Maestro - Film (2023)

La relazione tra il direttore d'orchestra Bernstein e la moglie Felicia, raccontata nel secondo film da regista di Bradley Cooper. L'autore si concentra non tanto sull'attività artistica del musicista, notoriamente bisessuale, quanto sulle sue vicende amorose e sulle relazioni extraconiugali che la moglie accettò. Il rapporto tra i due è raccontato con grande sensibilità da una sceneggiatura molto curata e è esaltato dalle prove dei due protagonisti, lo stesso Cooper (bravo anche come regista) e Carey Mulligan, quest'ultima in un ruolo molto complesso, interpretato egregiamente

Nonostante l’accuratezza della ricostruzione, l’approccio si sottrae alla forma biopic, destoricizzando, decontestualizzando, perfino depersonalizzando: ne risulta un film da conversazione patinata, da cui nonostante il titolo non emerge il "Maestro" Bernstein, ma piuttosto i frammenti sentimentali del barcamenarsi di un riccone talentuoso tra amori gay e moglie etero. La regia supplisce con raffinatezza alla limitatezza di uno script di dialoghi brillanti e glamour senza plot. Eccellenti i due attori protagonisti. Intrigante, sciccoso.

Più che un biopic, il racconto del matrimonio tra un genio musicale narciso e sentimentalmente sempre a caccia di avventure e una donna forte che gi resta accanto nonostante tutto. La ricostruzione d'epoca è curata, Cooper impagina con una certa eleganza azzeccando anche qualche sequenza felice soprattutto nella prima parte in bianco e nero, gli attori sono bravi a partire da Mulligan nel ruolo complesso della moglie paziente, ma questo non toglie che, complice anche la lunga durata, il film dia l'impressione di girare a vuoto, con troppe chiacchere e troppa poca musica.

Certamente intonato e ben orchestrato, con una raffinatezza formale classica che pure sconfina talora nella manierosità, l'opera seconda di Cooper dà troppo spesso la sensazione (volente o nolente) di voler rifare A star is born, il che non sarebbe affatto un peccato laddove non mancasse qui (quasi) totalmente il trasporto emotivo del precedente. Una ruspante, trasparente sincerità di ispirazione, sostituita da un tentativo di indagare genio e sregolatezza troppo convenzionale, senza strumenti d'analisi adeguati, che non rende conto di troppe ragioni. Musica per vecchi maestri.

Biopic su Leonard Bernstein, uno dei maggiori compositori e direttori d'orchestra statunitensi del secolo scorso. Viene messa in particolar modo in risalto la sua relazione con la moglie/attrice Montealegre. La storia non ha momenti sottotono. Bradley Cooper (qui anche regista) e soprattutto la Mulligan sono da applausi. Ottima la fotografia. Tendenza a salire.

Biopic dall'incedere volutamente classico, dalla buona regia e con una curatissima confezione cromatica e d'ambiente. Manca un po' di anima e di magia per risultare un caposaldo del genere, con una sceneggiatura che sembra non cogliere mai davvero l'essenza dei personaggi se non nella parte finale. Bravi Cooper e Mulligan, che con le loro interpretazioni ci portano oltre la scrittura fredda e la durata eccessiva, resto del cast ovviamente in ombra.