Buiomega71 • 3/08/18 10:53
Consigliere - 27452 interventi Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess
Scevro di nudità e di pulsioni erotiche tipicamente franchiane (ahimè mi sono ribeccato la castigatissima versione spagnola su una vhs a dir poco infame) il mito del Prometeo visto dall'anarchia dello tio Jess è un bruttissimo filmaccio sconbiccherato, trashoso, parecchio noioso, che sconfina nel comico (il dottor Frankenstein rianimato a piacimento durante il film, che assurge a gag stile Benny Hill, la ridicola e penosa creatura argentata da burino borgataro che sbraita a torso nudo e fa le pantomime come in un film muto, tacendo, poi, sul make up da carnevale dell'oratorio), con scene "action" (il finale con il dottor Seward) a dir poco terrificanti e anticinematografiche.
Le ragazze incatenate nella cella vestite(!) sono una fitta al cuore per il franchiano più puro, e quando il mostrone zompa addosso a Britt Nichols sul letto c'è uno stacco immediato quasi inaccettabile.
Bel materiale femminile per le mani (la figlia di Frankenstein , la donna arpia, la zingara della Romay, la sposa della creatura) sprecato e che non mostra una tetta nemmeno di striscio
L'inutilità della Romay come gitana che sente il richiamo di Cagliostro nel bosco (perdendo anche il suo fascino, in scene girate ex novo da Franco per guadagnare metraggio-quasi tutto al buio dove non si vede un tubo, con la Romay che parla con stà vecchia centenaria che sembra capitata lì per caso, che magari anche no- nella versione ispanica censurata, sterili per la già non eccitante narrazione), un mare di chiacchiere deliranti, il finale con il carro che omaggia quello della
Jena, con Cagliostro che sembra un cattivo dei western del periodo
Così come sono da western poveristico le scenografie e le location (davvero misere), il tutto girato goffamente e senza la scintilla franchiana della morbosità (non solo le pruderie erotiche sono latitanti, ma anche il gore)
Di questo pastrocchio che si dibatte tra la pagliacciata e il trash più squallido si salvano sporadiche schegge visive franchiane: La cassa trasportata sulla spiaggia, i monatti con lenzuoli bianchi che vagano nel bosco, il rito matrimoniale officiato da Cagliostro con torme di zombi "ossoriani", qualche pregevole stoccata nel sadismo (la creatura che frusta Caronte e Vera Frankenstein legati insieme) e la surreale decapitazione di Britt Nichols per mano di Caronte (su ordine di Cagliostro)
Ma il personaggio più geniale e prettamente franchiano (anche se mal sfruttato) è la donna arpia di Anne Libert, che cinguetta e si accanisce sulle sue vittime con la stessa "fame" dell'Irina di
Erotkiller, munita di mani pelose e artigli (che lecca con parsimonia), zoccoli in pure stile anni 70, un ibrido freaks seducente e osceno che ricorda la Cleopatra del capolavoro browninghiano.
Tutto il resto viaggia sull'inedia e la bruttura su pellicola.
Franco si ritaglia il ruolo di Morpho, l'assistente del dottor Frankenstein a inizio film.
Di Frankenstein e affini meglio che se ne occupi la Hammer, mio amato tio Jess.
Il Gobbo
Ciavazzaro, Rebis
Rufus68
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