Buiomega71 • 7/03/15 09:42
Consigliere - 27152 interventiNOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
Sorprende Shimizu, e con mio stupore riesce a raschiarsi dalle suole gli improponibili e ridicoli "fantasmini formaggini" che avevano frantumato gli zebedei, per addentrarsi in un vero e proprio viaggio nella follia
L'inizio non faceva ben sperare (terribili riprese amatoriali da mal di testa, perlustrazioni estenuanti nei tunnel bui nei sottosuoli di Tokyo) e stavo già per smadonnare...
Poi l'abbaglio visivo (e bellissimo) delle "montagne della follia" sotterranee, il ritrovamento di una ragazza nuda legata al piede con un catena, e comincia un inarrestabile viaggio nel seme della follia...
Cinema carnale, misto olezzoso tra Cronenberg, Parkinson, Henenlotter, Polanski e Zulawski, fatto di sangue trangugiato famelicamente da un biberon, dai tagli procurati per dissetare la "ragazza selvaggia" che assumono sempre più i tratti di un osceno rapporto sessuale orale
Shimizu non dà tregua, immerge questo suo oscuro racconto di "leggende metropolitane" e pazzia in un atmosfera claustrofobica ristagnante, che sà di sangue rappreso e solitudine, fame femminea e terrificante disfunzionamento familiare
Parecchio distante dal solito J-HORROR (e non e poco, visto che ha realizzarlo e uno dei suoi nomi più rappresentativi), mette a disagio e non pochi brividi lungo la schiena. Shimizu, inoltre, regala pezzi di regia non banali e visivamente bizzarri (il colloquio dell'assunzione, l'acquisto del telefonino, le riprese per strada con i volti delle persone "schermati")
Jenifer (più il fumetto che l'episodio di Argento per i MASTERS) e pericolosamente dietro l'angolo, dai video snuff alla
Videodrome, ai crudeli omicidi (della presunta ex-moglie e della studentessa)che vengono dritti dritti dall'
Occhio che uccide (soprattutto il secondo e di notevole crudeltà, con Tsukamoto che osserva la sua vittima agonizzante e bonfonchia di aver ucciso una nullità), i salassi agghiaccianti, F (così Tsukamoto chiama la ragazza selvaggia e assetata di sangue che manco Belial di
The Basket case) che trangugia e succhia avidamente sangue a litri, Tsukamoto che porta F a spasso per negozi, la terrificante dentatura di F in primo piano, il monitoraggio dell'appartamento per controllare cosa combina F, gli strani individui che pedinano Tsukamoto (un ipotetica ex-moglie, un oscuro figuro dalla voce metallica), l'agghiacciante bacio al sangue finale.
Impreziosiscono questo allucinante e alienante racconto di morte e follia metropolitana gli omaggi a
Lo stato delle cose e
Cannibal Holocaust (la telecamera che cade e continua a riprendere) e ai due mostricciattoli (nonchè con reminiscenze alle ferine creature di
The Descent) che appaiono nel finale di
Catastrofe (i due inquietanti DERO avvistati, per un attimo, da Tsukamoto in un angolo della città)
Plauso per l'algida e animalesca Tomomi Miyashita nel ruolo della ferina F e delizia Tsukamoto nei panni d'attore, in un ruolo sofferto e malato (non dissimile dall'Harvey Keitel fotografo di agonie nel
Gatto Nero argentiano)
Forse un tantino prevedibile (avviene esattamente ciò che si sospetta durante la narrazione, mozzando un pò l'effetto sorpresa), ma e peccato veniale, perchè
Marebito è puro cinema del terrore, diretto, senza fronzoli, necroforo, allucinato, folle, che sembra uscito dai gloriosi anni 80 quando l'horror metropolitano era denso di solitudine, sangue, menti deviate e puzzo di morte, e la nerissima chiusa finale e lì a confermarlo.
Piccola curiosità cinefila: nel film Tsukamoto cita il
Kaspar Hauser di Herzog.
Keoma
Schramm, Greymouser
Buiomega71
Capannelle, Daniela
Rebis, Bubobubo, Jdelarge
Sadako, Undying, Luchi78, Myvincent, Marcel M.J. Davinotti jr.