Stander - Poliziotto scomodo - Film (2003)

Sconvolto dopo aver ucciso un giovane manifestante in una sommossa, un poliziotto sudafricano si reinventa con successo come rapinatore di banche, formando una piccola gang. Buon biopic tratto da un'interessante storia vera (il background storico dell'apartheid assumerà un ruolo determinante nel processo di "eroicizzazione" del protagonista), non particolarmente immersivo in termini di ricostruzione d'epoca o di estetica visiva, ma ottimamente equipaggiato per quanto concerne ritmo ed emotività, fra incisi drammatici, spigliatezze da crime-comedy e climax adrenalinici. Cast adeguato.

Tratta da una storia vera (non si sa quanto romanzata), questa pellicola ha il pregio di scorrere piuttosto fluidamente e, soprattutto, di poter contare su un protagonista in parte, coadiuvato da seconde linee convincenti (collega, compari e moglie). L'improvvisa metamorfosi, scatenata da un evento traumatico, non è facile da credere (passare in un flash da "sceriffo" a bandito), ma bisogna anche ammettere che le gesta dell'ex poliziotto, pre e post galera, da faccia di bronzo (all'inizio neanche si camuffa), non possono che suscitare una certa simpatia. Meritevole di visione.

La storia molto romanzata di un poliziotto sudafricano figlio di un generale dello stesso ambito che di punto in bianco si trasforma in contestatore "anticolonialista" diventando uno spregiudicato rapinatore di banche senza troppi scrupoli. La questione apartheid cerca di dare un tono etico alle gesta del protagonista e la sua gang, ma la cosa rimane sullo sfondo, mentre risalta l'action condotto con un buon ritmo e con spunti talvolta ironici e iperbolici. Il cast giusto nel fisico e nei modi rende scorrevole la visione, anche con l'ausilio di un'indovinata OST di Spence e Holmes.