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La nostra recensione di Non così vicino

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E' il remake di un film svedese, ma il personaggio interpretato da Tom Hanks - un burbero pronto a insultare chi gli passa troppo vicino e chi non si comporta come dovrebbe (o come lui pensa che dovrebbe) - fa subito venire in mente quelli cui esemplarmente diede anima Walter Matthau. Otto vive da solo dopo la morte della moglie e meno persone vede meglio sta. Nel piccolo comprensorio privato dove abita ha sempre una parola di rimprovero per tutti e, quando vi si stabilisce un'allegra famigliola messicana, non tarda a far loro capire di non voler essere seccato. Ma i due, e anzi soprattutto lei, Marisol (Treviño), sono tosti e alle rchieste...Leggi tutto di allontanartsi reagiscono con una gioviale invadenza che col tempo costringe Otto a ripensare parzialmente al suo modo di vivere (e pure a certi propositi suicidi che non l'abbandonano mai, con ripetuti tentativi fantozzianamente falliti). E quando qualcuno comincia a fare breccia nella sua dura corteccia, l'uomo ripensa, passo dopo passo, alla romantica storia che ebbe con l'amatissima moglie (Keller), proponendo paralleli a colpi di sovrapposizioni tra passato in flashback e presente.

Fin troppo facile immaginare come progredisca la storia, che segue uno schema caro alla commedia americana e che ha le sue basi in un approccio quasi favolistico al tema dello scorbutico da redimere. Spetta soprattutto al regista il compito di non rendere lo sviluppo troppo banale, facendo in modo che le variazioni nel carattere non appaiano troppo artificiose, smaccate e sdolcinate nel passaggio dal cuore di pietra o quasi alla comprensione di un mondo che lentamente acquista per il protagonista (affetto paradossalmente da una malattia causatagli da un cuore troppo grosso) un sapore diverso. In questo molto fa la vivace spontaneità di Marisol, cui spetta più di ogni altro di interagire con Otto movimentando un rapporto in cui la simpatia - inizialmente non reciproca - tende col tempo a solidificarsi.

Anche la presenza di un gatto e di un ex alunno transgender (Bayda) della moglie contribuiranno all'inevitabile processo, che comunque avviene gradatamente e passando attraverso molte sfumature che contribuiscono a renderlo sufficientemente  credibile. Merito anche di un Tom Hanks piuttosto in palla (meno lo è suo figlio, che nel film interpreta il ruolo di Otto da giovane nei flashback con la futura moglie), smagrito, che ricopre il ruolo con bravura e ottima immedesimazione, senza salire sopra le righe e quindi evitando la trappola della caricatura sempre in agguato con personaggi simili. Un film svolto correttamente, moderatamente gradevole pur non entusiasmando né dal punto di vista registico né contenutistico, dal momento che - al di là di essere ricavato da un romanzo e, come scritto nei titoli di testa, dalla pellicola svedese che ne è derivata - non può certo dirsi originale, nella sua concezione. Alcune brillanti gag che infiorettano i dialoghi portano al sorriso (si veda il vicino che si dedica a buffi esercizi ginnici in strada), mentre la lacrima è garantita in più occasioni, sulle guance dei soggetti sensibili. Tra dramma e commedia un film che porta ad aprire il cuore e a riflettere su un tema sempre attuale. Buone musiche di accompagnamento con qualche canzone azzeccata ("This woman's work" di Kate Bush, ma anche "Til You're Home", composta per il film da Rita Wilson e David Hodges).

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Tutti i commenti e le recensioni di Non così vicino

TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/03/23 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/03/23
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Herrkinski 2/03/23 03:13 - 8594 commenti

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Versione americana di un romanzo e film svedesi, ne è praticamente un remake, tanto da clonarne molte scene in scala 1:1; la patina hollywoodiana si nota perlopiù nei dettagli, dal ritmo lievemente più brillante fino alla melassa extra, passando per le modifiche tipiche del politically-correct made in Usa (l'amico di una vita diventa nero, il gay diventa un transgender e guadagna spazio). Hanks è comunque bravo, chiama il figlio a interpretare sé stesso da giovane e in generale il film assolve la funzione consuma Kleenex, ma è in sostanza superfluo per chi ha già visto l'originale.

Rambo90 13/03/23 01:04 - 7923 commenti

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Cinema delicato, fin dai colori della fotografia, interpretato da un Hanks praticamente perfetto che crea empatia pur senza voler essere simpatico. Una storia che sa far ridere e piangere allo stesso tempo, forse scontata ma che fa piacere vedere. Ritmo sostenuto, nessun momento di stanca o inutile, quasi come nel cinema classico americano d'altri tempi e anche questo fa bene. Lascia con sorriso e amarezza, tutto quello che un film può ancora fare. Nell'era Marvel è tanta roba. Da vedere.

Caesars 15/03/23 10:12 - 3934 commenti

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Siamo alle solite: mancanza di idee originali. Tra l'altro il tema dell'anziano burbero che nasconde un cuore d'oro si era già visto molte altre volte, quindi la pellicola non riesce a offrire nulla di nuovo. Sicuramente la prova attoriale è degna di nota (ma Hanks figlio sembra un po' bollito) e la realizzazione è buona, con sapiente alternanza di situazioni divertenti e drammatiche, ma tutto appare troppo programmato. Comunque i circa 120' scorrono via bene, e ci si può accontentare.

