Le location esatte di "Squadra antiscippo"
6 Luglio 2009

Dopo le esperienze da Monnezza, Tomas Milian passa a interpretare uno dei personaggi più di successo inaugurando una serie di pellicole che vedono come protagonista assoluto il suo commissario sui generis, quel Nico Giraldi destinato a furoreggiare per anni sui grandi schermi della penisola cambiando solo la prima parte del titolo, col tempo: dalle "squadre" si passò ai "delitti". Jack Palance, che nel nostro cinema ha bazzicato per lungo tempo, fa da star straniera in un film che non è sicuramente il migliore della serie ma che resta importante se non altro perché è comunque il primo.
Accompagnati da Ellerre, che si è occupato dell’intero speciale, seguiamo quindi le prime avventure di Giraldi:


Il film inizia con una lunga carrellata di scippi. Il primo avviene all'Eur ed è stato facile individuare il luogo grazie al ben visibile Residence Garden. La seconda sequenza di scippo inizia in Corso Francia proprio sopra il Ponte Flaminio (location anche questa molto nota e presente in altri film). Da via del Mascherone, teatro del terzo scippo (si vede la nota fontana omonima), si torna poi all'Eur, in Piazza Guglielmo Marconi, ormai nota multilocation.


Nella tavola 1c, dove entra in azione per la prima volta nel film il maresciallo Giraldi, siamo nel Borgo di Ostia Antica (piazza della Rocca). Qui non è stato immediato il riconoscimento del posto, avvenuto solo dopo che ho identificato il Castello di Giulio II, visibile in un paio di scorci. La sequenza degli scippi si chiude con un lungo inseguimento in moto tra il poliziotto Gargiulo e il piccolo malvivente detto "il baronetto" lungo via di Grottarossa. Location particolarmente ostica di cui il prode Andygx ha saputo svelare la vera identità cercando nell'estrema periferia romana e trovando infine quel che si cercava.

Giraldi va a fare gli auguri di compleanno a "Mamma" Teresa, prostituta e "collega" della madre del maresciallo, che vive tra le baracche presenti all'epoca su Monte Mario. Di riferimenti per l'individuazione del posto ce ne sono ma serve aguzzare la vista poiché sono nascosti nella vegetazione. Le baracche in questione sono in un'ansa di viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto.


Sotto l'arco De' Tolomei, in Trastevere, si consuma l'ennesimo scippo. Nel frattempo Giraldi è con l'agente Ballarin in un bar per un appostamento notturno. Siamo in piazza del Biscione, come si evince anche dai dialoghi.



Il maresciallo Giraldi va ad aspettare la signorina Cattani (vittima barbaramente denudata e derubata dal Baronetto e i suoi complici) davanti all'ufficio in cui lavora (Editrice Europa, si legge nel film). Tra i due nascerà presto un flirt e finiranno a letto insieme, come ben si può immaginare. Anche se dell'editrice non se ne ha traccia, via Barberini (siamo qui al civico 50) è abbastanza caratteristica per chi frequenta Roma e la si può riconoscere anche da piccoli dettagli apparentemente insignificanti (vedi la salita, ad esempio).

Il Sig. Shelly (Jack Palance) viene derubato di una valigetta contenente soldi sporchi. E' lo scippo che costerà caro alla cricca del Baronetto... Perché qualcuno chiede all’americano se vuole chiamare la polizia, ma lui ha già in mente di sbrigarsela da solo. Siamo davanti all'albergo Lord Byron (in via G. De Notaris 5), ai Parioli. L'albergo è sempre lì, anche se è stato pesantemente ristrutturato.

Gipo, socio del Baronetto, viene messo sotto torchio gli uomini dell'americano per sapere dove ha nascosto i soldi. Il Baronetto fa appena in tempo a evitare di entrare anche lui in bisca e fugge, per sua fortuna. La via, via Monte Bianco, l'ho riconosciuta subito in quanto ho una amico che abita lì e che, tra l'altro, mi ha riferito che in passato quello stesso locale del film era realmente stata una bisca frequentata da pericolosi balordi! Oggi c'è il ristorante "Il mondo del buffet".

Il Grottaferrata, piccolo scippatore di portafogli, lascia messaggi in segreteria telefonica di Giraldi (del tipo: "Giraldi vaffanculo", che proseguono per 10 minuti). Questi riconosce la voce e lo becca ai bagni dello stadio mentre controlla nel portafoglio appena scippato a un tifoso. Divertente fare una comparazione tra lo stadio Olimpico del 1975, così com'era in origine, e quello di oggi, completamente mutato dopo i lavori di ammodernamento eseguiti in occasione dei Mondiali del 1990. Inoltre mi sono divertito a ritrovare le immagini della partita che si vede nel film (derby Lazio-Roma del 16 novembre 1975), con tanto di sequenza del gol di Chinaglia (ripreso da altra angolazione rispetto al film).


