Skeleton of Mrs. Morales - Film (1960)

Marito tassidermista, gioviale, di buon cuore, e amante della vita, ma esasperato, passa a rimedi estremi in reazione ai tormenti inflittigli dalla moglie che è sì inferma ma anche beghina, ossessiva, ipocrita e manipolatrice, nonché fomentata da un circolo religioso e da parenti tanto ipocriti quanto lei. Piccola perla nera messicana con ottimo ritmo, dialoghi brillanti, attori in parte e eccellente fotografia. Decisamente da riscoprire.

Un tassidermista buono e mansueto subisce le angherie di una moglie invalida che non fa altro che mortificarlo e metterlo in cattiva luce di fronte al prossimo. Sorprendente opera di Rogelio A. González che riesce a ricreare una costante atmosfera insalubre attorno ai protagonisti in piena coerenza con la falsa rettitudine morale che la fa letteralmente da padrona. L'abilità del regista è quella di impostare una storia che porta ad empatizzare con il protagonista al punto da giustificarne ogni sua azione. Memorabili sia gli ultimi venti minuti che il finale azzeccatissimo.

Notevole film in cui il regista Gonzàlez si diverte a satireggiare il perbenismo borghese e quello della chiesa, bersagli che oggi sembrano facili ma non nel Messico degli anni Sessanta. La pellicola è perfettamente riuscita grazie a un sapiente mix di elementi: la buona regia che regala belle immagini; una sceneggiatura interessante e dai buoni ritmi; un cast che fornisce una bella prova di insieme, con menzione particolare per i due protagonisti. Delizioso il beffardo (e in fondo non imprevedibile) epilogo. Gustoso e divertente: da vedere.

Una commedia nera che si inserisce perfettamente nell'habitat culturale messicano, che si rivela già dal titolo, ma soprattutto dall'ambiente/laboratorio tra scheletri e animali impagliati, in cui opera il dott. Morales, osteggiato da una terribile moglie bigotta e ricattatrice. Molto graffiante il contrasto tra il laico dottore e la beghineria di cui si circonda la moglie e ben descritta l'escalation di reciproca intolleranza che avrà il suo acme nel macabro finale. Notevole la fotografia e la sceneggiatura, ironica e un tantino cinica; perfetta la coppia dei protagonisti.

Lui è un tassidermista mite, amante dei bambini e degli animali e vorrebbe solo vivere in pace ma la moglie bacchettona e manipolatrice lo fa passare come un uomo crudele e vizioso, rendendogli la vita impossibile fino a quando... Gustosa satira del bigottismo e dell'ìpocrisia della Chiesa in cui de Córdova interpreta un personaggio speculare rispetto a El: nel capolavoro di Buñuel era un marito che ossessionava la moglie con la sua folle gelosia, qui è un brav'uomo martirizzato dalla consorte. Dove vada a parare lo si comprende dal titolo, ma questo non compromette il divertimento.