Il capostipite della saga dedicata ad Ursus, forzuto guerriero di Micene, lo vede impegnato nel tentativo di salvare la fidanzata rapita. Un peplum di maniera, non particolarmente avvincente e tutt’altro che eclatante nelle scene d’azione, a parte la lotta finale tra Ursus e il toro nell’arena. Da segnalare nel cast diverse presenze femminili (Gajoni, Orfei, Miranda, Giordano...) e un mendace Scaccia.
Primo film della saga dedicata al guerriero di Micene, è un peplum nella norma che si riscatta da un soggetto poco originale (uno pseudo-Ercole deciso a liberare la fidanzata e a vendicare il padre) e da un protagonista poco espressivo grazie a una spettacolarità casereccia che lo rende divertente. Sebbene non sia troppo avvincente, alcune scene d'azione, soprattutto lo scontro finale, sono realizzate in modo discreto.
Non che ci si debba attendere molto, ma mantiene meno del poco che promette (però Morandini lo salva). Solo la sorpresa del pre-finale permette di arrivare a *½. Opera dell'attività estrema di Campogalliani, ha un protagonista sul quale, se non si sapesse che il lieto fine è obbligatorio, non si scommetterebbe una lira, tonto com'è. Gajoni (altrove adorabile) totalmente fuori parte (danza pure male), Fury inespressivo. "Tòpoi" a bizzeffe: se prevedevate che la donna resa cieca da un colpo alla testa tornasse a vedere grazie ad un altro colpo...
Quello che mi piace di questi vecchi peplum è la grande confusione che vi regna. Per esempio i costumi: si va dall'antica Grecia all'alto medioevo, passando per l'antica Roma con qualche richiamo per il rinascimento. Non parliamo della colonna sonora che sembra scritta da Rossini; insomma una iperstimolazione per lo spettatore. Ed Furay è quel che è, Orfei anche, Gaioni svenevole. Bello vedere Scaccia che fu un signor attore di teatro e un Fuscagni pivellino che dura 4 minuti.
Uno dei mitologici migliori del periodo, creato e diretto dal vecchio Campogalliani che aveva già fatto i Maciste ai tempi del muto. Se Ed Fury è un fusto senza troppe espressioni, Mario Scaccia è un cinico fantastico mercante di schiave e per una volta la trama consente anche una vera sorpresa finale. Soledad Miranda, in uno dei suoi primi film, è poi una gioia per gli occhi e un motivo di eccitazione per cinefili: non ha ancora il fascino della musa di Jess Franco, ma è già magnetica.
MEMORABILE: "Una cieca? Una nuova esperienza!": Mario Scaccia pronuncia una delle battute piu ciniche della storia del cinema.
Carlo Campogalliani HA DIRETTO ANCHE...
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Soledad Miranda è all'inizio della sua breve carriera. Il film è citato all'interno di Tutto quel nero, il romanzo di Cristiana Astori (il giallo Mondadori) che è tutto incentrato sull'attrice morta tragicamente nel 1970.