Eccessivamente romanzato, languido e prolisso, è da apprezzarsi più che altro per l'elegante fotografia dai luminosi colori e per le interpretazioni dei protagonisti: Brazzi, un Archimede misurato e innamorato, che passa con disinvoltura dalla scienza alla politica; Salerno, istrionico e viscido; Cervi, introverso e tentennante. Qualche bella scena di battaglia e le sensuali presenze di Sylva Koscina e della Louise.
MEMORABILE: Gli specchi ustori sperimentati sulle vesti dalla bagnante Tina Louise.
Film storico abbastanza tedioso e tirato troppo per le lunghe in cui il tema centrale (l'assedio di Siracusa) viene trattato marginalmente, dando invece ampio spazio alle storie sentimentali di Archimede, interpretato divinamente da Rossano Brazzi. Belle le scene finali, ma il film non raggiunge la sufficienza piena.
Ambizioso peplum che si distingue per un cast formato da attori di primo livello (almeno nei ruoli principali) e una confezione leggermente più curata rispetto ad altri prodotti simili. La storia c'è e si segue bene fino alla fine, anche se i nomi sono messi quasi a caso e la rispondenza storica va a farsi benedire fin dalle prime scene. Sceneggiatura roboante che dà modo a gente come Cervi e Salerno di mostrare il talento maturato nei teatri, ma a tratti prolissa, con iil melodramma sempre dietro l'angolo. Molto buono anche il cast femminile, che se la cava egregiamente. Guardabile.
Dopo aver inventato il cinema mnitologico con il grande successo Le fatiche di Ercole, Pietro Francisci paradossalmente torna al vecchio film storico iconico e macchinoso dimenticando tutta la leggerezza di quel film e proponendo un Archimede donnaiolo, scienziato e sputasentenze interpretato da Rossano Brazzi. Un po' di ossigieno arriva da Sylva Koscina, come sempre molto affascinante.
Gerone, tiranno di Siracusa, si affida a Archimede, suo successore, il quale riesce a contenere l’avanzata romana con i famosi marchingegni a specchi. Ma bisogna aspettare la fine per godere di queste manovre, perché il resto è solo uno sdilinquirsi in romanticherie adolescenziali del tutto inventate. Peccato, perché la fotografia è fulgida e la presenza di Sylva Koscina ha, come sempre, il suo incontrovertibile appeal.
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CuriositàReeves • 16/05/23 06:04 Contratto a progetto - 815 interventi
Riccardo Freda sottolinea che questo è il primo film storico di Francisci senza Mario Bava alla fotografia, ed è proprio per questo che secondo Freda il film è un fallimento ed è noioso e statico.
Fonte: Riccardo Freda, "Divoratori di celluloide".