Note: Film incentrato sulla figura della fotografa e corrispondente di guerra Elisabeth Miller (Stati Uniti, 1907 - Regno Unito, 1977) e basato sull'unica biografia autorizzata scritta dal figlio della donna (Anthony Penrose) dal titolo "The Lives of Lee Miller" (1985).
Indubbiamente il buon trucco ha il suo peso, ma la bravura di Kate Winslet nell'impersonare la protagonista in età avanzata (con gesti lenti e tremolanti) è innegabile (l'attrice mantiene fascino e bellezza anche al naturale) ed è ciò che rende la pellicola (seppur di poco) superiore alla mediocrità: la trama in effetti è interessante perché ispirata a fatti realmente accaduti, ma la narrazione non risulta quasi mai coinvolgente, neanche nelle sequenze di guerra altamente drammatiche. La fotografia non è il massimo, però passa in secondo piano rispetto al contenuto niente male.
Il rischio dei film biografici è quello di scadere nel didascalico o nell’agiografico. Kuras, con una regia priva di inventiva, malgrado lo spessore tragico dei tempi trattati, si sottrae in parte a questa insidia grazie a una magistrale Winslet, a cui è affidato il ruolo della fotografa Lee Miller. Il film tuttavia non va oltre una routine da serie televisiva. Opera convenzionale priva di quella creatività che sarebbe stata la chiave indispensabile per illuminare la personalità di un’artista. Poco coraggioso e abusato il ricorso all'intervista della protagonista da anziana.
MEMORABILE: La colazione e i busti femminili, tutto en plein air; "La prossima volta tagliaglielo"; Lee che fotografa la bambina impaurita.
Tramite una struttura a flashback che permette di collegare passato, presente e futuro, la Kuras Illustra l’importanza di Lee Miller come fotografa e testimone femminile di guerra. Il film segue però lo stantio, classicissimo ABC del biopic, si dimentica qua e là alcuni personaggi ma risplende di una certa ricercatezza visiva, che va dalla terrosa pastosità della fotografia fino alla certosina ricostruzione scenografica. Kate Winslet, tenace, infuocata, emotiva, è un gioiello di spontaneità.
Niente di particolarmente significativo in questa pellicola diretta, in modo piuttosto scialbo, da Ellen Kuras. La storia aveva tutti i requisiti per risultare interessante: portare su grande schermo la vita di una delle più importanti reporter della Seconda Guerra Mondiale; ma la sceneggiatura si trascina senza sussulti per circa 2 ore (troppe!) e non riesce mai a coinvolgere emotivamente lo spettatore. L'interpretazione della Winslet è assai efficace quando propone la versione Miller invecchiata, mentre non entusiasma quando è "giovane", mostrando quasi sempre una sola espressione.
Si colloca nella media dei biopic, genere per la verità non propriamente agevole da percorrere. La Kuras si preoccupa di inserire i momenti ovvero le foto iconiche che hanno caratterizzato la vita di una delle reporter più famose della storia nel contesto di una storia narrata in flashnack, storia che però non riesce a spiccare il volo, nonostante una Winslet che dona al suo personaggio intensità e spontaneità. Durata forse eccessiva, come lo è anche il ricorso a certi cliché narrativi.
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DiscussioneTeddy • 11/12/24 08:52 Call center Davinotti - 58 interventi
Nomination Golden Globe 2024 a Kate Winslet come miglior attrice protagonista in un film drammatico.