Dopo che Gipo è stato ammazzato, il maresciallo Nico Giraldi è deciso a salvare la pelle a Otello, altro complice del Baronetto. Questi, dice il cugino, si nasconde in via del Governo vecchio. Ed è vero, sono proprio lì, al civico 39. Oltre a individuare il portone esatto è stato interessante ricostruire il rocambolesco inseguimento sui tetti dell'antica palazzina che è proprio lì, in via del Governo vecchio. Nella tavola troverete in prtatica il percorso sui tetti dei protagonisti a partire dall'arrivo in moto di Giraldi. Purtroppo, nonostante i lodevoli tentativi di quest'ultimo, anche Otello farà una brutta fine cadendo dai tetti.


Il Baronetto sa di avere le ore contate e chiede una mano al suo ricettatore, che è al Monte dei cocci. Abbiamo così una bella testimonianza di come si presentava la zona di Monte Testaccio in quegli anni. Oggi l'aspetto è molto simile ma le casupole sul Monte sono diventate tutti locali notturni e lo sterrato è stato ricoperto dall'asfalto. Inoltre la scalinata che scendeva da via Zabaglia non esisteva all'epoca.

Questa volta il Baronetto fa da esca e conduce l'americano nella trappola di Giraldi. Dice che bisogna prendere la via Aurelia (e questo è stato l'ennesimo depistaggio che ha ostacolato la famosa ricerca della fornace abbandonata) ma in realtà percorrono via della Bufalotta. Ovviamente anche questa non è la via che nella realtà porta alla fornace e ovviamente il percorso che seguono è illogico in quanto nelle due sequenze sono nella stessa via che però viene percorsa in due direzioni diverse (in pratica nel film si dirigono uno incontro all'altro!)
11. SPARATORIA ALLA FORNACE (Ellerre, Zender)
Salta ancora fuori la Fornace di Castel Giubileo. Tutti quelli che seguono il Davinotti sanno ormai dove si trovava e avranno ormai imparato a riconoscerne la zona in via di Castel Giubileo. Vi si sparava all’impazzata, ai tempi, e Squadra antiscippo non fa certo eccezione, visto che anche qui la fornace è teatro dell’ennesimo scontro a fuoco tra i laterizi. Non inseriamo qui foto perché preferiamo sempre rimandarvi allo speciale sul tema, che trovate CLICCANDO QUI (e dove naturalmente compaiono anche fotogrammi tratti da questo film)...


Usciti dalla fornace Giraldi insegue, sempre rigorosamente in moto, l'americano. Il lungo inseguimento è per lo più in zone di campagna fino a che, a un certo punto del viaggio, ci si imbatte in una zona abitata. Il tratto di strada riconoscibile è via di Casal boccone. Si continua ancora per un po’ per conludere il tutto davanti a Casal de' Pazzi (in via Giovanni Zanardini 19), antico casale che dà il nome a tutta quella zona di Roma, di recente costruzione, sorta intorno agli anni '80 e composta da palazzi e palazzoni in stile moderno.
Testi e tavole: Ellerre
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ELLERRE
6 Luglio 2009 13:00
6 Luglio 2009 13:39
Ho gradito molto!
6 Luglio 2009 20:35
Ottimo lavoro.
9 Luglio 2009 12:02
10 Luglio 2009 00:40
1 Agosto 2009 09:42
Mi era praticamente sfuggito questo speciale. Lo aspettavo da tempo poiché incuriosito da tre location di cui non riuscivo a rendermi conto in che zona fossero ovvero Via Monte Bianco dove c'è la bisca e via di Grottarossa che, seppur conoscendola, non riuscivo a isolarla e il borghetto di Ostia Antica dove credo di non essere mai stato.
Ricordo invece molto bene e con nostalgia i palazzi ancora in costruzione in via Giovanni Conti perché all'epoca andavo a trovare un mio amico che abitava sulla Bufalotta. Ricordo anche i commenti che facevo con mia sorella quando passavamo li poicé all'epoca, a Roma, quei 'cilindri' erano una roba 'innovativa' e mai vista.
Bravissimo Ellerre e tutti quelli che hanno dato una mano.