Buiomega71 • 21/02/22 10:57
Consigliere - 27098 interventi Tuttargenteria (
quel che rimane di Dario Argento)
Ritorno di Argento alla televisione e nel grembo di mamma Rai
Il piccolo schermo è cambiato e Argento può metterci nudi integrali (anche se parziali) della Rocchetti spiata da Elio Germano e una testa sfondata con un corpo contundente di inusuale ferocia per gli standar tv (delitto che ricorda, in parte, l'assassinio di Glauco Mauri in
Profondo rosso-il primo fendente sulla capoccia che arriva da dietro- e una disperata lotta nella vasca da bagno di insistita crudeltà, come quella di
Nonhosonno (e diversa rappresentazione dell'affogamento di Amanda Righetti).
Più che
Ti piace Hitchcock? (citato in maniera assai banale e superficiale) sarebbe stato più opportuno
Ti piace Argento?, visto che si intravedono (a volte proprio si respirano) i momenti e le suggestioni argentiane, più quì che nemmeno nel
CartaioA partire da una Torino come solo Argento sà ritrarre, dalle architetture (la scalinata con la vetrata è puro
Uccello dalle piume di cristallo), dall'entrata dell'assassino dell'appartamento della mamma di Sasha (in tutto è per tutto simile a quella analoga di
Profondo rosso), all'interno del meccanismo delle serrature (tipico topoi argentiano), alla chiave che non entra nella toppa (
Tenebre), l'anoressia di Sasha (
Trauma), al momento clou di Germano voyeur dopo il pedinamento di Federica, suggestivo mix tra
Tenebre (la pioggia improvvisa) e
Profondo rosso (la finestra e Francesca, che come Macha Meril. le si stampa davanti), il finale sul tetto del palazzo a picco sul vuoto (il marito di Monica Ranieri dell'
Uccello dalle piume di cristallo, il finale dell'episodio
Il gatto nero di
Due occhi diabolici), la ragazza seminuda nel finale, la nuova inquilina spiata da Germano, con le sonorità tipiche settantiane nella ost di Donaggio, che ricorda incredibilmente Catherine Spaak nel
Gatto a nove code.
Rimasugli di pura argenteria più che il maestro di
Vertigo, o la bambinesca cinefilia che cita David Lynch (
Velluto blu con gli extra(sic!), i classici dell'espressionismo tedesco, Fritz Lang e tutto quello che Argento ama.
Di contro un'imbarazzante svolta nel giovanilistico che nemmeno
I ragazzi del muretto, dove Moccia sembra Pasolini a confronto, le inguardabili e squallide scene in videoteca (dove non solo troneggia, in vetrina, il manifesto de
Il cartaio, ma tra le tante custodie di dvd-veri- fa capolino pure
Scarlet Diva di Asia) sono a livelli quasi amatoriali (il buon Deepred ha citato lo Stracult di Giusti non a sproposito), le penose bisticciate tra Germano e la sua ragazza a suon di "vaffa", il risibile commissario di Edoardo Stoppa, le tremende scene dell'incubo di Germano con le due "streghe" contadine che lo inseguono sotto un cielo rossastro in CG che è un pugno nell'occhio. Uno script raffazzonato che fa acqua da tutte le parti (assurdo il movente del delitto, di disarmante ingenuità il whodunit) seppur scritto in coppia con il fido Franco Ferrini.
Nonchè l'inutile e delirante incipit , appunto, con le due megere contadinotte intente a sgozzare una gallina all'interno di un casolare, che all'inizio mi sembrava
La notte dei diavoli, poi muta in una versione amatoriale di
Suspiria (o
Inferno) non mancando di sottolineare che a Darione nostro piacciono le lesbiche (questa volta brutte, sporche e cattive), ma , oltre che a essere messo giù in maniera che nemmeno Lorenzo Lepori è completamente slegato al contesto del film (serviva tutta questa messa in scena per sottolineare il voyeurismo cronico di Germano sin da ragazzino?).
Tremende cadute di stile, e attimi abbaglianti dell'Argento che fu sembrano il suo nuovo marchio di fabbrica (vedere anche
Trauma o
La sindrome di Stendhal in tempi meno sospetti), comunque pervaso da uno stile (nelle riprese, nelle location, nelle architetture) degno del miglior Argento.
E l'assassino/a che delira piagnucolando, portato/a via dagli agenti di polizia ha un che di disturbante (come l'arresto finale dell'assassino di
Opera), che riporta Argento a non infierire troppo sulla sorte dell'assassino (come avvenne nell'
Uccello dalle piume di cristallo).
Colonna sonora herrmanniana di Pino Donaggio più consona ad un Brian De Palma e totalmente fuori contesto (forse ci voleva un Simonetti), ottima la fotografia di Fasano (che nella
Terza madre farà i miracoli) e Stivaletti si prodiga in una testa presa a randellate di sanguinoso realismo splatter (unico momento feroce del film, stando ai rigidi dettami televisivi).
SPOILERONEElisabetta Rocchetti non sarà un attrice da actor's studio, ma il suo personaggio è perfettamente in linea con le folli e insensate derive omicide quotidiane che riempiono le cronache nere
FINE SPOILERONENon tutto da gettare e molto più riuscito del
Cartaio, se si passa sopra alle indigeste parti in videoteca, allo scambio di battute tra i "giovani d'oggi" (il videotecaro è tremendo) e personaggi inutili (la barbona) e ad un budget che limita e castra le ambizioni.
E il cuore si riempie di nostalgia e di sapori perduti, quando , prima dei titoli di coda, compare quello che era il marchio di fabbrica del regista, il "avete visto", che aveva smesso di apparire dai tempi di
Suspiria.
Una
Porta sul buio rivista e corretta, prova tangibile del nuovo Argento scisso in due: ancora colpi di genio in mezzo a tanta sregolatezza.
Occhiandre
Cif
Caesars, Undying, Brainiac, Lucius, Guru, Ira72, Anthonyvm, Buiomega71, Magerehein, Marcel M.J. Davinotti jr.
Hackett, Rebis, Magnetti, Funesto, Metuant, Trivex, Von Leppe, Ryo, Rambo90, Dusso, Maxx g
Il Gobbo, Homesick, B. Legnani, Mark, Ghostship, Puppigallo, Metakosmos
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