Un appassionato biopic che racconta di una delle tante vite rovinate dal successo e dagli obblighi hollywoodiani, sceneggiato con cura e con la giusta carica emotiva. A rendere ancora più prezioso il film è la performance di una straordinaria Zellweger, aderente al ruolo e dalla vocalità quasi perfetta. Buoni anche la ricostruzione d'epoca e il cast di contorno che, sebbene schiacciato dalla protagonista, riesce comunque a distinguersi. Molti momenti davvero commoventi. Notevole.
Film biografico con struttura piuttosto lineare che trasmette molto affetto verso la figura di Judy Garland. Con molta enfasi la storia espone la solitudine dell'attore e lo sfruttamento dei bambini attori di fine anni 40. La figura della Garland, ripulita dei lati peggiori dell'alcoolismo e della tossicodipendenza, è molto coinvolgente. Brava la Zellweger, anche se ricorda sempre un po' troppo Bridget Jones. Consigliabile vederlo in lingua originale.
MEMORABILE: L'incipit e la fine in modo diverso presentano l'amore/odio patologico verso la "carriera".
Non un biopic in senso classico, ma un film focalizzato su pochi emblematici giorni della fu grande diva trascorsi a Londra nel finale di una carriera lunghissima iniziata praticamente in culla. Buon film, superba interpretazione della Zellweger, bei costumi. Finale, ovviamente, già scritto. Piacevole, consigliato. Lunghezza non eccessiva, di questi tempi sicuramente un pregio.
Biopic delicato ed elegante che non indugia troppo, pur mostrandoli, sui vizi che portarono la Garland a una morte prematura e si focalizza, invece, più sui pregi della Diva e sulla sua tormentata esistenza. Una vita fatta di solitudine, privazioni, sacrifici e matrimoni-troppi-sbagliati. Le sue spassose, famose e sarcastiche battute si alternano ai ricordi e alle esibizioni, talvolta spettacolari, altre tragiche. Una Zellweger strepitosa rende degno omaggio a una figura non facile da interpretare in cui si rischiava il rimpianto dell’originale.
Biopic che si focalizza su due periodi in testa/coda: la diciassettenne sul set del Mago di Oz schiavizzata dallo star system e, oltre venti anni dopo, la donna sfiorita con troppi fallimenti alle spalle che non ottiene contratti perché giudicata inaffidabile. La sceneggiatura sorvola sugli aspetti più controversi per concentrarsi sulle sventure, la regia è diligente, Zellweger offre un'interpretazione mimetica a misura di Academy: tutto cucinato a puntino, ma anche tutto molto convenzionale, a tratti troppo scopertamente ricattatorio.
Film biografico sull'ultima parte della carriera e della vita di Judy Garland. Il film dimostra chiaramente la sua origine teatrale e Renée Zellweger è bravissima nel rendere sullo schermo la personalità del personaggio principale offrendo una performance anche canora di tutto rispetto, giustamente premiata con l'Oscar, ma la pellicola è godibile anche per la riuscita ricostruzione ambientale e per la sceneggiatura che guardando al passato della protagonista, individua le ragioni dei suoi tormenti interiori.
Racconto dei tratti più controversi della carriera di Judy Garland, una storia di classica ascesa e caduta che caratterizza molte grandi dive hollywoodiane. In effetti il senso di ripetitività pare affiorare più volte durante la proiezione, ma ci vengono in soccorso le grandi prove della Zellweger e di chi l'ha aiutata a immedesimarsi col personaggio. Costumi, trucco e tratti facciali ricreano bene il tormento interiore dell'attrice, il suo non volersi arrendere di fronte alla malinconia e all'abbandono. Regia e montaggio di buon livello, come trama e originalità siamo nella media.
La vita della Garland concentrata sulle ultime performance. Pur non nascondendo i suoi problemi di alcolismo, il personaggio mantiene cliché hollywoodiani nell'uscita di scena in tripudio. Gli accenni ai suoi inizi sembrano indicare responsabilità nello star system e nel prezzo che bisogna pagare per avere il successo. I rapporti con la figlia Liza son solo sfiorati e le vicende matrimoniali poco approfondite. La Zellweger fa qualche smorfia, qualche battuta e sul palco ha meno vitalità della vera Judy.
MEMORABILE: La cena a casa dei due ammiratori; Sbronza sul palco; L'assaggio della torta.
Mimetica prova dell'attrice protagonista che tuttavia non aggiunge novità alla triste e nota storia dei "belli, bravi, sfruttati e perduti di Hollywood": quindi ecco la Garland brava ma distrutta da alcool e traversie personali, i ricordi degli inizi giovanili con sfruttamento stile allevamento intensivo, faville davanti e infelicità dietro le quinte... niente di veramente nuovo tra fragilità e uomini che si riveleranno approfittatori; noi guardiamo tristi sapendo già come finirà.
MEMORABILE: I ritmi e i metodi di uno studio cinematografico degli anni 30-40 ai limiti di un ottuso sadismo.
L'ultimo periodo di vita della grande artista americana dalla vita tormentata, inframmezzata da ricordi del passato in cui si evidenziano le grande imposizioni dell'industria cinematografica statunitense nei confronti di un'adolescente di talento. La Zellweger è perfetta nella parte regalando buone emozioni. Finale emotivamente trascinante, anche se l'enfasi tracima notevolmente.
Oramai i biopic sono diventati una moda: quando le idee scarseggiano si porta sullo schermo la vita di un grande artista. La pellicola in questione comunque è ben realizzata tecnicamente, con una buona interpretazione da parte della Zellweger, e ha il merito di portare a conoscenza del pubblico più giovane un'attrice oggi non troppo ricordata. Però il film soffre di qualche pesantezza e di facili effetti emotivi, di troppo, che ne riducono l'effetto complessivo.
Struggente, dolorosa memoria di Judy Garland sul viale di un tramonto precoce in un tour inglese del declino che la accomuna alla rievocazione di Stanlio & Ollio. Una straziante via crucis che parte dalla ferita inferta dalla macchina hollywoodiana e spalancata col Mago di Oz, ma capace di mostrare la profonda umanità grazie a un’ottima sceneggiatura di derivazione teatrale, ben più corposa dell’omaggio a Edith Piaf, e soprattutto da una superlativa Zellweger di straordinario mimetismo. Emozionante.
Biopic che si concentra sugli ultimi anni di vita della Garland, nel suo periodo londinese; nonostante svariate licenze poetiche la parabola triste dell'artista si fa comunque apprezzare, principalmente grazie alla prova di una Zellweger trasformista (anche se non assomiglia comunque tantissimo alla Garland), che canta anche e risulta sorprendentemente brava. Buono il cast di contorno, ben fatta la ricostruzione ambientale, studiati a puntino i momenti da Kleenex, tra trionfi e sconfitte; meno riusciti i cenni sull'inizio carriera, inseriti un po' a casaccio. Non eccelso, ma buono.
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