Nain et géant - Corto (1901)

Méliès prosegue nella sua ricerca sull'ingrandimento dell'immagine. Questa volta si presenta egli stesso alla ribalta sdoppiandosi e quindi mostrando l'ingigantimento della persona in relazione all'altra figura. Si tratta di una pura e semplice esibizione della "meraviglia", senza narrazione e senza particolari abbellimenti. Certo, è interessante dal punto di vista tecnico, ma non offre alcuno stimolo dal punto di vista cinematografico.

La ricerca continua di stupire porta Méliès a cimentarsi nell'ingrandimento/rimpicciolimento dell'immagine. Ovviamente lo fa utilizzando la sua figura sdoppiata. L'effetto è sorprendente e piacevole da vedere (soprattutto considerati i tempi), ma rimane un corto fine a se stesso.

Non un vero e proprio cortometraggio, bensì un rapido esercizio di tecnica cinematografica per realizzare effetti di sdoppiamento/ricomposizione e di ingrandimento/riduzione. Lo spirito è giocoso e i due Méliès sullo schermo (alle loro spalle, una quinta che riproduce il portone di una casa) si divertono a dialogare tra loro e a sbeffeggiarsi.

Corto (o meglio cortissimo: solo un minuto, ma in un periodo in cui arrivava anche a quota tre) non particolarmente eccitante di Méliès. Accoppia due idee già viste, vale a dire l'interazione con un altro "sé stesso" e il cambio di dimensione delle figure umane. Niente di più. Scarsino.

Più che un cortometraggio, un esercizio tecnico e stilistico diretto da Méliès, anche unico protagonista. Il suo personaggio sperimenta sia l’ingrandimento della propria figura che lo sdoppiamento della stessa. Piuttosto mediocre come contenuti ma anche curato dal punto di vista tecnico.