Buiomega71 • 6/08/19 10:33
Pianificazione e progetti - 24804 interventi Rassegna estiva: Melò d'agosto-
Un'estate melodrammaticamente melodrammatica
Cupo e disperato trattato sulla pazzia e i suoi oscuri percorsi , diretto da un Rossen in stato di grazia che sapeva di non avere molto da vivere, con un occhio a certo cinema europeo.
Melodramma crudele, feroce, angoscioso, immerso in un'atmosfera plumbea valorizzata dalla magnifica fotografia in b/n del mago della luce di
Metropolis (che Rossen si tenne stretto già nello
Spaccone).
Anticipando per certi versi il cuculo formaniano (i matti al picnic, la "lobotomizzazione" finale, i pazzi ritratti nella maniera meno convenzionale possibile, le terapie di gruppo) e con dei magnifici titoli di testa saulbassiani, sottolineati dal bellissimo commento musicale di Kenyon Hopkins, che ritraggono farfalle che ricordano
Il collezionista wyleriano, Rossen dipinge un'intensa storia di amour fou, tra una ninfomane inguaribile che vive nel suo mondo fantastico (poetici alcuni barlumi "magici", come i racconti della ragazza, le acque e le cascate del fiume, la frase incomprensibile sulla parete della sua stanza , "hiara pirlu resh kavawn", che risuona un pò come il "Klaatu barada nikto" di
Ultimatum alla terra-per sapere il significato della parola nella lingua fantasiosa della Seberg leggere le curiosità su IMDB-, la Seberg che suona il flauto davanti alla finestrella della sua stanzetta, il romantico sognatore nel personaggio di Peter Fonda, tra prove di coraggio e astucci amorevolmente fatti in casa.
Rossen non rinuncia a effetti quasi psicotronici nelle scene d'amore tra Beatty (bravissimo nel suo ruolo mesto e sofferto) e la Seberg (una delle pazze più radiose e inquiete che il cinema abbia donato, di una bellezza sfuggente che buca lo schermo), contorniandole di flash ottici e lucette quasi favolistiche, spezza il narrato con elissi delicatissime e stop frame inusuali, e azzarda rapporti lesbici arditi per l'epoca (la Seberg e la Meacham nel fienile, beccate da Beatty prima della sfuriata) nonchè subdole derive pedofile che presumo siano state un colpo apoplettico per censori e critici bacchettoni dell'epoca (la Seberg e il ragazzino alla fiera, che con la scusa del pezzo di ghiaccio si fa mettere le dita in bocca e sbaciucchia il minorenne non proprio innocentemente) tanto da far detestare l'opera rosseniana in terra patria e farlo adorare nella più liberale nazione del "Cahiers du cinéma".
La ragnatela del ragno schizofrenico, la Seberg che sputa nel fiume, la bamboletta messa nell'acquario, i filmati di guerra con i soldati giapponesi, scene da un matrimonio fallito con un Gene Hackman cafonissimo, il momento clou dove la Seberg, in un impeto di schizofrenia, sporca la faccia di Beatty con il proprio sangue-dopo la caduta rovinosa in bicicletta-e lo prende a schiaffi, Beatty che dà gratuitamente della puttana ad una ragazza succinta al bancone del bar, la passione che lo lega ad una ragazza che sprofonda sempre più nella follia (e sospetta anche di avere avuto un rapporto incestuoso con il fratello morto), il palio medievale, la foto della madre sul comodino e accanto quella della Seberg, la Seberg chiusa nella sua cameretta, che si ammanta di chiaroscuri quasi horror sul quel visino così espressivo e al contempo inquietante.
Un finale che più tragico e doloroso non si può
SPOILER
La totale perdita della ragione della Seberg, che sprofonda in stato vegetativo, l'aiuto che chiede Beatty ai suoi colleghi per liberarsi-forse-da un amore malato che lo ha portato a compiere un gesto insano e criminoso.
FINE SPOILER
Per un opera ancor oggi attuale, potentissima e parecchio avanti per i suoi tempi.
Qualche lentezza di troppo in alcuni passaggi, ma resta una delle storie d'amore più sofferte e angoscianti mai girate.
Non per infierire sull'Ovomaltin (ormai preso di mira), ma nella sua recensioncina scrive che Beatty sarebbe uno psichiatra, in realtà è solo un semplice assistente. Il buon criticatutto non nè imbrocca una nemmeno per sbaglio.
Rossen dona anche un gustoso momento "noir" degno del miglior Tourneur, l'ombra di Beatty che si staglia sulla parete della camera della Seberg dormiente, entrato nella stanzetta per prendere la bambolina vestita da reginetta del ballo.
Menzione speciale per la Meacham, con uno sguardo fulminate nel ruolo della paranoica zitella lesbica amante della lettura e del gioco alle carte.
Curioso come l'internato fanatico di Dostoevskij assomigli a Jess Franco.
Quando l'amore e la pazzia bruciano l'anima.
Homesick
Cotola, Buiomega71, Urraghe, Daniela
Deepred89, Kinodrop
Cerveza