L'ultimo film della grande Joan Crawford non è esattamente uno dei suoi più memorabili. Diciamo anzi che è certamente il suo peggiore, con un budget minimo e un soggetto che la vede proteggere un troglodita (da cui il titolo originale) uscito da una caverna nei dintorni di Londra. Il primate, di cui tre incauti speleologi avevano segnalato l'esistenza dopo che uno di loro era stato da questi ucciso, viene liberato da una troupe chiamata lì proprio dall'antropologa dottoressa Brockton (Craword), la quale è l'unica a non scappare quando questi esce dalla spelonca terrorizzando tutti; lo cloroformizza sparandogli freccette e se lo porta al laboratorio, dove lo ingabbia iniziando a studiarlo (con scarsissimi...Leggi tutto risultati). Istituito un processo che vorrebbe sottrarlo all'amore della dottoressa, il principale avversario della stessa (Gough) tenterà pure di uccidere il trog (da gustarsi il come) col risultato di liberarlo invece dal laboratorio e lasciarlo scorrazzare per Londra, giustificando a questo punto anche il banale titolo italiano. In realtà il primo vero orrore sono gli abiti che sfoggia la Crawford, costretta peraltro a usare il suo guardaroba personale causa ristrettezze del budget (si dice che addirittura dovesse cambiarsi in auto)! Freddie Francis, regista inglese di un certo valore, non può fare i miracoli e di fronte a un soggetto e una sceneggiatura tanto miseri cede pure lui filmando il troglodita in piena luce senza pudore (la stessa maschera verrà usata tra l'altro l'anno dopo in I TERRIFICANTI DELITTI DEGLI ASSASINI DELLA VIA MORGUE), evidenziando così la povertà del make up. Ma a colpire sono anche le tante assurdità: quando il trog scappa nessuno lo segue (non ci vorrebbe proprio nulla), e la cosa colpisce anche di più quando se ne fugge con la solita flemma da un parco londinese gremito portandosi via una bambina: nemmeno la madre disperata tenta di stargli dietro o di chiamare la polizia per farlo! Esilarante poi la cura Ludovico imposta al povero cavernicolo per cercare di fargli ricordare qualcosa del suo passato (ma credono davvero che abbia migliaia di anni???): lo collegano ad elettrodi e gli proiettano davanti foto di scheletri di dinosauro. Ora, ci si chiede, anche sorvolando sul fatto che i primi uomini apparvero sulla Terra ben dopo i sauri, perché non mostrargli delle ricostruzioni in carne un po' più attinenti a quello che il poveretto potrebbe ricordare? Ma ci pensa lui, e la sua memoria si materializza mostrandoci interminabili sequenze coi dinosauri di Harryhausen (prese da un vecchio documentario del 1956, IL MONDO E' MERAVIGLIOSO) filtrate di blu, rosso eccetera... Non è male notare anche le enormi rocce che rimbalzano nel finale (in cui la caverna del trog viene fatta esplodere) rivelando la loro risibile natura gommosa. Dispiace invece vedere la povera Crawford impegnarsi per dare una dignità al film e ottenere l'effetto contrario (si pensi a quando spara imbracciando maldestramente il fucile, o quando gioca sul prato in vestaglia – è per caso un vestito? - col suo amato cavernicolo). Insomma, se il termine trash va scomodato con moderazione, qui lo si può fare senza timore di sbagliare. Purtroppo però il film non è nemmeno così divertente come si spererebbe; e nemmeno splatter, nonostante il trog appenda un macellaio al gancio della carne anticipando Leatherface. Da confrontare con il precedente EEGAH, altrettanto fallimentare e girato con mezzi perfino inferiori!
Un essere troglodita uscito da una grotta sperduta dopo aver ucciso un giovane esploratore, viene messo in un istituto da una dottoressa (Crawford alla sua ultima interpretazione cinematografica) che vuole studiarlo per capire i legami tra uomo e animale, ma qualcuno non è d'accordo e scatena la furia omicida del "Trog". Buona produzione diretta con brio dal veterano Francis, validi attori (molti i caratteristi, tra cui il fulciano Warbeck). Da vedere.
Terrificante, non in senso horror, pellicola diretta da Francis, d'una disarmante banalità e d'una ancor più incredibile noia. La storia dell'anello mancante tra uomo e scimmia viene qui portata in campo con dispendio di cast (su tutti un'insipida Joan Crawford), di messa in scena e di regia. I continui grugniti di Trog (abbreviativo di troglodita, sic!) sovente smuovono inappropriate risate e pure l'intermezzo a passo 1, con i ricordi del mostro di scontri tra dinosauri, hanno dell'impossibile. Ci si diverte appena appena sul finale, ma è tardi!
Il titolo italiano fa pensare a tutt'altro tipo di pellicola, sia per il tema trattato che per il fatto che l'ambientazione non è Londra. La trama infatti tratta di un troglodita trovato in una grotta nella campagna inglese e trasportato in una clinica per studiarlo. Il trucco dell'uomo primitivo è visibilmente fatto al risparmio e consiste solo nel volto da scimmia, mentre il corpo è un attore senza alcun artificio se non scarponi e mutande di pelliccia. Buoni invece i dinosauri a passo uno e qualche effetto di sangue che movimenta un film poco riuscito.
Freddie Francis HA DIRETTO ANCHE...
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