Daniela 18/03/23 16:27 - 13130 commenti

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Arrivato alla pensione, un vedovo misantropo vorrebbe suicidarsi ma i suoi propositi sono intralciati dall'arrivo di nuovi vicini che con la loro invadenza lo costringono ad interagine... Ennesino remake USA di un titolo europeo, in questo caso il bel Mr. Ove, con le prevedibili modifiche dettate dal political correct che incidono però marginalmente. Hanks si impegna nel ruolo del burbero benefico e il film, programmaticante commovente, scorre via senza problemi se non quello di non riservare sorprese per chi ha visto l'originale svedese, essendo in pratica una sua fotocopia.

Paulaster 21/03/23 18:18 - 4770 commenti

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Burbero vedovo vuol farla finita ma arrivano nuovi vicini a scombinargli i piani. Sceneggiatura prevedibile, con evidenti forzature (tra cui i ripetuti tentativi di suicidio) e classica conclusione che riporta il tutto in canoni buonisti. Hanks dà una buona interpretazione anche se gli manca la storia a supporto, mentre l'avidità dell'immobiliare appare scarsa. In alcuni frangenti il film mostra analogie con Gran Torino. I vari flashback son fin troppo zuccherosi e potevano essere in parte sforbiciati.
MEMORABILE: La moneta dal clown; Le marche delle auto; La vita senza corrente elettrica.

Puppigallo 20/08/23 18:34 - 5436 commenti

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Remake di Mr. Ove, ha il pregio di essere interpretato piu che dignitosamente dai due protagonisti (Tom Hanks e Mariana Trevino), ma anche l'inevitabile difetto, per chi aveva visto l'originale, di ripercorrere le stesse orme, risultando un'operazione un po' superflua. Qui lo scemo che fa ginnastica è eccessivamente macchiettistico; e ci sono più salti indietro, che interrompono la narrazione principale. Ma nel complesso lo si segue senza sbuffare; e alla fine, proprio l'interpretazione convincente di Hanks e della Trevino fanno sì che il risultato non sia poi così male.
MEMORABILE: Sul protagonista: "Ogni parola che dice è un "abbraccio caloroso"; Il biglietto sul contenitore "Il cibo era interessante"; Agganciato al gatto.

Galbo 23/08/23 12:46 - 12604 commenti

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Sebbene parta con “l’handicap” di essere un remake (di un bel film svedese) e quindi di mancare inevitabilmente di originalità, il lavoro di Marc Forster si fa apprezzare e costituisce un buon esempio di adattamento dal cinema europeo a quello americano. Merito della storia, che può funzionare a tutte le latitudini, del lavoro del regista che alterna abilmente il registro malinconico e drammatico a quello più brillante e sopratutto della prova di un grande attore come Tom Hanks in una grande interpretazione che si aggiunge a una galleria già prestigiosa.

Piero68 31/08/23 11:10 - 2989 commenti

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Pellicola estremamente triste in cui viene affrontato in primis il tema della solitudine legata soprattutto all'avanzare dell'età. Ma non mancano derivazioni con profonde riflessioni, ad esempio su temi tutto sommato sociali come la malattia, la morte, il suicidio. Fortunatamente però c'è anche uno spiraglio di luce con valori positivi come l'amicizia o il buon vicinato (tema molto sentito negli USA). A dar corpo a tutto ciò un Tom Hanks a un livello davvero alto. Probabilmente con un altro attore non sarebbe stata la stessa cosa.

Giùan 23/09/23 08:38 - 4865 commenti

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Non risulta in tutta franchezza granché necessaria la sottolineatura che si tratti del remake di un film svedese, attingendo in effetti Foster quasi in filiazione diretta da Up (peccato la casa di Otto non voli via coi palloncini) piuttosto che da Gran Torino (ma sfortunatamente senza le ire da vercingetorice di Clint). Funziona il meccanismo sentimentale per la straordinaria bravura di Hanks (darla per scontata è sbagliato ma dà anche conto della sua grandezza) e la naturalezza della Trevino come del resto del cast che non fa oltrepassare (quasi) mai il limite dello stucchevole.

Enzus79 17/10/24 21:57 - 3134 commenti

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Tratto da un romanzo di Fredrik Bachman. Dramma piuttosto riuscito, seppur non manchino i soliti momenti o personaggi stereotipati che il genere ogni tanto riserva. La durata di due ore sembra oggettivamente eccessiva, proprio perché il film manca di un colpo di scena. Tom Hanks perfetto nel ruolo. Discutibile la colonna sonora, composta perlopiù da canzoncine insipide.

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Ultimo 25/11/24 11:26 - 1714 commenti

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Un ottimo Tom Hanks è assoluto protagonista di questa bella pellicola drammatica. Nulla viene lasciato al caso e, grazie alla bravura del protagonista, il film regge fino alla fine nonostante la lunga durata. La vicenda è piuttosto seria ma ben gestita, anche con qualche momento quasi divertente. Simpatici i nuovi vicini, vere colonne portanti della vicenda. Cinema impegnativo, ma senza dubbio consigliato. Davvero notevole.

Jandileida 20/01/25 11:43 - 1649 commenti

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Remake di un film svedese, a sua volta tratto da un libro: appare abbastanza chiaro che l'originalità non rientri nei pregi dell'opera di Forster. Il burbero anziano, spesso vedovo, è tema infatti già declinato in tutti i modi e in tutte le salse. Ciò non toglie che il film, a modo suo, funzioni: Hanks è sempre una sicurezza (il figlio molto meno) e riesce, anche in una prova abbastanza di routine, a dare sfumature non banali al suo personaggio. Per il resto si procede su binari soliti, ma portati con un certo brio. Si ride, si piange, non ci si annoia. Onesto.
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