Intervista a Mario Trevi
4 Gennaio 2018

GIACOMO: Maestro, in realtà il nome Mario Trevi è un nome d'arte, giusto?
MARIO: Il mio vero nome è Agostino Capozzi, ma la mia casa discografica mi chiese un nome d'arte più radiofonico perché Agostino Capozzi non suonava molto bene, per presentarmi come cantante. Così scegliemmo Mario Trevi. Tu devi pensare che tra due anni festeggio 60 anni di carriera. Ho fatto la gavetta dal 1956 fino al 1959 ma il mio primo successo l'ho avuto appunto nel '59 con la canzone "Si ce lassammo", scritta da Renato Ruocco. Da lì, grazie a Dio, nasce la mia carriera.

MARIO: Giovanni Fiorenza aveva scritto il copione per la sceneggiata teatrale "'A paggella"; grazie a quest'opera avevo avuto un grande successo in tutto il mondo. Avevo inciso anche l'LP de "La pagella" e i consensi crescevano sempre più. Ad un certo punto arrivò un produttore, Michele Dello Jacono, e mi propose di farne un film. L'idea era buona e infatti il film, all'epoca (era il 1980), incassò due milardi e ottocento milioni. Poi la videocassetta ha avuto successo in tutto il mondo grazie agli italiani che vivevano all'estero: in Germania, in America... ha ottenuto grossi riscontri di vendita, quella videocassetta. C'era veramente una troupe importante, a cominciare dagli attori: Marc Porel, Marisa Laurito, Beniamino Maggio e la sorella Rosalia e tanti altri artisti bravissimi.
GIACOMO: La regia era di Ninì Grassia?
MARIO: Sul set c'era Ninì Grassia, il regista era lui; poi a un certo punto ha avuto dei suggerimenti da registi bravi come lui ma con molta più esperienza. Erano dei consiglieri, in poche parole. Ed è uscito fuori questo capolavoro. Perché non è il solito film napoletano; è un film completo perché dentro c'è un po' di poliziesco, di azione, di drammatico e un po' di sceneggiata napoletana.

MARIO: Marc Porel era un bravissimo attore, poverino, aveva la disgrazia di avere quel brutto vizio che... si usa ancora oggi... quella brutta polverina. Io gli stavo sempre vicino e gli dicevo "Marc dai, non prendere questa roba, sei giovane...". Mi è dispiaciuto molto per lui, era una brava persona. Ricordo la scena al ristorante: c'era anche la moglie di Marc, a girare con noi.
GIACOMO: È vero, confermo, Barbara Magnolfi che praticamente fa un cameo, nel film.
MARIO: Esatto, proprio lei.
GIACOMO: Il ruolo del piccolo Gennarino era stato affidato a Massimo Deda che veniva da precedenti polizieschi (Napoli violenta per citarne uno) sempre nei panni del piccolo scugnizzo Gennarino.
TREVI: (fa una simpatica risata) L'ho cresciuto io quel ragazzo... Era così bello, così carino che mi stava sempre vicino; e sul set, prima di girare le scene, veniva da me e mi diceva "Mario, come la vuoi la scena... Mario va bene così?... Mario la facciamo così?". Diciamo che le nostre scene le abbiamo girate veramente con anima e corpo; giuste, precise e perfette.
GIACOMO: Dopo il film avete continuato a frequentarvi, con Massimo Deda?
MARIO: Sì sì sì, siamo rimasti buoni amic. Lui dopo il film partì per fare il militare, poi si è sposato, ha avuto dei figli. È un ragazzo molto riservato, adesso ha lasciato l'ambiente del cinema.

MARIO: Marisa Laurito non era ancora conosciuta quando ha fatto il film. Aveva fatto delle piccole cose con Eduardo, piccole particine. Poi ha avuto il ruolo di mia moglie in questo film e ha ottenuto grande successo; nemmeno lei pensava di ottenere tanta popolarità. Ogni volta che ci incontriamo mi dice: "Mario, il mio successo lo devo a te".
GIACOMO: Lei ha nel film anche delle belle scene con Marzio Honorato.
MARIO: Sul set eravamo molto amici, si scherzava e si rideva, durante le pause mangiavamo insieme. Ho un bel ricordo di Marzio... Sul set era perfetto, nel suo ruolo.
GIACOMO: Poi c'è questo Luciano Iannantuoni che interpreta il rapinatore, Angelo.
MARIO: Sì, me lo ricordo, una cara persona. Ricordo che dovevamo girare la scena in cui lui mi aggredisce ed era molto preoccupato. Temeva di farmi male e mi diceva: "Mario, adesso devo fare finta di picchiarti... se ti faccio male avvisami che ci fermiamo" (ride). Allora insieme facevamo le prove e io dovevo evitare di prendermi in faccia i suoi pugni.
GIACOMO: Parliamo anche di due grandi attori del teatro napoletano, Beniamino e Rosalia Maggio.
MARIO: Eeeh che ti posso dire figlio mio... una grande emozione averli avuti nel mio film. Ho avuto e ho ancora una grande stima per la famiglia Maggio: Rosalia, Pupella, Beniamino, Dante Maggio, tutti quanti! Una grande famiglia di artisti.

