Nella rete del killer - Film (2021)

Il terrore serpeggia tra le file di una squadra di soccer femminile universitaria della California. Già nell'immancabile prologo il portiere della squadra, Lilly, durante una festa in spiaggia delle calciatrici, viene d'improvviso ritrovata dalle sue compagne morta sulla riva. Qualche tempo dopo scopriamo che nessuno ha denunciato l'accaduto e che Lilly risulta ancora semplicemente scomparsa.

Intanto in città arriva Jenna Simms (Kelly), da Detroit, insieme a sua madre Sally (Ashton), fresca di temporanea separazione dal marito. Jenny è una discreta attaccante e cerca di entrare nella squadra della scuola, ma il coach (Herrmann) - e pure le altre - le consigliano...Leggi tutto di giocare in porta, visto che il ruolo è vacante. Di malavoglia lei accetta, ma intanto, a una festa, un'altra componente della squadra cade giù da una finestra e finisce in coma. Jenna è a dir poco scossa, anche perché qualcuno cerca di addossargli non si sa bene perché la colpa delle tante disgrazie che si stanno abbattendo sull'ambiente. Già depressa per il cambio di città - imputabile al mestiere di sua madre, manager d'alberghi - la poveretta si ritrova senza volerlo al centro di una serie di drammatici eventi che culmina con la morte di una terza giocatrice. Fortunatamente per lei in città è arrivato l'amato padre (Lane), che le starà vicino spiegandole da cosa è dipesa la separazione e aiutandola a superare il pessimo momento.

Cece Kelly, due splendidi, magnetici occhi azzurri, è piuttosto in parte nel ruolo dell'eroina di turno, che sembra dover combattere da sola contro tutti i torti causati dall'inspiegabile ondata di odio che le si rivolta contro. Sua madre, con cui esiste un rapporto sottilmente conflittuale sul quale comunque prevale l'amore, cerca di guidarla nelle scelte giuste mentre lei si dedica anima e corpo alla risoluzione del caso. Dialoghi e sceneggiatura non evidenziano grande qualità, ma la naturalezza nella recitazione salva abbastanza il film, che mostra invece evidenti carenze nella resa delle scene sul campo da calcio; Jenna definita gran portiere perché ogni tanto alza le braccia e ferma il pallone, le altre che si muovono in modo a dir poco impacciato seguite da riprese che tentano vanamente di renderle credibili nel ruolo...

La regia di Damian Romey non brilla, e nonostante una storia che soprattutto nella seconda fase mostra timide tracce gialle abbastanza inusuali per il genere (il diario da interpretare) e intuizioni che avrebbero meritato miglior sorte, il film fatica a decollare come sperato. Peccato, perché l'ambito in cui ci si muove (la squadra di calcio femminile) è meno battuto del consueto e una certa cattiveria che si insinua tra le ragazze poteva essere un tema interessante. Nel complesso si può definire accettabile. Patetica in ogni caso la figura del padre di Jenna...

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