Tin toy - Corto (1988)

Ideale prequel di Toy Story: abbiamo già il tema dei giocattoli che prendon vita, ma abbiamo anche una grande sonorizzazione, la prima figura umana animata in CGI (non benissimo riuscita, bisogna dirlo), ma soprattutto abbiamo l'annosa risposta al perché i giocattoli dei bambini finiscono sotto le poltrone: scappano per non essere riempiti di bava! Finale emozionante: sembra quasi che Lasseter ritenga i giocattoli degli esseri superiori...

Lasseter mette in scena il concetto che ispirerà Toy Story (dove verrà di gran lunga meglio sviluppato). Qui la Pixar è ancora in piena fase di sviluppo e l'animazione non può essere paragonata ai risultati di oggi, ma d'altra parte risultò eccellente per il periodo (fine anni 80) e vinse anche un Oscar.

Cortometraggio Pixar che anticipa i temi di Toy Story: il protagonista è infatti un giocattolo che cerca di sfuggire alle angherie del suo piccolo padrone, trovando la solidarietà dei suoi simili. Sebbene l'animazione computerizzata non appaia ancora pienamente sviluppata, l'idea di partenza è davvero originale e alcune gag molto divertenti rendono il corto gradevole.

Un giocattolo impaurito e un bebè che maneggia gli oggetti in modo non proprio gentile: è in questa dialettica che si consuma una storia geniale, scandita dai sonagli di uno e dai vagiti dell'altro, dal colorato e grazioso aspetto del primo e dalla mostruosa e minacciosa sagoma del secondo che incombe rozzamente. Una piccola storiella muta che racconta argutamente una tragedia potenziale.

Con questo lavoro John Lasseter anticipa un po' i temi del lungometraggio Toy story. La storia, ovviamente molto semplice, è molto ben realizzata e lo scontro giocattolo-bambino offre spunti davvero divertenti. L'animazione è ben lontana da certi "prodigi" odierni, ma la cosa non può certo definirsi un difetto. Almeno ***

Per quanto chiaramente anticipatore di noti successi futuri, il corto il questione si segnala soltanto per il ribaltamento, nello stesso anno della Bambola assassina, di un noto luogo comune: stavolta è il giocattolo a doversi difendere nel bambino-mostro. Per il resto siamo alle prese con il classico gioco al gatto e al topo da Looney Tunes sbiadito e anche la sorpresa sotto il tavolo è sfruttata malissimo. Il corto (per quanto tecnicamente avanti) è tutto qui: monotono e ripetitivo come le immagini sui titoli di coda stanno a ricordarci.