Dopo i grandi successi horror di BAMBOLA ASSASSINA e AMMAZZAVAMPIRI Tom Holland passa al thriller venato, comunque, da momenti piuttosto crudi in linea col suo stile. C'è ad esempio un omicidio sul ghiaccio girato molto bene e che testimonia la competenza del regista nel saper gestire le scene “forti”. La storia è quella di una madre (Kate Jackson, ovvero la Sabrina delle Charlie's angels) che sedici anni dopo la sua scomparsa vede bussare alla porta di casa un giovane (Rick Schroder, l’ex piangina de IL CAMPIONE...Leggi tutto) che dice di essere il figlio rapito all'epoca. Credergli o no? Il film gioca sul dubbio per la gran parte della sua durata (anche perché quando l'enigma è risolto resta poco da dire e si finisce in affanno), sfruttando l'aria ambigua del giovane e lasciando al convivente della donna (Chris Sarandon) la parte dello scettico di turno. Buona l'atmosfera invernale in una villa semi dispersa nella fredda provincia americana, convincente il cast. THE STRANGER WITHIN non è certo un film dalle grandi ambizioni, ma sa utilizzare discretamente il poco materiale a disposizione. Ne è uscito un thriller semplice ma dotato di una certa efficacia. Un po' carente sotto il punto di vista dinamico, con qualche momento interlocutorio di troppo ma sorretto da una regia solida. Tipicamente ottantiano nella sua impostazione, nella messa in scena e nella fotografia, si giova della serietà con cui Holland manovra l'intreccio, accantonando per una volta l'ironia a volte fuori luogo che caratterizzava i suoi horror. Senza veri picchi ma anche senza scadimenti nella banalità.
Sicuramente ben realizzato trattandosi di un regista come Holland, pur pagando il pegno dello stampo televisivo. Il neoarrivato è un ragazzino davvero insopportabile e spesso si fa il tifo affinché se ne vada prima della fine. The end senza troppa originalità per un film nel complesso guardabile chiacchierando con amici tra commenti e spuntini...
Non è certo ai livelli della Bambola assassina o Ammazzavampiri, ma è comunque un valido thriller. Purtroppo ha qualche difetto che lo penalizza non poco: la prima parte è perfetta, ma dopo una scena copiata da La maledizione di Damien il film prende una brutta piega, facendosi noioso e piuttosto deludente. La prova del cast è buona e alla fine una risicata sufficienza la strappa.
Holland passa alla TV con un thriller familiare da "nemico in casa" come se ne vedono tanti (Il patrigno e via discorrendo), ma non per questo da buttare. La prima parte conta diverse sequenze riuscite (l'inizio col rapimento del bambino, il crescendo di tensione scandito dai piccoli segni di follia di Schroder) e anche se il terzo atto sembra esaurire le cartucce troppo presto, il climax orrorifico conclusivo resta ben gestito. La Jackson sembra a volte un po' spaesata, il resto del cast è in parte. Tutt'altro che indispensabile, ma vedibile.
MEMORABILE: Annegamento sotto il ghiaccio à La maledizione di Damien; I disegni inquietanti di Schroder; La porta sfondata con una martellata in stile Shining.
Dopo sedici anni di assoluto silenzio, il destino sembra bussare improvvisamente alla porta di una donna reduce da un trauma sconvolgente e saranno solo guai tinti di rosso. Thriller televisivo dotato di una certa forza espressiva ed empatica, si lascia vedere a patto di non chiedere troppo per quel che il formato del piccolo schermo può concedere. Kate Jackson (la Sabrina delle celebri Charlie's Angels) impugna la pistola per difendersi, con evidente e consumata maestria.
Thriller televisivo poco conosciuto ma di un certo livello (basti vedere il regista). Malgrado lo spunto iniziale non sia troppo originale (rapimento), Holland riesce ad allestire un buon film che ha i suoi momenti migliori nell'inizio e nella scena della torta (già dovrebbe venire qualche dubbio). Non male il cast, che vede l'ex-bambino prodigio Schroder (che se la cava egregiamente), una vecchia volpe come Sarandon e la Jackson. Vale la pena recuperarlo, magari in una serata piovosa.
MEMORABILE: La scena della torta.
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Mark (Ricky Schroder), per coprire la sua vera identità, inventa di essere stato in una banda di ladri e aver visto la donna che li gestiva essere uccisa dal suo pappone. La storia è presa di peso da Oliver Twist (e infatti viene smascherato subito da Dan/Chris Sarandon anche perché vede il libro che gli sporge da una tasca). Ancora prima afferma di venire dalla fantomatica "Emerald City" nell'Idaho. Emerald city è la capitale della terra di Oz.