Serie dedicata ad un super eroe Marvel che un incidente ha reso dotato di forza sovrumana. Prodotta da Netflix, una serie molto curata dal punto di vista formale, con ambientazioni, interpretazioni, scelta degli attori e colonna sonora (hip pop e rap in particolare) impeccabili. Buona la caratterizzazione del personaggio e l'inserimento nella comunità nera di Harlem. Il limite è quello di una storia che stenta a decollare per lo scarso spessore degli antagonisti del protagonista. Tuttavia si tratta di un prodotto meritevole di visione.
Un inizio subito col botto per il personaggio già conosciuto in Jessica Jones. Tipica serie dal retrogusto blackesploitation, ambientata interamente a Harlem e che funge spesso da denuncia/omaggio per il quartiere. Interessanti le origini dei poteri del protagonista a cui vengono dedicati un paio di episodi flashback. Ben raccontata la storia, buono il cast, con qualcuno che spicca maggiormente, niente male alcuni colpi di scena.
MEMORABILE: L'immersione nell'acido; Cottonmouth che si sovrappone al quadro del re; Il cameo del rapper Method man e "mi presti la tua felpa?"; Lo scontro finale.
Le vicende, per alcune sottotrame, si ricollegano alla serie di Daredevil da cui peraltro ereditano buona parte dello stile "fantastico-ma come se fosse vero" con un protagonista (Luke immune ai proiettili) già anticipato nella serie Jessica Jones. Di gran pregio la confezione: l'ambientazione a Harlem e lo stile blaxploitation, che condisce il tutto con buona musica di nomi noti della black music. Però lo sviluppo spesso si arena in lente situazioni ripetitive e/o condite da infiniti spiegoni talvolta forzati; manca di fluidità narrativa.
Netflix e Marvel presentano l'afro-americano Luke Cage, il possente supereroe dalla pelle anti-proiettile di Harlem, che affronta con la sua super-forza gangster politici corrotti e mafiosi di tutte le risme e tutte le taglie. Un lunghissimo film bloixploitaion dei nostri tempi, col "solito" duro dei ghetti di Harlem pelato che s'ispira a un supereroe anni '70 capelluto e trashone. Il cast, quasi tutto afroamericano, è impressionante, anche se chi brilla davvero sono Rosario Dawson e Simone Missick nei ruoli di Claire e Misty Knight.
MEMORABILE: Sonia Braga madre dell'infermiera Rosario Dawson.
Più che mai fedele al realismo fantastico e coniugando fumettismo e antispettacolarità, la Marvel è stavolta fullimmersa nella quintessenza del gangsta-blax. La prima stagione (****) garantisce presobenismo a stecca: Colter stritolato tra fior di tetris etici, due villains che somigliano non a caso ciascuno a suo modo a Tony Todd, ritrovare Theo Rossi di sonsofanarchica memoria sempre più iperviscido è hell yeah! Con la seconda stagione (***), che non tiene conto dei multi-cliffhanger precedenti, il giocattolo si rompe un po' tra lungaggini e spiegoni, ma la qualità resta medio-alta.