Pilota inglese (Niven) si butta dall'aereo senza paracadute ma rimane illeso per miracolo, anzi per lo sbaglio dell'accompagnatore 71 (Goring) che doveva portarlo in Paradiso. Rimettere le cose a posto o permettergli di vivere la sua storia d'amore con l'ausiliaria americana (Hunter) appena conosciuta? Verrà deciso da un fantastico consesso celeste. Commedia visionaria e intelligente, dal finale sociologico. Scenografie originali, in Paradiso il colore diventa b/n. Anticipa lo stile di Tim Burton.
MEMORABILE: I primi 10 minuti con il dialogo tra l'ausiliaria e il pilota nell'aereo in fiamme.
Divertentissimo e coinvolgente film firmato dalla premiata coppia Powell/Pressburger che sprizza idee geniali da tutti i pori a partire dall'assunto di partenza per poi proseguire col suo svolgimento narrativo e con delle straordinarie trovate registiche e scenografiche: l'alternarsi di b/n e colore, lo scalone che porta in Paradiso (come da titolo), i fermi immagine dei protagonisti durante le incursioni angeliche, la parte finale del processo e molto altro. Cala solo un pò nel finale ma resta uno dei film più belli dei due registi.
MEMORABILE: Il dialogo iniziale tra David Niven e Kim Hunter. Il processo.
Prima di lanciarsi senza paracadute dall'aereo in fiamme, un pilota inglese scambia poche parole d'addio con una ausiliaria americana. Per un "errore" celeste, lui si salva e, quando il messaggero dell'aldilà si presenta a sistemare la faccenda, ricorre in appello perchè, essendosi innamorato nel frattempo della ragazza, non è più disposto a morire. Straordinaria commedia fantastica, con grandi invenzioni visive (la scala mobile, il tribunale), impregnata d'ironia (i battibecchi anglo-americani) ma anche di romanticismo. Deliziosamente elegante, come i baffetti di David Niven.
MEMORABILE: La lacrima sulla rosa come "prova" al processo
Con protagonista l'attore più inglese che esista (assieme a David Tomlinson), questo film è fantastico non solo come classificazione di genere, ma anche come conduzione. Se vogliamo proprio trovargli un difetto è un po' lungo, ma non porta mai lo spettatore ad annoiarsi o a guardare l'orologio. Condito da una spruzzatina di sano umorismo inglese e vergato da dialoghi vivaci, il film si pone come un prodotto maturo ed efficace nel rappresentare come per certi amori non esista legge che possa ingabbiarli.
MEMORABILE: Il fantastico dialogo iniziale e tutto il processo finale.
L'incipit con la chiamata tra "l'almost dead" Niven e la trepidante Kim Hunter è semplicemente da antologia del cinema, capace ancor d'emozionare donandoci una commovente, raffinata sospensione della credulità. Egualmente sublime (nonché magnificamente funzionale) resta l'utilizzo del colore, tecnica grazie alla quale Powell e Pressburger "giustificano" l'esasperato romanticismo e l'inesplicabile intreccio di reale e fantastico. Appena polverose e dilatate risultano invece le disquisizioni scientifiche del Dott. Reeves e la parte finale del processo.
Particolarissimo film della coppia di cineasti, per la sua epoca davvero molto avanti e fantasioso, con trovate visive e sceneggiatura a volte moderne anche per i tempi attuali. Il film intriga da subito, pur poi perdendo qualche colpo qua e là a causa di tempi molto dilatati, ma rimane un piccolo gioiello del cinema, con le sue trovate e soprattutto con la sua dicotomia tra colori sgargianti e bianco e nero in fotografia. Perfetto Niven per il ruolo, entusiasmante la parte del processo finale. Buono.
Sin dal folgorante incipit telegrafico (valido anche come un cortometraggio a sé stante), un film avanti anni luce, ricchissimo di idee, magari discontinuo nel ritmo ma visivamente pieno di intuizioni geniali e con contenuti che vedono perfettamente bilanciati ironia e riflessioni più cupe sul tema della morte. Un po' tirato per le lunghe il pre-finale (molto tra virgolette) giudiziario, grandissimo Niven. Pur con qualche debito verso Il cielo può attendere, non si conta il numero di film, anche appartenenti a universi lontanissimi, che ne saccheggeranno spunti e invenzioni.
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