Cinecologo • 15/11/20 03:20
Galoppino - 30 interventiMacy: "Però ci sono delle regole, [la lettera]va scritta a qualcuno di cui ti fidi, con cui ti senti davvero di parlare, quindi niente genitori, niente professori. Scrivila a un amico, scrivila a me".
Per gli adolescenti di GVS l'adultità è chiaramente un orizzonte di confronto impraticabile, d'altro canto i genitori vengono presentati nel film come figure evanescenti (sfocate dalla fotografia di un sempre immenso C. Doyle). Così si cresce con l'apatia e il disinteresse verso un mondo che non offre alcuna coordinata esegetica né strumenti emotivi per affrontare anche solo la prima relazione sentimentale, figurarsi l'irruzione di un evento drammatico come la morte: tutto rimane dunque silenziato, ciò che si vive non lo si vive realmente perché non lo si sa designare in alcun modo. Restituire questo vuoto (che cerca, goffamente, di essere riempito) - mostrare un vuoto, ciò che non v'è - è la grande sfida che GVS (con l'apporto fondamentale del già citato Doyle) raccoglie e alla quale risponde come pochissimi colleghi saprebbero fare: con una maestria davvero notevole.
Non so davvero quanti registi contemporanei siano riusciti nell'impresa di sfornare un quartetto di film (uno di seguito all'altro) della levatura della "quadrilogia della morte" (che da Gerry conduce a questo Paranoid Park) di GVS
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/08/12
Rebis, Didda23, Paulaster, Cinecologo, Mattatore
Galbo, Tarabas, Xamini, Mickes2, Saintgifts
Capannelle, Giuliam, Enzus79, Rickblaine, Cotola, Thedude94, Diamond
Deepred89, Pinhead80
Pigro, Puppigallo, MAOraNza, Bubobubo, Rocchiola, Marcel M.J. Davinotti jr.