'inventa di essere un killer? Non può finire così! L'episodio è molto ben studiato, Derrick è in forma, dialoghi  e personaggi convincono e la situazione si fa spesso interessante. Notevoli i risvolti psicologici e la tattica derrickiana, molte le trovate escogitate per venire a capo di una faccenda spinosa. Notevole e tutto da gustare! (Zender) 

*** La storia non è niente di eccezionale, ma il tutto viene ravvivato dai personaggi, che riescono a rivitalizzarla con le loro interpretazioni; specialmente la moglie dell'"assassino", la iena (proprietario, assieme al socio in carcere, di un localaccio) e il povero moribondo, che Derrick accarezzerà, dandogli praticamente il colpo di grazia. Persino Harry è piuttosto attivo e partecipe. Nel complesso è un episodio riuscito, che si segue senza sforzo fino all'epilogo. P.S. Nota di merito per Derrick, che nel locale esordisce così, rivolgendosi al proprietario, che disprezza: "Perchè si muove in continuazione? Mi dà ai nervi", mettendogli le mani sulle guance per bloccarlo. (Puppigallo)




217. UNO STRANO DETECTIVE (Ein merkwürdiger Privatdetektiv)
**! Il marito pensa a ragione di essere cornuto e ha chiesto a un detective di indagare sulla moglie, ma quest'ultimo ha il cuore d'oro e si è intenerito a vedere la donna con l'amante piccioneggiare in giro tubando. In più il committente è un uomo odioso (e glaciale, come recita il titolo di un episodio in cui lo stesso attore era protagonista) quindi il detective finge di non vedere. Peccato che un amico del cornuto gli faccia notare di aver visto la moglie in giro con un "accompagnatore". La reazione dell'uomo è violenta: prende a calci e pugni la moglie (fuoricampo, beninteso, dopo il primo schiaffo si sfuma) riducendola a una maschera di sangue. Poco dopo va ad aprire la porta e gli sparano. Chi è stato: l'amante o il detective dal cuore tenero? Non sarà così semplice, anche perchè l'episodio riserverà un quasi-comico colpo di scena nel finale. La buona riuscita dell'episodio sta proprio nel nascondere allo spettatore il nome dell'assassino, insinuando dubbi su dubbi nei quali anche Derrick sembra naufragare. Accusa a destra e a sinistra, ma gli mancano le prove, e certo Harry non gli dà una mano visto che interviene solo per dire ovvietà. Un episodio a suo modo divertente, già da quando il cornuto dice alla moglie, guardandola con due occhi di vetro spalancati, immobili e fuori dalle orbite: "Te ne stai lì con gli occhi sbarrati...". (Zender)

** Episodio di genere fantasy-fantascienza, visti i contenuti (un investigatore privato con rimorsi di coscienza e provvisto di cuore e sensibilità; e come se non bastasse, un epilogo quasi comico, con la scoperta dell'assassino, che suscita più che altro ilarità). Per il resto, il protagonista se la cava (anche se il suo personaggio è quasi paradossale), mentre la moglie cornificante sarebbe da riempire di mazzate dalla mattina alla sera, solo per aver sposato un simile farloccone con occhi pallati. Nel complesso è vedibile, ma alla fine si ha l'impressione di aver assistito a un qualcosa di assai poco realistico. P.S. La madre del detective, dopo aver visto Derrick e Harry, fa loro la domanda più intelligente della serie: "Ma voi siete dei veri poliziotti?". (Puppigallo)

**** Johann Rande è il classico riccone maschilista, un gretto geloso che picchia la moglie di cui sospetta, non a torto, l'infedeltà. Quando il tizio viene ucciso, Derrick e Harry entrano in azione e il perno delle indagini non può essere che Lipper, il detective privato che spiava la donna. Si tratta di un episodio metafisico dove i comportamenti irrazionali la fanno da padrone, l'atmosfera è eterea e surreale (i due colombi sembrano fidanzatini di Peynet); alcune variazioni di impatto, come la scena in cui Rande prende la moglie a sganassoni (e, ovviamente, gli omicidi), sono purtroppo necessarie per alimentare la trama. Sceneggiatura tutto sommato ben costruita, alcune chicche nei dialoghi e nei particolari. E' uno dei miei episodi favoriti. (Mardukas)

