Chiamata in appello: questo documentario è un capolavoro. Riesce nello stesso tempo a interessare, commuovere, suscitare raccapriccio per il suo contenuto e stupore per l'operazione di restauro effettuata sui numerosi filmati d'epoca inseriti fra foto, illustrazioni ed altro materiale iconografico.
Le operazioni di colorizzazione di video originariamente in bn mi sono sempre parse molto discutibili, come penso accada a tutti gli appassionati di cinema. Qui oltretutto non ci si limita al colore ma si aggiungono anche suoni e spezzoni di dialogo.
La cosa in un primo momento lascia perplessi, tanto da pensare che si tratti di ricostruzioni con attori. Invece sono solo ed unicamente filmati d'epoca ed il restauro va oltre l'aspetto estetico.
Quei volti che si intravedono nei vecchi filmati del tempo come quasi indistinguibili l'uno dall'altro, grazie al restauro si riappropriano della loro individualità: sono volti ben identificabili, quasi tutti di uomini giovanissimi, tanto che alcuni sembrano ragazzini travestiti da soldati.
E'questa individualità che rende più sconvolgenti le immagini dei caduti, con i poveri corpi martoriati immersi nel fango.
Probabilmente non sono riuscita ad esprimere le sensazioni provate, ma fidatevi: questo documentario non potrà lasciarvi indifferenti, non tanto per "cosa" racconta (purtroppo la sostanza è ben nota) ma per "come" lo racconta. .
Quanto a Peter Jackson, c'è da rammaricarsi che non si dedichi ad opere come questa invece di restare intrappolato nell'eterna terra di mezzo del fantasy
Ultima modifica: 12/11/19 17:36 da
Daniela