Benvenuti nel paese di "Kill Bill"
28 Marzo 2008
ATTENZIONE: IL SEGUENTE ARTICOLO SVELA ALCUNI PARTICOLARI RELATIVI ANCHE AL FINALE DEL FILM. SE NE CONSIGLIA LA LETTURA A CHI IL FILM L'HA GIA' VISTO.

Benvenuti nel mondo di Mr. Tarantino, che con le sue due fatiche (o lavoro diviso in due parti) ci regala divertimento, oltre a qualche riflessione su quanto possa essere pericoloso spezzare il cuore a killer innamorati…

Tutto questo è Kill Bill, un film fatto di altri film, ovvero imperniato di citazioni che vanno dal b–movie anni 70 italiano, americano, orientale, fino ai veri e propri omaggi di tipo “tecnico” e ideale al western con altarino a Sergio Leone, colonne sonore incluse; in più, nella resa dei conti con Oren I-Shi e il suo entourage ho notato un (voluto? Conoscendo come lavora Tarantino la risposta dovrebbe essere positiva) esplicito omaggio a Scarface di Brian De Palma: impossibile non rivedere nella piscina che si riempie di cadaveri e sangue le scene finali nel villone dello scespiriano Al Pacino/Tony Montana, il quale alla fine precipiterà anche lui da una balaustra come Gordon Liu/Jhonny Mu, il capo degli 88 Folli.

1) Il divertimento è assicurato e la violenza è talmente eccessiva da divenire innocua quanto ad impressionabilità (ebbene sì, sostengo ciò pure per quanto riguarda la scena dell’occhio di Daryl Hanna/Elle Drive);
2) Stuzzica la nostalgia di noi nati a metà degli anni 70 o giù di lì, con quei salti e le musiche che ricordano le avventure della Donna Bionica (sarà per questo che la Sposa è bionda con i capelli lunghi e scalati?) e dell’Uomo da 6 milioni di dollari (ricordiamo anche che Beatrix ha una placca d’acciaio in testa come conseguenza del ferimento iniziale).

Ma questo alla fine, con calma: fin lì la bionda e alta Sposa, alias Uma Thurman/Beatrix Kiddo, alias la Favorita di Bill, fa fuori tutti gli ex colleghi di lavoro (grande la ieratica e imperturbabile Lucy Lyu/O- Ren) e chiunque tenti di fregarla. Con la speranza che la vendetta finalmente attuata e la maternità appagata l’abbiano riconciliata con la vita, altrimenti, lo dico soprattutto ai maschietti, poveri noi…
P.s. Quentin ci regala anche un ritrattino al vetriolo di una nostra nevrosi moderna: fa bene ad alterarsi la protagonista quando ricorda che la bella Juliette Dreyfus/Sophie, altra ex-collega di squadra, non si era separata dal suo cellulare e dai suoi allegri interlocutori neanche durante il pestaggio, in più in una chiesa… Eh sì, siamo proprio diventati maleducati…
ARTICOLO INSERITO DALLA BENEMERITA GUGLY