Iochisono • 19/04/09 22:04
Galoppino - 78 interventi G.Godardi ebbe a dire:
appunto...nemmeno a me sembrava tanto malvagia,nei limiti di una fiction si intende....
un'altra cosa...riguardo alla profondità di campo(intesa come procedimento cinematografico),non vorrei dire una castroneria,ma in tale procedimento non dovrebbe essere tutto a fuoco ciò che si vede?
altrimenti se ci fossero dettagli a fuoco ed altri non a fuoco verrebbe acadere una delle leggi del cinema moderno,ossia quella di dare allo spettatore pieni poteri su dove fermare il proprio sguardo,su quali dettagli scegliere come importanti o meno,senza essere guidati dalle scelte del decoupage classico che aveva appunto dettagli a fuoco sui quali lo spettatore doveva sofferamre al propria attenzione.
uno stralcio da wikipedia :
La profondità di campo nel cinema fu una delle caratteristiche delle origini. Nell'Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei Fratelli Lumière si vedeva a fuoco sia il treno che arrivava obliquamente in lontananza, sia i passeggeri che in seguito scendevano in primo piano.
L'uso della profondità di campo venne abbandonato nel periodo classico del cinema muto, per tornare in voga nel cinema moderno degli anni Sessanta.
la profondità di campo non è una definizione indicante una situazione ottica ben definita.
essa è variabile.
la definizione indica la distanza (o meglio, la profondità, per l'appunto) tra il soggetto o i soggetti principali e lo sfondo e i soggeti secondari ecc.
nelle macchine da presa dei lumiere, o nelle telecamerine amatoriali, ovviamente non abbiamo la scelta di lenti di cui dispone invece una macchina da presa moderna e professionale e un direttore della fotografia di cinema.
in situazioni generiche, come quella primordiale dei lumiere o quella della telecamerina per l'amatore che vuole filmare le vacanze in grecia, i mezzi di ripresa montano ottiche in grado di leggere una grande profondità di campo, in modo da avere più o meno tutto a fuoco molto facilmente e facilitare le riprese.
questo è quanto di più distante dall' abc della fotografia cinematografica, dove si prediligono invece ottiche in grado, tra l'altro, di enfatizzare il fuoco solo sui soggetti che di volta in volta devono essere a fuoco (sfocando gli sfondi anche moltissimo).
infatti proprio evidenziando la perdita di fuoco tra soggetto in p.p. e sfondo (per esempio), lo spettatore legge una vera profondità di campo (percepisce cioè la distanza tra il soggetto e lo sfondo), perchè ciò è più simile a quanto accade col nostro occhio.
quando vediamo immagini da telecamera (un servizio del tg oppure il filmino delle vacanze) e vediamo a fuoco sia il soggetto che lo sfondo, l'immagine risulta al nostro occhio "piatta", bidimensionale.
la grande profondità di campo catturata dalla lente si traduce in poca profondità di campo percepita dal ns occhio.
viceversa quando vediamo un vero film e vediamo le varie inquadrature con fuochi e fuorifuoco a comporre l'immagine, vediamo la profondità di campo che il dirett. della fotografia ha voluto farci vedere, dando all'immagine una certa tridimensionalità, o meglio, profondità, che era quello di cui parlavo.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/07/09
G.Godardi
Gugly, Hackett
R.f.e., Marcel M.J. Davinotti jr.
Italia4moq, Panza
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