Paperoni piemontesi devono diventare poveri per poter ereditare dallo zio Sofia emigrato in California e lì defunto ricchissimo. Tra postini pirotecnici ed eccentrici notai, i due malcapitati ne combineranno di tutti i colori per perdere i loro risparmi, e alla fine avranno una sorpresa. Infantile e stralunato, Macario riesce ancora oggi a divertire con le sue connotazioni piccolo borghesi e la comicità retrò. Il canovaccio non è originalissimo ma il prodotto finale risulta simpaticamente surreale, grazioso e leggero come i sogni dei bambini.
L'eredità americana, annunciata con un filmato con tanto di titoli di testa, è molto ghiotta, ma per ottenerla i due valdostani devono prima sperperare tutti i loro risparmi. Protagonista assoluto Macario, ben circondato da ottimi caratteristi (il notaio Biliotti, che cambia abito a seconda di cosa deve dire...). Mattoli dirige con brio, riempiendo il film di canzoni anche perché c'è una nipote canterina. Divertente, stralunato, curioso. Gressoney diventa Gressone in obbedienza ai dettami del regime.
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