Note: Il film uscì negli Stati Uniti soltanto 2 anni dopo (nel 1973), reintitolato "In the devil's garden", per sfruttare il blando richiamo a Satana marginalmente citato nella pellicola.
Una delle studentesse di un istituto femminile viene aggredita e violentata nel bosco attiguo alla scuola. Qualche giorno dopo un'altra allieva fa una fine anche peggiore... Modesto tentativo britannico di ripercorrere le orme del thriller italiano, recuperando addirittura la Kendall de L'uccello dalle piume di cristallo; tutto però risulta diluito ed ammortizzato rispetto ai feroci modelli di riferimento, secondo l'ingessato aplomb anglosassone (seni adeguatamente coperti, slanci emulativi maldestri). Soundtrack enfaticamente fracassona di Eric Rogers.
Buon thriller inglese che riprende gli schemi italici con l'ottimo uso della cupa scenografia del bosco dove avvengono i misfatti e la bravura della protagonista Suzy Kendall. Da citare la giovane Lesley Anne-Down al suo esordio nei panni della prima vittima del maniaco, un buon finale movimentato (con notevole fine dell'omicida) e un'ottima fotografia.
MEMORABILE: Il flash della Kendall mentre guarda il colpevole.
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Con questo suo thriller Hayers tenta di inserirsi nella scia fortunata del giallo italico di Bava senior e Argento,
stando però ben benino attento a non scavalcare i rigidi steccati di compostezza ed austerità classicamente british.
Purtroppo, se da un lato manca la giusta elasticità visionaria e dall'altra manca anche l'indispensabile gusto dell'eccesso scandalistico, ciò che ne vien fuori non può essere altro che un clone pallido e castigato dei modelli originali.
Un thrilling analcolico.