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Titolo originale: Narziss und Goldmund
Anno: 2020
Genere: drammatico (colore)
Regia: Stefan Ruzowitzky
Note: Tratto dall'omonimo romanzo di Hermann Hesse.
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/02/21 DAL BENEMERITO SISKA80
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Bella parabola di una profonda amicizia al maschile tra due anime opposte, di cui forse è poco comprensibile (e per certi versi ingiusto) il funesto epilogo. Decisamente riconoscibile lo stile teutonico lucido nella sua crudezza, a tratti drammatico senza mai nemmeno sfiorare il patetico (ciò lo rende accostabile, anche per atmosfera e ambientazione, al conterraneo La papessa, che tuttavia non ne raggiunge il lirismo). Introspettivo.
MEMORABILE: Il piccolo Boccadoro sviene guardando le sinistre statuette; La meritata fine dello stupratore.
Messa in conto l'impossibilità di renderne la complessità filosofica, una riuscita trasposizione del romanzo di Hesse, con qualche concessione allo spirito dei nostri tempi (la principessa pittrice) e una certa libertà a fini spettacolari che si manifesta soprattutto nell'epilogo. Per il resto, la storia dell'amicizia tenace tra il contemplativo Narciso e l'irrequieto Boccadoro risulta visivamente appagante grazie ai bellissimi paesaggi, le variegate ambientazioni, la cura di arredi e costumi al netto di qualche incongruenza. Un buon risultato per il discontinuo regista austriaco.
La storia di un'amicizia/amore fra due giovani il cui destino si incrocerà casualmente, stabilendo fra di loro un legame indissolubile. Tanto è pio e rigoroso l'uno quanto è carnale e istintivo l'altro, ma ciò non inficerà il sentimento che li unisce. Un film raccontato come una favola ma non privo di profondità, in cui le emozioni raccontate sanno suscitare vivo interesse. Belle le ambientazioni curate, bravi i protagonisti, sebbene l'attenzione graviti soprattutto attorno alla figura dell'atletico rubacuori Boccadoro.
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- Il Trittico fuori posto e fuori tempo.
Ad un certo punto della vicenda, il protagonista Boccadoro viene invitato in un castello al cui interno di trovano delle grandi tele, disposte come se si trattasse di un museo. Mentre le sta ammirando, sopraggiunge una donna a cui aveva fatto da istitutore quando era ancora fanciulla: è la moglie del principe che gli rivela di essere lei stessa l'autrice dei dipinti, firmati con pseudonimo perché la società non ammette che le donne possano essere pittrici.
Il personaggio è presente anche nel romanzo ma con caratteri del tutto diversi. Per quanto riguarda le sue presunte opere, vengono mostrati alcuni capolavori di Hieronymus Bosch, pittore non solo celebre ma anche dallo stile inconfondibile e riconoscibilissimo.
In particolare, vengono inquadrati dettagli del Trittico delle Tentazioni di sant'Antonio, un dipinto a olio su tavola databile attorno al 1501.
Il romanzo di Hesse non contiene riferimenti storici puntuali, tuttavia vari accenni, compresa l'epidemia di peste nera, fa collocare la vicenda nel XIV secolo, oltre un secolo prima di quando venne dipinto il Trittico.