**! Strano lo è davvero questo detective che, ingaggiato da un marito cornuto, non si schiera con il proprio cliente (in effetti abbastanza odioso), ma con la moglie fedifraga e il di lei amante. Quando il marito viene ucciso, i tre fanno ancora di più comunella per sottrarsi ai sospetti di Derrick... Episodio per certi versi surreale, ma a suo modo sorprendente e che si avvale di un discreto cast, eccezion fatta per l'insipida moglie. Soluzione finale che oscilla tra il colpo di genio e la comicità involontaria. (Nicola81)

**! Non sarà stata una grande perdita, ma gli assassini (o -e) a Monaco dovrebbero aver imparato che Derrick non è mai disposto a indulgere. Neanche nel caso dell'omicidio di uno spregevole, glaciale, misogino (chi più ne ha più ne metta) marito, interpretato dal solito, quando si tratta di certe parti, Peter Fricke. Derrick entra in scena piuttosto tardi e non sa che pesci pigliare, al punto da coinvolgere Harry per un'ipotesi. La regia comunque è nel complesso solida e rende la puntata non troppo pesante, pur non essendo essa su ritmi serratissimi, anzi. Buono invece il colpo di scena nel finale, che un seguace attento della serie poteva però facilmente intuire. (Gordon) 

**** Peter Fricke ci ha già abituato a personaggi rigidi, bigotti e disturbanti (si vedano "Desiderio di tenerezza" e "Un tipo glaciale") e il personaggio da lui interpretato in questo episodio non fa eccezione. Cornuto non contento, mette alla calcagna della moglie fedifraga (un mezzo vegetale derrickiano) un investigatore privato, per avere le prove del tradimento. Investigatore che però non si comporterà come previsto, stringendo un’insolita alleanza con l’amante della donna, un tacito accordo che però alla fine lascerà entrambi con il dubbio. Dubbio che verrà sciolto in un finale forse non così a sorpresa per il derrickiano più spinto, ma che rappresenta comunque una soluzione soddisfacente all’indagine. Derrick in forma, da segnalare il personaggio della governante, particolarmente algido. (Robykeys82) 


218. UN MORTO POCO AMATO (Kein teurer Toter)
** L'avvocato di uno scorbutico prioprietario d'una segheria chiama Derrick perché il suo cliente continua a ricevere minacce di morte via telefono e non se ne cura! Derrick accetta di parlare con l'uomo e viene trattato male come tutti: la futura vittima odia chiunque abbia a che fare con lui e quando lo ritrovano fatto a pezzettini la reazione più comprensiva è "muoiono in tanti ogni giorno, è toccato anche a lui". Ci manca poco che si organizzino feste e celebrazioni... Persino in famiglia moglie e figlia, dopo un giorno di lutto, vanno a vivere dall'avvocato e le rivedi con un sorriso a trentadue denti. Insomma, si esagera: nemmeno fosse morto Satana in persona! Episodio che suona in definitiva artificioso, per quanto sia comunque scritto e interpretato bene. Deficitario nel finale, al solito, anche perché il colpevole s'è intuito ormai da un pezzo. Derrick compassato, Harry suggeritore inutile. (Zender)

*! Episodio debole. Il personaggio più interessante muore quasi subito; il suo cane, che sembra poter diventare una componente importante della trama, viene presto dimenticato; i comprimari si riducono presto a tre o quattro e in breve si intuisce anche chi sarà il colpevole. Poca roba, insomma, nonostante Harry sia piuttosto attivo e Stephan, come al solito, disponibile, umano e cortese. Interessanti alcune location poco usuali, come un'aula di tribunale, una bella chiesa barocca e, soprattutto, la segheria con tanto di dettagli sul processo di lavorazione e taglio del legno. (Eresiarca) 
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