MARIO: Sì, (ride). La scena finale, quando con la mia macchina inseguo i rapinatori. Eravamo sul Vesuvio: per girare la scena serviva una giornata con tanto sole e sfortunatamente quel giorno pioveva. Ninì Grassia era preoccupato: "Adesso come facciamo, con questa brutta e grigia mattinata? Perché non rimandiamo?". Gli rispose il produttore Dello Jacono: "Non possiamo rimandare perché devo assolutamente consegnare il film al più presto". Così aspettammo il pomeriggio e dopo mezzogiorno uscì all'improvviso uno splendido sole. Nel frattempo il produttore ci aveva portati a pranzo in un ristorante molto costoso sul Vesuvio. C'erano praticamente tutti: Marc Porel, Rosalia Maggio... Il produttore dovette pagare un conto di 800.000 lire di allora. A un certo punto disse: "Ragazzi, questa scena finale, a parte le spese della troupe e quelle tecniche, mi è costata anche 800.000 lire di pranzo!". "E va bene signor Michele", disse Rosalia Maggio, "allora il conto lo paga Mario Trevi!". Risposi subito scherzosamente: "Nooo, io non pago niente" (risate). Michele Dello Jacono disse: "Sto scherzando, non vi preoccupate, sono contento di avervi offerto questo grande pranzo. Siete dei bravi artisti e sono sicuro che il film avrà un grande successo". E così fu!

MARIO: Quella la girammo a Piazza Municipio a Napoli: a fianco c'era una vera gioielleria e girammo lì la scena in cui viene ucciso Gennarino. Fuori c'era una folla di circa duemila persone: tutti a guardare... La gente aveva capito che stavamo girando La pagella e si avvicinarono, giustamente, incuriositi. Noi però così non riuscivamo a girarla, la scena: attraverso il vetro della gioielleria si vedeva tutta la folla. Così dovemmo chiedere un permesso speciale alla questura di Napoli per far sgomberare il posto o non avremmo potuto girare.

MARIO: Io avevo un contratto con Dello Jacono per altri tre film. Tra questi avrei dovuto fare anche Il carabiniere (nel ruolo che andò poi a Fabio Testi), ma disgraziatamente Dello Jacono si ammalò gravemente e morì. E tutto finì lì.
GIACOMO: I suoi attuali progetti quali sono?
MARIO: Adesso sto facendo uno spettacolo bellissimo in tutta Italia che si chiama "Tu vuo' fà l'americano con Mario Trevi". Uno spettacolo dove sono circondato da giovani artisti e giovani musicisti per raccontare Napoli attraverso le classiche canzoni napoletane con arrangiamenti attuali e moderni. Stiamo riscuotendo un grande successo grazie al pubblico, che ci vuole sempre bene. Il mio staff gestisce una mia pagina Facebook ufficiale con tutte le informazioni e le date dei miei spettacoli. Eccola: https://www.facebook.com/mariotreviufficiale/?fref=ts
GIACOMO: Maestro, io la ringrazio infinitamente per questo meraviglioso incontro e per la sua disponibilità. È stato un vero onore per me aver parlato con un grande della canzone napoletana.
MARIO: Sono io che ti ringrazio per il tuo interesse per La pagella, che per me resta un grandissimo ricordo.
Le foto presenti (esclusi i fotogrammi e la locandina) provengono dall'archivio personale di Mario Trevi, al quale vanno i nostri migliori ringraziamenti.
INTERVISTA INSERITA IL GIORNO 4/1/2018 DAL BENEMERITO GEPPO
4 Gennaio 2018 18:18
15 Gennaio 2018 08:55