Una donna senza tempo - Film (1972)

La chiusura della trilogia di Almond/Bujold è forse l'anello più debole della catena; se i consueti scenari canadesi raggiungono qui il centro della storia (stavolta non siamo in pieno inverno), immergendo la vicenda in un paesaggio bucolico, lo script si fa sempre più incomprensibile e astratto, anche a causa di dialoghi rarefatti e montaggio arty. Rispetto a Isabel e Act of the heart è molto difficile trovare una chiave di lettura, ma la bravura della Bujold e l'oscura atmosfera - quasi pagana - della storia lo rendono interessante.

Una donna viene salvata proprio quando la morte nera si avvicinava e quindi introdotta in una comunità pacifica dedita alla pastorizia e all'agricoltura. Ma il suo intento è quello di ricostruire se stessa. Film desueto, si distingue per i contorni sfumati e le volute ambiguità interpretative che lo sospendono continuamente fra sogno e realtà. Alla fine questo non risolto, però, non aggiunge qualità, e il tutto è sostenuto dai paesaggi bucolici e da scorci naturali che ne aumentano la piacevolezza..

Film criptico, molto difficile da capire e forse per questo molto affascinante nelle sue varie componenti: regia, cast, ambientazione: soprattutto quest'ultima è strepitosa, il regista utilizza gli splendidi scenari canadesi quasi con passione. Il ritmo, come spesso accade in questi film, non è propriamente velocissimo. Ciò dà la possibilità di penetrare appieno nelle atmosfere del film, belle e vagamente onirico-esoteriche. Insomma, buona la confezione e affascinante la storia, sebbene spesso ardua da capire. Nota di merito anche per la bellissima colonna sonora. Da vedere.