Si parte con un tema di pura contestazione, rappresentata dall'ideologia ribelle del personaggio principale, figlio d'un signorotto locale (possidente terriero ed industriale rampante, ça va sans dire) per proseguire sul piano della schizofrenia, indotta al protagonista da visioni allucinatorie (e/o stati di "lucido delirio") causate dal contrasto tra vita agiata e necessità di giustizia sociale. Insomma: un pastrocchio con tendenze politiche (accentuate dal finale rivoluzionario) in grado di generare, nello spettatore, quello che il titolo promette e che, purtroppo, mantiene alla grande.
Stress sì, ma per chi lo vede. Ma come si fa a disporre di un cast del genere e a sbagliare un film dalle fondamenta? Ogni argomento è trattato male, dalla contestazione alle leggende, all'esoterismo, al contrasto tra comunismo e capitalismo; gli scenari sono statici, il ruolo di Trieste è insopportabile e Lou Castel è veramente un microbo, rispetto a quello conosciuto nei Pugni in tasca o Grazie zia. Zero assoluto.
Il cinema contestatore è qui allo stadio terminale; gli anarchico-sinistroidi e gli aristocratici sono chiusi nell'autoisolazionismo e la regia sommaria non valorizza i buoni spunti di base lasciandoli in sospeso. Le musiche prese dal pasoliniano Il Vangelo secondo Matteo, la filosofia di Rousseau, la rivoluzione francese, i rimandi al Gattopardo viscontiano, gli elementi cimiteriali alla Poe mancano dei giusti riflettori a dar loro luce. E a proposito del sepolto vivo la nobiltà qui si scava la fossa, nella fobia claustrofobica della propria disfatta.
MEMORABILE: La terribile storia della sepolta viva gravida e l'ingegnoso macchinario per "segnalare" l'eventuale risveglio dal loculo.
È un peccato che la componente politica di questo film sia trattata in maniera didascalica, perché per il resto la pellicola non è assolutamente male. Il tema non è nuovo (il giovane figlio di nobili e con ideali opposti) ma qui abbiamo una figura divisa tra un mondo e l'altro e questo lato psicologico viene ben sviluppato con diverse buone idee, non disdegnando una certa componente quasi thriller. Ottima l'ambientazione. Lou Castel proprio non vuole saperne di cambiare espressione ma forse per il suo personaggio va bene così. Certo non un capolavoro, ma un'operazione curiosa.
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La prima proiezione dell'opera prima di Corrado Prisco ebbe Luogo durante la "XIV mostra internazionale del film d'autore", Tenutasi a Sanremo nell'Ottobre del 1971 (precisamente il giorno 8 fu proiettata la pellicola di Prisco). Il film venne selezionato per rappresentare l'Italia, insieme a "A cuore freddo" di Riccardo Ghione (ma per le due pellicole italiane fu un tonfo).
Il nulla osta venne concesso il 6 Ottobre 1971.
Alexpi94 ebbe a dire: La prima proiezione dell'opera prima di Corrado Prisco ebbe Luogo durante la "XIV mostra internazionale del film d'autore", Tenutasi a Sanremo nell'Ottobre del 1971 (precisamente il giorno 8 fu proiettata la pellicola di Prisco). Il film venne selezionato per rappresentare l'Italia, insieme a "A cuore freddo" di Riccardo Ghione (ma per le due pellicole italiane fu un tonfo).
Il visto censura venne rilasciato il 6 Ottobre 1971
Alexpi94 ebbe a dire: Lo stesso Corrado Prisco, sul suo canale Youtube, indica come data il 1971.
Certamente, ma noi inseriamo l'anno della ppp, non quello di realizzazione.
DiscussioneZender • 20/11/19 14:28 Capo scrivano - 48957 interventi
No aspetta Buono, noi inseriamo da sempre la data della prima proiezione pubblica, che sia Festival o sala, che sia all'estero o in Italia... Quindi è perfetta la segnalazione di Alexpi94; essendo film italiano direi che sia quella la prima volta che fu proiettato.
Zender ebbe a dire: No aspetta Buono, noi inseriamo da sempre la data della prima proiezione pubblica, che sia Festival o sala, che sia all'estero o in Italia... Quindi è perfetta la segnalazione di Alexpi94; essendo film italiano direi che sia quella la prima volta che fu proiettato.
Va bene. Meglio così. Ma non credo che la proiezione di un festival sia da considerare ppp. Nei festival, se ben ricordo, possono essere proiettate anche opere senza visto di censura, per cui la ppp può sensibilmente slittare, poi.
DiscussioneZender • 20/11/19 17:39 Capo scrivano - 48957 interventi
Non capisco cosa c'entri la ppp, però. Non abbiamo mai detto che valga quella. Può coincidere e benissimo (e spesso coincide), ma se anche il film viene proiettato senza censura non cambia nulla. A noi interessa la prima volta che il film si è visto in pubblico, diciamo. Come a Imdb d'altra parte.
Zender ebbe a dire: Non capisco cosa c'entri la ppp, però. Non abbiamo mai detto che valga quella. Può coincidere e benissimo (e spesso coincide), ma se anche il film viene proiettato senza censura non cambia nulla. A noi interessa la prima volta che il film si è visto in pubblico, diciamo. Come a Imdb d'altra parte.
Ehm, sei tu che hai scritto "noi inseriamo da sempre la data della prima proiezione pubblica, che sia Festival o sala". Per ppp si intende la visione FUORI dai festival, pertanto in sala.
In ogni caso, va benissimo la data del festival, ci mancherebbe altro.
Per quanto riguarda la ppp, il film è stato proiettato per la prima volta in pubblico, festival esclusi, il 3 maggio 1972. magari metti qualcosa in Note, così non corriamo il rischio di tornare sul tema.
DiscussioneZender • 21/11/19 07:43 Capo scrivano - 48957 interventi
Beh ma semplicemente in questi casi non cancello i post, in modo che se salta di nuovo fuori la cosa, se si fa una breve ricerca e si capisce. Ok, ma la proiezione al festival è pubblica, non è che se lo proiettano i quattro giurati tra loro. Capisco che ppp significhi quello, ma tocca intendersi sulle parole, voglio dire.