"Lo squalo": osservare un capolavoro
3 Settembre 2007

Il caro Steven si è documentato molto su questi formidabili predatori e, per non darci possibiltà di stare tranquilli, ha anche sottolineato il fatto che la maggior parte degli attacchi avvengano in pochi metri d’acqua (ed è proprio vero). E se qualcuno, sulla sua barchetta a remi, o sul gommone, poteva pensare di essere al sicuro, ecco che il buon Spielberg ha pensato bene di inserire la scena con l’enorme squalo che attacca la barca del cacciatore (Robert Shaw), facendola lentamente a pezzi. Esagerazione? (1:52:23, il minutaggio fa sempre riferimento al dvd italiano non ridoppiato) Non del tutto: ci sono infatti svariate testimonianze di attacchi di grandi squali bianchi a barconi a remi e persino a pescherecci.

A dar poi manforte al catafalco semi-robotico, c’hanno pensato veri squali bianchi, ripresi per completare alcune scene (soprattutto quella in cui Dreyfuss viene attaccato nella gabbia). Quando lo squalo si accanisce sulla gabbia antisqualo (Dreyfuss si era gia nascosto sul fondale), si tratta di un vero bianco, che era rimasto intrappolato con la coda in una corda e aveva avuto una reazione furibonda, per la gioia di Spielberg. Anche quando si allontana, prima dell’attacco, per poi ricomparire alle spalle di Dreyfuss, è uno squalo vero (solo però la coda che svanisce nel blu). Curiosità: Dreyfuss, nella gabbia e quando nuota sul fondo fu sostituito da un pescatore italiano abituato alle immersioni. L’ho rivisto recentemente, intervistato in una trasmissione sulla pesca.

Sono comunque certo che, a parte l’indiscussa genialità di Spielberg, a decretare il successo in Italia del film abbia contribuito non poco un doppiaggio strepitoso, capace di caratterizzare ancora maggiormente i personaggi (dovrebbe essere usato come esempio di doppiaggio perfetto, dai protagonisti alle comparse). Non parliamo poi della colonna sonora di John Williams, ancora ineguagliata e capace di creare tensione e di farci percepire il grande squalo anche quando non lo si può vedere.

L’unica vera mancanza di Spielberg è stata quella di non aver scritto sulla locandina, a caratteri cubitali “Vietata la visione agli idioti”.
Un altro paio di curiosità: il racconto (splendido) dei naufraghi della corazzata Indianapolis, non doveva esserci. Fu infatti un’aggiunta quasi dell’ultimo momento (e menomale!). Mentre il finale con la bombola in bocca non rispecchia quello del libro scritto da Benchley (quello cinematografico è giustamente più spettacolare). Ma non vi dirò qual è il finale del libro, in caso vogliate leggerlo. Ci sono molte altre cose poi che non collimano: Spielberg ha fortunatamente reinterpretato e adattato il tutto per il grande schermo.
SCENE TAGLIATE
Nel vecchio dvd (non in quello più recente con nuovo doppiaggio, che non oso pensare come possa essere stato realizzato…) ci sono alcune scene tagliate: la migliore è quella che riguarda il poveretto attaccato mentre è sulla barca a remi nel canale, dove il figlio di Brody (Scheider) rimane traumatizzato. Nella sequenza completa, oltre a mozzargli la gamba, lo squalo si porta il malcapitato in giro tenendolo in bocca, con fuoriuscita di sangue. Non male anche la scena tagliata in cui il cacciatore (Shaw) va ad acquistare del materiale in negozio, facendo un po’ lo spiritoso (a modo suo).
1) La donna che ha perso il figlio e che schiaffeggia Brody al porto, avendo saputo che non aveva fatto chiudere le spiagge nonostante un precedente attacco, ripete quasi consecutivamente “fare il bagno”. Essendo un doppiaggio praticamente perfetto, questa ripetizione salta all’orecchio. (0:35:00)
(1:00:19)
Una cosa che non si può non notare è quella strana fluorescenza giallo-verdognola che disegna la sagoma dello squalo quando, di notte, con un bidone attaccato, riemerge per prendersela con la barca del cacciatore, facendo saltare la corrente. Persino quella è giustificata. La fluorescenza è infatti data dal plancton, che di notte emana quella particolare luce. A contatto con una creatura più grande, la notevole quantità di plancton ne rende fluorescenti i contorni, dandole un aspetto quasi spettrale. (1:31:45)
QUALCOSA DI SINGOLARE
Proprio dopo la scena dell’attacco notturno, sullo sfondo, a distanza di pochi fotogrammi, si vedono due stelle cadenti (o presunte tali, visto che la seconda, che arriva da sinistra, attraversa un cielo palesemente nuvoloso. Forse un assaggio di “Incontri ravvicinati del terzo tipo?”. Mah…). (1:32:10 e 1:32:23)
Con ciò, credo proprio di aver concluso. Vi lascio con la frase di Scheider detta a Dreyfuss, che gli domandava perché uno che aveva paura dell’acqua era venuto ad abitare su un’isola: “Un’isola è un’isola solo se la si guarda dall’alto”. Giù il cappello.
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO PUPPIGALLO
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